Il vino rosso fa bene al cuore? Dalle urine una nuova prospettiva


Il vino rosso fa bene al cuore? Uno studio sulle urine offre una nuova prospettiva, con riserva.

È una domanda che ha scatenato un acceso dibattito nella comunità medica per decenni. Mentre il famoso “paradosso francese” – l’osservazione che i francesi hanno tassi relativamente bassi di malattie cardiache nonostante una dieta ricca di grassi saturi – ha contribuito a rendere popolare l’idea che il  rosso potesse avere un effetto protettivo, dimostrarlo scientificamente è stato notevolmente impegnativo.

Un lungo articolo su studyfinds.com, basato su uno studio revisionato da Steve Fink, apre nuovi orizzonti per gli amanti del vino.

Per anni, scrive Fink, gli scienziati hanno dibattuto sul cosiddetto “paradosso francese” riguardo ai potenziali benefici del  rosso.

Ora, un nuovo e sofisticato studio ha adottato un approccio innovativo per contribuire finalmente a rispondere a questa controversa domanda, utilizzando la nostra biologia come metro di misura.

Lo studio, pubblicato sull’European Heart Journal, ha seguito oltre 1.200 partecipanti in Spagna e ha utilizzato un composto chiamato acido tartarico, presente quasi esclusivamente nell’uva e nel vino, per misurare il consumo di vino attraverso campioni di urina. Questo approccio innovativo ha contribuito a superare un problema comune nella ricerca sull’alcol: la tendenza delle persone a ricordare male o a riferire male le proprie abitudini di consumo di alcol.

Effetto protettivo del vino

Il vino rosso fa bene al cuore? Uno studio sulle urine offre una nuova prospettiva, con una riserva – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

“Parte del dibattito è dovuto ai risultati contrastanti di studi che hanno evidenziato un effetto protettivo del vino, mentre altri non hanno riscontrato alcun effetto del genere”, afferma il coautore dello studio Ramon Estruch, professore della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Barcellona. Scienze della Salute, in una dichiarazione.

Il team di ricerca, guidato da ricercatori provenienti da varie istituzioni spagnole, tra cui l’Università di Barcellona e l’Università di Navarra, ha analizzato i dati dello studio PREDIMED, che originariamente studiava gli effetti della dieta mediterranea sulla salute cardiovascolare. Si sono concentrati su 1.232 partecipanti con un’età media di 68 anni, tra cui 685 persone che avevano avuto eventi cardiovascolari e un sottoinsieme casuale di 625 partecipanti per il confronto.
Invece di chiedere semplicemente alle persone quanto vino avessero bevuto, i ricercatori hanno misurato i livelli di acido tartarico nelle urine dei partecipanti. Considera l’acido tartarico come l’impronta digitale del vino: è un composto che si trova raramente in altri alimenti e che si riscontra nelle urine dopo il consumo di vino. Questo approccio innovativo ha fornito una misura più oggettiva del consumo di vino rispetto ai tradizionali metodi di auto-segnalazione.

Bere poco comunque

I risultati sono stati interessanti. L’analisi ha dimostrato che un consumo leggero di vino (tra un bicchiere a settimana e meno di mezzo bicchiere al giorno) riduce del 38% il rischio di complicazioni cardiovascolari, ma questa riduzione raggiunge il 50% quando il consumo è moderato (tra mezzo bicchiere e un bicchiere al giorno). bicchiere al giorno). Gli autori dello studio avvertono inoltre che “quando parliamo di consumo moderato di vino, lo intendiamo sempre durante i pasti, mai tra i pasti”.

È importante sottolineare che i benefici non erano lineari: di più non significava meglio. Le persone con livelli di acido tartarico molto elevati, che suggeriscono un consumo maggiore di vino, non hanno mostrato gli stessi benefici cardiovascolari. Questa scoperta rafforza il vecchio adagio secondo cui la moderazione è la chiave.

Lo studio ha rilevato una correlazione particolarmente forte tra un consumo moderato di vino e una riduzione del rischio di infarti. Questa relazione è stata particolarmente evidente negli uomini e nei partecipanti affetti da diabete, sebbene i ricercatori abbiano notato che anche le donne presentavano tendenze simili, seppur con minore significatività statistica.

E quindi, dove ci porta questo nel grande dibattito su vino e salute del cuore? Sebbene questo studio fornisca prove convincenti del fatto che un consumo moderato di vino possa avere benefici cardiovascolari, non pone fine alla controversia. I ricercatori tengono a precisare che i loro risultati non suggeriscono che chi non beve vino debba iniziare a trarne beneficio per la salute.

Piuttosto, i risultati indicano che per coloro che già consumano vino con moderazione, in particolare come parte di una dieta mediterranea, potrebbero esserci alcuni effetti protettivi per la salute del cuore grazie a vari composti presenti nel vino, in particolare i polifenoli, che hanno proprietà antinfiammatorie.

“Non c’è dubbio che il consumo eccessivo di alcol abbia gravi conseguenze sulla salute. Tuttavia, gli effetti di un consumo moderato e responsabile di vino sono ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica”, scrivono gli autori. “I risultati di questo e di altri studi dovrebbero aiutare a collocare il consumo moderato di vino al suo giusto posto come elemento della dieta mediterranea, considerata la più sana al mondo.”



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