“Emiliano ignora? Rivolgiamoci al procuratore Rossi” – Ambient&Ambienti

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Caduto nel vuoto l’appello al Presidente della Regione Puglia contenuto nella lettera aperta per revocare la norma che istituisce Consigli d’amministrazione nelle agenzie regionali, si punta a coinvolgere la magistratura, tra i maggiori interlocutori dell’Agenzia per l’Ambiente perché si esprima sul nuovo assetto dell’ARPA

 

Dobbiamo purtroppo prenderne atto: Emiliano ci ha ignorato”. Non le manda a dire Giorgio Assennato, già direttore generale di ARPA Puglia e tra i primi firmatari di una lettera aperta al Governatore della Regione Puglia relativa all’approvazione poco prima di Natale della legge di stabilità, che tra le varie cose introduce la presenza di tre nuovi Consigli di amministrazione in tre agenzie regionali strategiche come l’Arpa, Agenzia per l’Ambiente, l’Arif, per gli irrigui e forestali, e Pugliapromozione (ex Aret), per il turismo.

E così dopo la lettera aperta sostenuta da 140 tra personalità della comunità scientifica, politici, accademici, ambientalisti, semplici cittadini, indirizzata ad Emiliano, in cui si chiede di modificare l’ordinamento dell’ARPA introdotto nella legge di bilancio, lettera caduta nel vuoto, Assennato rilancia l’appello e da Facebook si rivolge direttamente al Procuratore capo della Repubblica di Bari Roberto Rossi  e chiede senza mezzi termini l’intervento della Procura affinché si esprima sul nuovo assetto dell’ARPA. Ma andiamo per ordine e raccontiamo cosa è successo in queste ultime settimane a cavallo tra il 2024 e il 2025 appena iniziato.

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Capitolo 1: Legge di Bilancio: anche all’ARPA un Cda politico?

Con l’approvazione della legge regionale di bilancio verranno insediati a partire da quest’anno 3 nuovi CdA composti da un presidente rappresentante legale dell’agenzia (ARPA, ARIF e Pugliapromozione) e da due componenti. Il che significa che la giunta regionale nomina, su proposta del presidente, il Cda con un mandato di tre anni, con facoltà di rinnovo. E le nomine potrebbero essere fatte tra i candidati alle elezioni non entrati in consiglio regionale (questo se dovesse essere respinto l’emendamento-Laricchia che impediva questo “contentino ai trombati”, di cui si parla in questi giorni e che ha portato Emiliano a denunciare alla Procura un falso in atto pubblico, in quanto l’emendamento bocciato in votazione per un errore formale del conteggio voti, è stato reinserito nella legge di bilancio).

Il Consiglio regiohnale della Puglia ha approvato la legge di bilancio 2025 il 18 dicembre 2024

Insomma, nomine politiche, si fa osservare, che vanno inevitabilmente a scavalcare ed annullare il ruolo del direttore generale. Ora, anche quest’ultimo è di nomina politica. Solo che al direttore generale tocca garantire la terzietà dell’organo tecnico-scientifico, mentre – e questo è il vero nodo del problema – con un CdA di tre persone con un Presidente rappresentante legale sarebbe impossibile evitare i condizionamenti politici.

Il consigliere PD Filippo Caracciolo, firmatario della proposta che ha istituito i tre consigli di amministrazione, rispondeva all’indomani dell’approvazione della legge a chi gli contestava che il provvedimento aveva molto a che fare con una elargizione di incarichi, che anzi “abbiamo ritenuto di istituire un CdA che funga da strumento di maggiore controllo e verifica dell’attività dell’agenzia e del direttore generale”.

Capitolo 2: la lettera aperta

La scelta di inserire l’ARPA Puglia tra gli organismi dotati di un CdA controllato dalla Regione ha suscitato immediatamente una levata di scudi da parte di molti personaggi anche fuori dalla Regione, che operano non solo nel campo della salute e dell’ambiente, ma  anche di politici giuristi, rappresentanti del mondo imprenditoriale, sindacalisti, e che ha portato alla redazione della famosa lettera aperta rivolta, all’indomani dell’approvazione della norma, ad Emiliano di cui si parlava in apertura.

Questo il testo integrale della lettera aperta:  

Per far fronte alle emergenze ambientali del nostro territorio, il Paese ha bisogno di poter contare su organizzazioni tecnico-scientifiche efficienti, autorevoli ed autonome. 

Proprio a questo fine, la legge 132/2016 istituì il Sistema Nazionale di Prevenzione Ambientale (SNPA) unendo in una unica rete funzionale le 21 Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

La terzietà del sistema e delle singole ARPA rispetto ai portatori d’interesse è il prerequisito per poter fornire ai cittadini un adeguato servizio di protezione ambientale. 

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In questi giorni è stato inserito nella legge di bilancio della Regione Puglia un articolo che modifica la legislazione vigente di ARPA Puglia (legge 6/1999 e s,m.i.) istituendo un Consiglio di Amministrazione (CdA) con tre componenti, di cui uno con funzioni di Presidente. Le funzioni di rappresentanza legale dell’Agenzia, sinora svolte dal Direttore Generale, sarebbero assunte dal nuovo Presidente, il quale, tra le varie funzioni, “coordina, pianifica e indirizza la politica e le attività scientifiche dell’Agenzia” e “garantisce la coerenza dell’azione dell’Agenzia con gli indirizzi strategici e gli atti di vigilanza- sic!. dettati dalla Giunta regionale.”.

