“Chi non rispetta le regole deve chiudere subito”

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Il Capogruppo di Fratelli d’Italia, Luca Negrini, interviene sull’aggressione avvenuta venerdì – fortunatamente senza gravi conseguenze fisiche – ai danni dell’ex presidente del Quartiere Uno, Antonella Bernardo, schiaffeggiata da uno straniero dopo essersi recata presso un negozio di alimentari etnico per chiedere al titolare di rispettare maggiormente il decoro urbano.

“In primo luogo – dichiara Negrini – solidarietà all’ex presidente del Quartiere Uno. Ancora una volta ci troviamo di fronte alla violenza di soggetti sbandati o drogati che utilizzano i negozi etnici per comprare cibo, ma soprattutto birra, vino e superalcolici a basso costo. Questi prodotti, consumati all’esterno senza alcun rispetto per il senso civico, contribuiscono a creare sacche di degrado e sporcizia a ridosso degli esercizi e nelle aree pubbliche della città: una situazione che segnaliamo da tempo e che non può più essere tollerata”.

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“In passato – prosegue il capogruppo – come Fratelli d’Italia, oltre ad evidenziare in più occasioni la necessaria attenzione e l’importanza di mettere in campo un sistema strutturato di verifica e monitoraggio di questi esercizi commerciali abbiamo effettuato un accesso agli atti per conoscere il numero di negozi etnici presenti nel centro storico, e il risultato è stato impressionante: si parla di oltre 40 attività nel cuore della città. a cui vanno aggiunti quelli che non sono all’interno del perimetro del centro. Molti di questi esercizi sono stati segnalati dai cittadini per il degrado che generano e per la mancata osservanza dei regolamenti, come la vendita di superalcolici ai minori. Si tratta di un problema grave che non può essere ignorato, soprattutto perché molti giovani frequentano questi negozi per acquistare alcolici a basso costo, in molti casi, senza alcun controllo da parte dei titolari o dei gestori. Come se non bastasse, non possiamo ignorare che intorno a questi esercizi si siano verificati numerosi casi di violenza e criminalità. L’episodio di ieri rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie, caratterizzata nella maggior parte dei casi da risse e spaccio di droga. Emblematico è il caso del negozio di viale Gramsci, per il quale sono state necessarie innumerevoli segnalazioni prima di arrivare alla chiusura definitiva, dato che, oltre a violare le regole, si era trasformato in un punto di ritrovo per attività illecite”.

“Questi elementi – sottolinea Negrini – insieme all’aggressione avvenuta ieri, confermano ulteriormente la necessità di un giro di vite deciso e di un regolamento molto più rigoroso per i negozi etnici. È essenziale adottare procedure più rapide per arrivare alla chiusura definitiva degli esercizi che violano le regole, compresi i principi di convivenza civile con residenti e lavoratori della zona. Semplici sanzioni pecuniarie non sono sufficienti a garantire il rispetto delle norme, soprattutto da parte di quei gestori che si ritengono al di sopra di esse. Per questo, è indispensabile inasprire significativamente le misure che portano alla chiusura definitiva per i recidivi”.

“È inoltre indispensabile intensificare i controlli igienico-sanitari – aggiunge il capogruppo – verificando con rigore il rispetto dei parametri da parte degli esercizi che vendono frutta e verdura. Troppo spesso gli alimenti vngono esposti sul ciglio della strada, attirando topi e altri animali. Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni riguardo alla scarsa qualità dei prodotti, che devono essere monitorati con regolarità. Anche in questo ambito, è chiaro che occorra intervenire rapidamente per chiudere definitivamente quegli esercizi che non rispettano i requisiti igienici. Infine, è doveroso affrontare il problema della concorrenza sleale generata dall’apertura di questi esercizi nelle vicinanze di bar o supermercati che, a causa di costi di gestione più elevati, non possono competere sui prezzi. Riteniamo necessario adottare un regolamento specifico che limiti il numero massimo di aperture di tali attività in città,come già accade in altre realtà in Italia, con regole rigorose sugli orari di apertura, sulle sanzioni per le violazioni e sui requisiti igienici”.

“Queste misure sarebbero una garanzia anche per quei negozi etnici che rispettano le regole. Porteremo nuovamente la questione in Consiglio Comunale, perché non si può più ignorare, in nome del politicamente corretto o di una falsa integrazione, i problemi diffusi che emergono in questi contesti”, conclude Negrini.



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