La Terra non appartiene all’essere umano, è l’essere umano che appartiene alla Terra.
Così sosteneva Capo Seattle, nel suo noto appello per il rispetto dei diritti dei nativi americani e dei valori ambientali scritto al presidente degli Stati Uniti a metà dell’Ottocento. È il rovesciamento della prospettiva, la rivoluzione copernicana dell’insiemistica, la strambata rispetto alla narrazione imperante per secoli e secoli. Le persone appartengono al pianeta. La parte appartiene al tutto. Mente, corpo, spirito di un essere vivente sono interconnessi con il respiro profondo della dimensione globale.
Qui sta il segreto dell’ecologia, il suo fondamento, la sua essenza. Da ego a eco. Da uno a uno di molti. Da sé a sé in relazione con altri sé. Da segmento a rete.
Ecologia è parola intima, che riporta da un lato al racconto, alla parola, al pensiero e dall’altro alla casa, all’atmosfera domestica, alle stanze del privato dove ci si accoccola ad assaporare il “caldo buono”, restando “con le quattro capriole di fumo del focolare”.
Ecologia per vivere nell’ambiente
L’ecologia è lo studio delle interazioni tra gli organismi viventi e il loro ambiente naturale. È una disciplina recente che si è sviluppata sia come scienza sia come pratica. È una disciplina plurale che si connette con molte altre, diventando un punto di vista originale per riflettere su noi stessi e sul nostro fragile e incerto e instabile transito terrestre.
La parola ecologia si compone di due parti. La prima eco- ha origine nell’antica Grecia, dove oîkos voleva dire “casa”, “dimora”, “abitazione” e si connette etimologicamente con il latino vicus con il significato di villaggio. Da quell’antico vicus in italiano è derivato il sostantivo “vicino”, cioè “colui che abita nello stesso villaggio”.
L’ecologia è quindi in primo luogo una cura della dimensione domestica, che non esclude però una vista planetaria, tenendo insieme l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, il micro e il macro, l’intimo e l’estrinseco, abbracciando come sempre l’et e l’et.
Nella lingua ebraica la parola casa si dice bàyit, termine connesso all’idea di permanenza e di stabilità. Questa parola inizia con la lettera Beth (ב), la seconda lettera dell’alfabeto ebraico. Beth ha la forma di un quadrato con il lato sinistro aperto, simile ad una casa e infatti il suo primo significato è per l’appunto casa.
Beth significa anche l’interno, l’intimità, la famiglia, il rifugio, il sé, quello che abbiamo dentro di noi e che accoglie la luce. Siamo noi stessi, nel nostro io più profondo ed ecologico.
Beth indica inoltre il progetto. La scrittura ebraica procede da destra a sinistra. E questa lettera ci porta un insegnamento profondo: l’essere umano non deve cercare di conoscere ciò che accade al di sopra (nell’aldilà), dietro (prima della creazione dell’universo), al di sotto (nel mondo dei morti) ma deve guardare in avanti, al futuro, verso l’avvenire. Inoltre, il suono Beth è utilizzato in molte espressioni e nomi ebraici per indicare luoghi di importanza, come Bethlehem (בית לחם), che significa ‘casa del pane’.
Beth è una lettera molto umana. È la prima lettera della prima parola del libro. Nella casa, nell’ecologia, il principio di tutto.
La seconda parte della parola è -logia, anche questa derivante dal greco antico logos, dalla radice del verbo légō con il significato di “dire”, “parlare” che poi ha gemmato anche il verbo leggere. Con un approccio ecologico siamo quindi in grado di leggere dentro noi stessi, diventiamo capaci di riconoscere i segni e acquisiamo abilità nel riconoscere in quei segni il senso vero delle cose, abbandonando un po’ l’ego e abbracciando con vigore l’eco.
Ambiente, per vivere in modo sano
La parola ecologia è strettamente connessa con la parola ambiente. E la parola ambiente ha a che fare con tutto ciò che “sta attorno”, con quello che “è circostante”. Il sostantivo deriva dal latino ambĭens, –entis, participio presente del verbo ambīre, che significava “girare intorno”, “circondare”, “muoversi attorno” a qualcuno o a qualcosa. In origine era un attributo di “aria” nella locuzione (quindi nel modo di dire) “aria ambiente”, cioè l’aria che circonda gli esseri viventi.
Parente stretto di ambiente, proprio in ragione di quell’antenato ambīre, è la parola ambizione, dal latino ambitĭo, –ōnis, che significa “aspirazione ardente”, “desiderio”, “aspirazione” ma che propriamente indicava “l’andare in cerca di voti nelle elezioni”, gironzolando attorno alle persone con l’intento di piacere e compiacere.
Puntare all’ambiente, da questa prospettiva, diventa un progetto ambizioso perché sottende il rispetto, la protezione e lo sviluppo del contesto in cui viviamo e interagiamo. Ambiente è l’aria che respiriamo, con i circa 700 milioni di respiri che compie un essere umano in media durante la vita. Ambiente è l’acqua che beviamo con i circa 50.000 litri che beve un essere umano in media durante la vita. Ambiente è il suolo che calpestiamo.
L’ambiente è il palcoscenico della nostra esistenza e la sua solidità, il fatto che le assi su cui poggiano i piedi siano collocate correttamente, la certezza che sia sempre ben manutenuto sono direttamente collegati con il nostro ben-essere. Ogni elemento dell’ambiente è interconnesso: la qualità dell’aria influisce sulla nostra salute, la purezza dell’acqua determina la vitalità degli ecosistemi acquatici e la fertilità del suolo è essenziale per la produzione alimentare.
“Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli”, è un proverbio nativo americano. L’ha ripreso Robert Baden-Powell, il fondatore del movimento mondiale degli scout. L’ambiente è in definitiva un luogo prestato e da restituire alle nostre figlie e ai nostri figli. E dobbiamo lasciarlo migliore di come lo abbiamo trovato.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link