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di A. C.
Centro di eccellenza per la ricerca scientifica, farmacologica, medica, il prestigioso istituto “sbarca” in Italia con l’Associazione Amici del Weizmann. A presentarla la neo-Presidente Micaela Goren e Irit Sagi, scienziata che ha scoperto l’immunoterapia: un programma fitto di novità e Borse di studio per i giovani italiani
«Quando mi hanno chiesto di creare e presiedere questa importante istituzione in Italia, la mia prima istintiva reazione è stata: “per me è ora di andare in pensione, non certo di ripartire”! Ma è stato un attimo. Davanti ai miei occhi sono scorse le immagini di tutti i cambiamenti, le innovazioni tecnologiche che hanno avuto un impatto straordinario sulla nostra vita quotidiana, cambiando radicalmente il modo di relazionarci, di comunicare, di lavorare, di divertirci. Innovazioni che hanno dato origine a cambiamenti culturali, economici e sociali; che hanno stimolato nuove opportunità di cura e benessere. Gran parte di questa innovazione la dobbiamo alla ricerca del Weizmann Institute, fondato nel 1934, (oggi festeggiamo i suoi 90 anni!). Un desiderio ci muove: trasmettere lo spirito del Weizmann dove la ricerca non è fine a se stessa, ma è un mezzo per migliorare il mondo».
Così, con entusiamo, parla Micaela Goren, Presidente della nuova Associazione Italiana degli Amici del Weizmann Institute of Science, nell’atmosfera solenne della sala del Cenacolo del Museo della Scienza e della Tecnica. Un primo incontro per presentare progetti e linee guida. Spiega Micaela Goren: «Il Weizmann non è solo tra i primi dieci centri di ricerca al mondo ma fa ricerca in biologia, chimica, fisica, astrofisica, matematica, informatica, intelligenza artificiale; innovativo per l’approccio alla formazione accademica dove, dottorandi e post-doc lavorano a stretto contatto con scienziati di altissimo livello su progetti di ricerca all’avanguardia. Siamo tutti debitori al Weizmann: per lo studio del Sistema immunitario e di terapie immunologiche innovative; per lo sviluppo di farmaci grazie alle scoperte di nuove molecole; per i nuovi trattamenti per tumori e per malattie neurodegenerative; per la tecnologia bioinformatica e genomica; per la fisica delle particelle e astrofisica; per la nanotecnologia con molteplici applicazioni dall’elettronica alla medicina; per gli sviluppi dell’intelligenza artificiale… Ci si sente piccoli davanti a un simile colosso!». Accanto a Goren lavorerà un gruppo motivato e dinamico: Victor Massiah, Ariel Mafai, Eugenio Morpurgo, Guido Jarach, Gabriel Grego, Sara Krauss, Laura Gutman Benatoff.
A intervenire, durante la serata, anche un’ospite d’eccezione: Irit Sagi, scienziata di fama mondiale, leader visionaria, pioniera nel campo della medicina molecolare e della biofisica, Vicepresidente per l’Innovazione ed il Trasferimento Tecnologico del Weizmann e inoltre allieva del Premio Nobel per la chimica Ada Yonath (anch’essa del Weizmann). Davanti a un’attenta e nutrita platea, Irit Sagi racconta questa realtà unica di oltre 3.500 scienziati, con un impatto significativo non solo nella comunità scientifica, ma anche nello sviluppo di tecnologie applicate in campo industriale e medico. L’Associazione degli Amici del Weizmann si propone di creare una rete di sostenitori che condividano la passione per la scienza e la ricerca, individui, organizzazioni e comunità da coinvolgere, spiega Goren: «attraverso newsletter periodiche per condividere gli aggiornamenti sulla ricerca di avanguardia; con visite al campus che permettano il contatto diretto con gli scienziati; attraverso i “nostri” salotti della scienza; attraverso i “vostri” salotti della scienza se vorrete ospitare i nostri scienziati per far conoscere ad amici e colleghi lo spirito e l’etica del Weizmann.Vogliamo costruire ponti e aprire porte». E promuovere formazione, fornendo opportunità ai giovani, per motivarli ad abbracciare la scienza anche attraverso borse di Studio (ad esempio la borsa di Dottorato, Post Doc e Visiting Students in memoria di Sergio Lombroso, che quest’anno sono ancora aperte); le quote associative saranno destinate a giovani italiani per finanziare soggiorni estivi di tre settimane nello straordinario campus del Weizmann, dando loro la possibilità di lavorare a fianco di ricercatori di spicco e scoprire le emozioni dell’esplorazione scientifica.
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