Esasperazione anche dal Veneto per le ormai troppe aggressioni a operatori della Sanità. C’è chi non denuncia più


I numeri ormai sono fuori controllo perchè i medici confessano di non denunciare più. Ma l’atteggiamento è sempre il medesimo: aggressioni soprattutto verbali, pugni sul tavolo e insulti. Se ti va bene. Come le cronache riportano da mesi, sono molti medici e infermieri che hanno abbandonato la professione dopo episodi di violenza di gravità inaudita.  L’Ugl Veneto esprime solidarietà e vicinanza agli operatori sanitari vittime delle recenti aggressioni nei pronto soccorso della nostra regione.

 Aggredire fisicamente o verbalmente un medico, un infermiere o un operatore sanitario equivale a colpire tutti noi. Questi professionisti sono coloro che, ogni giorno, affrontano situazioni di emergenza con dedizione, competenza e umanità, garantendo la salute pubblica e il diritto alle cure per ogni cittadino.

 “Sosteniamo l’adozione dei dispositivi di protezione personale come l’orologio con sistema SOS ovvero – dichiara Luciano Conforti, segretario regionale di Ugl Veneto – uno smartwatch dotato di pulsante SOS che attiva un protocollo che include contatto immediato con la centrale operativa 24/7, localizzazione GPS in tempo reale e, se necessario, allerta alle Forze dell’Ordine per interventi rapidi.

 Ricordiamo che il Parlamento ha recentemente approvato una legge per contrastare la violenza contro gli operatori sanitari, introducendo l’arresto in flagranza differita e altre misure preventive. Tuttavia, è chiaro che questi interventi legislativi, seppur importanti, devono essere accompagnati da azioni concrete e tempestive, come il potenziamento delle misure di sicurezza all’interno delle strutture sanitarie e una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza sull’importanza del rispetto verso chi opera nei luoghi di cura.”

 L’Ugl Veneto chiede con forza alle istituzioni regionali e nazionali di intensificare gli sforzi per garantire la tutela degli operatori sanitari, prevedendo investimenti per sistemi di videosorveglianza, un’adeguata presenza delle forze dell’ordine nei pronto soccorso e percorsi formativi per la gestione delle situazioni di rischio.”

  Anche “Popolari per il Veneto” esprime profonda preoccupazione e ferma condanna per le aggressioni che, negli ultimi giorni, hanno colpito gli operatori sanitari nei pronto soccorso della nostra regione.

“Questi episodi non sono soltanto attacchi a persone che svolgono il loro lavoro con professionalità e dedizione, ma rappresentano – dichiara Fabio Bui, già Presidente della Provincia di Padova – un grave vulnus al senso di comunità e al rispetto per chi ogni giorno si prende cura di noi nei momenti di maggiore bisogno.”

Medici, infermieri e operatori sanitari non sono solo professionisti: sono il volto umano del nostro sistema di salute pubblica, un sistema che, pur fra mille difficoltà, continua a garantire assistenza e cure di alto livello. Le aggressioni verbali e fisiche nei loro confronti non possono essere tollerate né minimizzate.

L’appello all’utenza

“Rivolgiamo un appello ai cittadini, ricordando quanto sia importante mantenere un dialogo civile, anche nelle situazioni più difficili e delicate, e – prosegue Bui – chiediamo alle istituzioni di intensificare gli sforzi per tutelare chi lavora nelle nostre strutture sanitarie.

Siamo consapevoli che la pressione sugli operatori sanitari è aumentata, a causa di carenze strutturali e organizzative che aggravano la tensione nei momenti di emergenza. Per questo, – puntualizza Bui – ribadiamo la necessità di investire risorse adeguate per migliorare le condizioni di lavoro negli ospedali, ridurre i tempi di attesa e garantire il supporto psicologico a chi è in prima linea.”

“A tutti gli operatori sanitari vittime di violenza va il sincero ringraziamento dei Popolari per il Veneto e la vicinanza. Siete pilastri del Veneto, e il vostro impegno non passerà inosservato. Noi ci impegneremo a portare avanti questa battaglia in difesa della dignità, della sicurezza e del rispetto per il lavoro straordinario che ogni giorno medici, infermieri e operatori sanitari compiono per il bene di tutti noi.”

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