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I social network, sebbene recenti nella storia della comunicazione, hanno trasformato radicalmente il modo in cui le persone interagiscono, influenzando relazioni interpersonali, opinioni politiche e processi culturali. Se da un lato essi offrono nuove opportunità di condivisione e interazione, dall’altro pongono delle problematiche significative, tra cui la crescente dipendenza che molti utenti sviluppano.

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Definizione di social media e social network

Nel mondo contemporaneo, il termine “social media” si riferisce a una vasta gamma di strumenti digitali che permettono la condivisione di contenuti, come immagini, video e testi. Facebook, Twitter, Instagram e TikTok sono esempi di piattaforme che facilitano tali processi. Diverso è il concetto di “social network”, che rappresenta la rete di relazioni che gli utenti creano attraverso i social media, costruendo comunità virtuali basate su interessi, preferenze e interazioni.

Il ruolo dei social media durante la pandemia

Durante la pandemia di COVID-19, i social media hanno assunto un ruolo cruciale nella vita delle persone, fornendo uno spazio virtuale per il lavoro, lo studio e le interazioni sociali. Tuttavia, l’incremento dell’uso delle piattaforme digitali ha portato alla luce il fenomeno della dipendenza da social media, un problema che già si osservava prima della pandemia, ma che è emerso in maniera più marcata quando le interazioni sociali faccia a faccia sono state ridotte drasticamente.

Dipendenza dai social media: una prospettiva psicologica

La “Dipendenza da Social Media” è considerata una dipendenza comportamentale, caratterizzata dall’incapacità di controllare l’uso dei social network, con conseguenze negative per la vita quotidiana. La persona affetta da questa dipendenza sperimenta un irrefrenabile bisogno di essere connessa, mostrando sintomi quali preoccupazione per l’uso dei social, sviluppo di tolleranza e astinenza, e compromissione del funzionamento in ambiti personali e sociali.

Tra i fattori di rischio psicologici, emergono la scarsa tolleranza alla frustrazione, difficoltà nella regolazione emotiva e la presenza di altri disturbi mentali, come ansia e depressione. Un uso eccessivo dei social media può portare a disturbi del sonno, ansia, stress e depressione, oltre a problemi di tipo relazionale, come l’isolamento e la sostituzione del mondo reale con quello virtuale.

Una prospettiva filosofica: il concetto di libertà e alienazione

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La dipendenza dai social network può essere interpretata anche attraverso una lente filosofica, in particolare considerando il concetto di libertà. Secondo alcune teorie esistenzialiste, l’essere umano cerca costantemente un equilibrio tra libertà e costrizioni. L’eccessivo uso dei social network rappresenta una forma di alienazione, un allontanamento dalla realtà concreta in favore di una realtà digitale che risponde ai desideri immediati, ma che impoverisce l’esperienza umana.

Il filosofo Byung-Chul Han sostiene che la società digitale ha trasformato gli individui in soggetti di performance continua, sempre connessi, sempre produttivi, incapaci di disconnettersi dal ciclo di visibilità e riconoscimento online. La ricerca continua di approvazione attraverso “like” e commenti diventa una nuova forma di schiavitù psicologica, in cui la libertà dell’individuo è sacrificata in nome del consenso sociale.

La Dipendenza dai Social Network: Aspetti Giuridici e Normativi

La dipendenza da social network è un fenomeno crescente, che solleva questioni complesse dal punto di vista giuridico. L’utilizzo dei social media, essendo parte integrante della sfera della libertà personale e del diritto di espressione, è tutelato da varie norme nazionali e internazionali, come l’articolo 21 della Costituzione Italiana, che garantisce la libertà di espressione, e l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Tuttavia, il confine tra l’uso libero di tali piattaforme e l’abuso che conduce alla dipendenza è sottile, e le conseguenze di tale dipendenza richiedono un’analisi accurata da parte del diritto.

La Protezione degli Utenti Vulnerabili

Un primo tema di grande rilevanza è la protezione degli utenti vulnerabili, specialmente i minori. La dipendenza da social network ha effetti profondi sul benessere psico-fisico degli individui, in particolare di coloro che non dispongono ancora di strumenti adeguati per comprendere e limitare l’utilizzo dei media digitali. In questo contesto, l’articolo 31 della Costituzione Italiana sancisce la necessità di proteggere i giovani, e il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) impone che il trattamento dei dati personali dei minori avvenga con il consenso dei genitori o di chi esercita la responsabilità genitoriale. Questo quadro normativo, tuttavia, non affronta in maniera specifica il problema della dipendenza, aprendo la strada a dibattiti su nuove regolamentazioni che tutelino maggiormente i soggetti più fragili.

Privacy e Protezione dei Dati Personali

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Un secondo aspetto cruciale è la tutela della privacy e dei dati personali. Le piattaforme di social media raccolgono una vasta quantità di dati sugli utenti, e l’utilizzo prolungato dei loro servizi aumenta il rischio di esposizione a pratiche di raccolta dati invasive. La dipendenza da social network può portare a una sovraesposizione degli utenti, mettendo a rischio la loro privacy. Il GDPR rappresenta uno strumento fondamentale in questo senso, imponendo rigorosi obblighi di trasparenza alle aziende tecnologiche e il diritto degli utenti alla cancellazione dei dati (“diritto all’oblio”, art. 17 GDPR). Tuttavia, la rapidità con cui evolvono le tecnologie rende necessaria una costante revisione delle normative.

La Responsabilità delle Aziende Tecnologiche

Un aspetto ancora più controverso è la possibile responsabilità delle aziende tecnologiche per i danni causati dall’uso compulsivo delle loro piattaforme. Numerosi studi evidenziano come le piattaforme digitali, attraverso l’uso di algoritmi, incentivino un utilizzo prolungato dei loro servizi, alimentando la dipendenza degli utenti. Van Dijck  ha analizzato come questi algoritmi siano progettati per catturare l’attenzione e prolungare il tempo trascorso online, suscitando interrogativi sulla responsabilità legale delle aziende.

Il concetto di “design adictivo” apre scenari legali nuovi: se fosse dimostrato che un’azienda ha intenzionalmente progettato i propri prodotti per creare dipendenza, essa potrebbe essere considerata responsabile per i danni psico-fisici causati ai consumatori. Tuttavia, questo campo è ancora in evoluzione e non esistono precedenti giuridici consolidati che stabiliscano chiaramente la responsabilità delle piattaforme in questi casi.

Inoltre, le piattaforme spesso si appellano al fatto che l’uso è facoltativo e che spetta agli utenti limitarne l’utilizzo. Tuttavia, si sta facendo sempre più strada l’idea che esista un dovere morale e giuridico da parte delle aziende di progettare i propri prodotti in modo responsabile, evitando pratiche che possano ledere il benessere degli utenti.

Conclusioni

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In conclusione, la dipendenza da social network pone sfide significative per il diritto contemporaneo. Sebbene non esistano normative specifiche che regolamentino questa dipendenza, vi è una crescente attenzione verso la tutela degli utenti, in particolare dei più vulnerabili, e verso la responsabilità delle aziende tecnologiche. Sarà compito dei giuristi e dei legislatori sviluppare nuovi strumenti normativi in grado di affrontare queste problematiche in continua evoluzione.

Daniele Onori

Bibliografia

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