In Italia, attualmente in nessuna delle 21 ARPA è previsto un Consiglio di Amministrazione. Nella sola regione Lombardia sino al 2017 era stato attivo un cda, ma la Regione lo eliminò, sostituendolo con un Presidente, privo delle funzioni di rappresentanza legale, comunque sempre esercitate, come per tutte le ARPA, dal Direttore Generale. 

Esprimiamo sconcerto rispetto alla decisione della Regione, per motivi di metodo e di merito.

È singolare che una modifica così rilevante. così anomala sia stata approvata senza una adeguata partecipazione e informazione dei portatori di interesse (Magistratura, Sindacati, Associazioni ambientaliste ed imprenditoriali), 

Nel merito l’istituzione di un consiglio di amministrazione compromette irreversibilmente la terzietà non solo di ARPA Puglia, ma dell’intero Sistema Nazionale di Protezione Ambientale; i tre membri del CdA potrebbero farsi portatori di interessi che nulla hanno a che fare con le finalità istituzionali dell’Agenzia.

L’epidemiologo Giorgio Assennato

Nella legge istitutiva di SNPA è indicato che il Consiglio del SNPA è composto da ISPRA e da ciascuna ARPA, col proprio rappresentante legale, sino ad ora il Direttore Generale, ma domani per la Puglia e solo per la Puglia sarà il Presidente del CdA. 

Siamo sicuri che i portatori d’interesse sopra citati (Magistratura, sindacati, associazioni ambientaliste ed imprenditoriali) apprezzeranno la revoca del provvedimento, una revoca che fortemente auspichiamo.

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A meno che non si voglia accettare che l’opinione pubblica pensi che l’ARPA sia lo strumento che suona la musica gradita ai politici della Regione e non l’organo tecnico-scientifico che deve – come ha sempre fatto in modo eccellente – tutelare l’ambiente e la salute umana.” (QUI l’elenco dei firmatari)

Dunque: si contesta nella lettera aperta il fatto che l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale pugliese sarebbe l’unica tra le 21 ARPA in Italia ad avere un organo di controllo nato e strutturato in modo da minarne l’indipendenza e l’autonomia, indispensabili per  fornire ai cittadini un adeguato servizio di protezione ambientale; si osserva che la decisione è stata presa dal Consiglio regionale senza interpellare gli interlocutori pressoché quotidiani di ARPA Puglia, vale a dire Magistratura, sindacati, associazioni ambientaliste ed imprenditoriali, ed a loro ci si rivolge per fare fronte comune e chiedere la revoca del provvedimento.“A meno che – conclude la lettera aperta – non si voglia accettare che l’opinione pubblica pensi che l’ARPA sia lo strumento che suona la musica gradita ai politici della Regione e non l’organo tecnico-scientifico che deve – come ha sempre fatto in modo eccellente – tutelare l’ambiente e la salute umana”.

Capitolo 3: L’ultima carta: il Procuratore Rossi

Di fronte a quello che è sembrato un vero e proprio muro di gomma, l’epidemiologo e già dg di ARPA Puglia sotto la presidenza Vendola Giorgio Assennato, che insieme ad ambientalisti come Alessandro Marescotti, politici come il verde Angelo Bonelli e la consigliera regionale Antonella Laricchia, il già rettore del PoliBa Nicola Costantino,  intellettuali come gli storici Salvatore Romeo e Mario Spagnoletti e tanti, davvero tanti medici (a titolo esemplificativo citiamo solo il nome della pediatra tarantina Annamaria Moschetti) alza la posta e da Facebook coinvolge direttamente il Procuratore capo Roberto Rossi.

Un organo tecnico-scientifico, la cui terzietà è stabilita dalla legge 132/2016 istitutiva del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (S.N.P.A.) può essere amministrato da un Consiglio di Amministrazione nominato dalla Regione? (è irrilevante che sia la Giunta o il Consiglio a nominarlo).

Questo è il nostro punto e non altro.

Come fare per farci sentire?“ scrive Assennato, che non risparmia critiche nemmeno all’informazione locale (“anche i media hanno ignorato il problema da noi posto”)

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Di qui il pungolo alle Procure e la decisione: “Forse le Procure della Repubblica che si servono spesso di ARPA Puglia come proprio organo tecnico-scientifico potrebbero esprimere un autorevole parere su una norma che mira ad appannarne la terzietà, che prevede un CdA che non esiste in nessuna altra regione.

Prima di istituirlo, sarebbe stato opportuno chiedere il parere di uno dei principali stakeholders di ARPA, la Procura della Repubblica.

Lo facciamo ora noi, inoltrando la lettera aperta al dr. Roberto Rossi, procuratore capo a Bari”.

La risposta del Procuratore Rossi, ne siamo sicuri, non si farà attendere.





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