Pendolaria 2025: Il trasporto pubblico in Italia tra criticità e proposte

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Il nuovo report Pendolaria 2025, pubblicato da Legambiente, mette in luce le difficoltà strutturali che continuano a gravare sul sistema del trasporto pubblico in Italia. Questi problemi sono aggravati da finanziamenti insufficienti e disservizi frequenti.

Una delle principali criticità individuate da Legambiente riguarda i finanziamenti, che nel 2024 ammontano a soli 5,2 miliardi di euro, con un incremento minimo di 120 milioni previsto per il 2025. Questo aumento risulta decisamente insufficiente a coprire le esigenze del settore, che richiede investimenti ben più sostanziosi per migliorare le infrastrutture e i servizi.

Per questo l’associazione ambientalista lancia un monito al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini: Le risorse economiche necessarie per una efficace cura del ferro, ossia almeno 3 miliardi di euro aggiuntivi al Fondo Nazionale Trasporti, 500 milioni di euro l’anno per l’acquisto di treni regionali, 5 miliardi di euro per la costruzione e riqualificazione di linee metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane, oltre a 200 milioni di euro all’anno per migliorare i servizi Intercity, sono recuperabili eliminando una parte dei sussidi alle fonti fossili e abbandonando progetti inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina e quelli dannosi per l’ambiente e l’economia, come nuove superstrade e autostrade in aree già dotate di queste infrastrutture”.  

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Nel contempo, la crisi climatica ha avuto un impatto devastante sul trasporto pubblico, con ben 203 eventi meteo estremi registrati negli ultimi 15 anni, che hanno causato gravi disservizi su treni, metropolitane e tram. Le città di Roma, Napoli e Milano sono state particolarmente colpite, evidenziando la vulnerabilità del sistema.

Secondo il Rapporto del Mit “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità”, i danni su infrastrutture e mobilità provocati dalla crisi climatica aumenteranno entro il 2050 fino a circa 5 miliardi di euro l’anno e, in assenza di misure di adattamento, raggiungerebbero un valore tra lo 0,33% e lo 0,55% del PIL italiano al 2050.

Un altro problema rilevante è il divario tra Nord e Sud Italia. Al Sud, l’età media dei treni è doppia rispetto a quella del Nord, con molte linee ormai dismesse da anni e una rete ferroviaria in gran parte non elettrificata. La situazione è ancora più grave nelle aree rurali, dove il trasporto pubblico è spesso insufficiente e malmesso.

Le linee più problematiche del Paese, secondo il report, includono la Roma Nord-Viterbo, la Milano-Mortara-Alessandria e la Firenze-Pisa. Queste linee sono caratterizzate da frequenti ritardi, guasti e frequenze insufficienti, che rendono il trasporto pubblico inefficiente e poco affidabile. Al Sud, la situazione è ancora più critica, con tratte come la Caltagirone-Gela, che sono sospese da oltre dieci anni, causando enormi disagi per i pendolari e isolando intere comunità.

“Il trasporto ferroviario, nonostante alcuni segnali positivi, è ancora vittima – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – di scelte politiche insensate che rispondono con fatica ai bisogni reali del Paese. Il 2024 è stato un anno difficile per la mobilità sostenibile e su ferro, tra guasti, ritardi, eventi meteo estremi che hanno avuto diversi impatti e la continua corsa all’annuncio di grandi e inutili opere, come il Ponte sullo Stretto, che hanno distolto l’attenzione dai veri problemi di chi viaggia in treno ogni giorno.

Serve una vera cura del ferro, con investimenti mirati per potenziare il trasporto pubblico su rotaia investendo su treni moderni, raddoppi di linee, passanti ferroviari, potenziamenti, velocizzazioni, nuove stazioni, elettrificazione, infrastrutture efficienti e mobilità sostenibile per migliorare la qualità della vita dei cittadini, la qualità dell’aria e raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi, promuovendo un sistema di trasporto integrato e sostenibile, degno di un paese moderno”.  

Legambiente suggerisce anche di promuovere una mobilità urbana più sostenibile, attraverso l’introduzione di piste ciclabili, un trasporto pubblico più efficiente e l’istituzione di zone a traffico limitato nelle grandi città. L’abbandono di progetti come il Ponte sullo Stretto sarebbe una mossa fondamentale per destinare quelle risorse a interventi più urgenti e concreti per il miglioramento del sistema di trasporto pubblico.

“Il rinnovo del parco treni e il miglioramento delle infrastrutture non sono sufficienti se il servizio non risponde alle reali esigenze dei cittadini,” aggiunge Roberto Scacchi, responsabile mobilità di Legambiente. “È necessario raddoppiare tutte le tratte a binario unico, moltiplicare servizi su ferro e aumentare la frequenza delle corse dei treni in tutte le aree interne su ogni tratta ferroviaria, così come nelle aree urbane, soprattutto durante le ore di punta.

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A Napoli e Roma, anche le linee metropolitane soffrono di frequenze incredibilmente scarse, mentre in città come Londra, Parigi, Madrid e Berlino la frequenza è di tutt’altro livello. La carenza di passaggi, soprattutto al Sud, rende il servizio meno affidabile, spingendo i pendolari verso il mezzo privato, contribuendo così ad aumentare i livelli di smog e congestione stradale”. 

Nonostante le difficoltà, ci sono anche segnali positivi che emergono dal report. Alcuni progetti, come la nuova linea M4 a Milano e la linea 6 a Napoli, rappresentano importanti passi avanti, così come i nuovi tram a Bologna e Padova. Inoltre, la Valle d’Aosta ha introdotto un abbonamento mensile unico di 20 euro, che sta già dimostrando il suo impatto positivo sulla mobilità locale. La M4 milanese, in particolare, contribuisce a ridurre milioni di spostamenti in auto ogni anno, migliorando la qualità dell’aria e incentivando l’uso del trasporto pubblico.

In conclusione, Legambiente sottolinea la necessità di una vera e propria “cura del ferro” per il trasporto pubblico italiano. Ciò implica interventi mirati per migliorare le infrastrutture, i servizi e le interconnessioni tra le diverse modalità di trasporto. Solo con un impegno serio e costante sarà possibile migliorare la qualità della vita dei cittadini, ridurre l’impatto ambientale del settore e ridurre il divario tra le diverse aree del Paese.



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