Verona e Udinese un pari da “legge dei grandi numeri”

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L’esonero di Cioffi l’anno scorso, la presenza di Zanetti sulla panchina dell’Hellas, tecnico in passato trovatosi piuttosto vicino ai bianconeri, l’ultima partita del girone d’andata idonea a stilare un equo consuntivo, sono almeno tre dei motivi per cui Verona e il Bentegodi, non possono rappresentare una partita come le altre.

Immersi in pieno mercato invernale, non possiamo omettere altresì la neo disponibilità del difensore francese Oumar SOLET, un elemento molto atteso, in grado di rafforzare concretamente il pacchetto difensivo. 

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Il tecnico scaligero alla vigilia ha peraltro riconosciuto un grande valore al derby triveneto, asserendo che la gara potrebbe avere in sé un grande coefficiente di importanza in relazione al futuro prossimo. Trovatosi tre settimane fa ad un passo dall’esonero, il mister giallo-blu con due fondamentali vittorie ottenute in Emilia, prima a Parma e poi a Bologna intervallate dallo stop casalingo con il Milan, è tornato prepotentemente in sella alla propria creatura, dando ragione a chi era contrario al suo allontanamento.

RUNJAIC per contro, sa che un risultato importante ottenuto in Veneto, potrebbe dare lo slancio atteso per un girone di ritorno scintillante. In difesa non c’è che l’imbarazzo della scelta (GIANNETTI) a parte, a centrocampo torna tra i disponibili a pieno regime PAYERO, in avanti pur mancando ancora DAVIS, si registra un Nino Maravilla scalpitante e desideroso di fornire il proprio contributo.

Le scelte del tecnico premiano almeno in partenza SOLET (a sinistra) e KRISTENSEN schierati ad affiancare il centrale BIJOL dietro, PAYERO che prende il posto di EKKELENKAMP in mezzo al campo, mentre KAMARA riprende il suo posto sull’out sinistro, nel consueto 352.

Si parte non prima di un minuto di silenzio, cui ci aggiungiamo per stima personale, in ossquio al piombinese di Salivoli Aldo Agroppi, scomparso in questi giorni, giocatore che in passato ha dato lustro al Torino, ma allenatore in massima serie, nonché opinionista sagace, ironico tagliente nelle proprie disamine, mai banali. 

L’Udinese schierata con il consueto modulo in maglia lilla (non troppo foriera di buoni risultati), sembra tenere bene il campo rintuzzando senza molto soffrire la verve iniziale dei padroni di casa. Il Verona come i bn nella passata stagione, non sembravano affatto cercare il possesso palla (sono infatti ultimi nella speciale classifica) lasciando di fatto agli ospiti l’iniziativa. Forse le squadre temendosi oltre il lecito, non azzardavano più del dovuto incursioni offensive. Gli esterni bn spingevano poco e le palle per LUCCA potevano arrivare alla fine solo dal genio calcistico di THAUVIN, il quale rimaneva l’unico vero ispiratore di gioco. Alla fine un tiro per i padroni di casa con Serdar e uno su punizione dal limite di THAUVIN, racchiudevano un primo tempo con i friulani a dimostrare una buona personalità (60% di possesso palla) e il Verona a cercare costantemente lanci lunghi per le due punte, peraltro ben neutralizzati da SOLET e compagni.

Si chiudeva la frazione con un nulla di fatto, autentico specchio dei 45’ giocati. Sarebbe servito maggior coraggio per omaggiare i 2000 tifosi bn accorsi, al fine di cercare più convintamente l’intera posta.

L’Udinese rientrava dagli spogliatoi come spesso accade, ci ripetiamo ma é giusto sottolinearlo, piuttosto molle concedendo un paio di occasioni su errori in disimpegno. Fortuna che Tengstedt calciava di esterno destro dai 12 metri anziché provare il sinistro pieno. Subita la sveglia gli uomini di RUNJAIC iniziavano a macinare gioco e prima LOVRIC subendo forse fallo da Suslov (figuriamoci se il VAR richiamava l’attenzione del fischietto…) impegnava in una super parata Montipò, poi era KAMARA a gettare alle ortiche il vantaggio su rimpallo favorevole ad appena 6 metri dalla linea di porta. Poi per soltanto un paio di minuti, mr. RUNJAIC invertiva SOLET (ottimo il primo tempo del francese) con KRISTENSEN, per ritornare rapidamente sui suoi passi. Al 55º era LUCCA a scagliare prima un gran tiro, poi al 70º un colpo di testa piuttosto debole verso l’estremo scaligero in evidente serata di grazia. Poco oltre metà ripresa, il fatto che poteva cambiare le sorti della gara; i gialloblù perdevano il dinamico centrocampista SERDAR per doppia ammonizione tanto che il tecnico bn faceva entrare ATTA ed EKKELENKAMP in sostituzione dei due interni un po’ provati.

Una volta gli avversari in 10, entravano progressivamente ALEXIS, BRAVO (per LUCCA), e RUI MODESTO, ma nonostante un naturale dominio del campo, non si riusciva ad andare oltre una gran traversa su tiro dal limite di ATTA su cui il portierone veronese si superava, e un “appoggio” di KAMARA (molto deludente la sua prova) dai 10 metri, esterno che anziché tirare una fucilata si limitava appunto ad appoggiare di piattone verso il portiere.

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Peccato, perché si erano generati i presupposti per ottenere i 3 punti che avrebbero dato gran lustro ad una classifica comunque buona. Per i cultori dei numeri, sino alla vigilia, Verona 0 pari in stagione, Udinese 3, numeri che in effetti potevano far presagire ad un pari se non altro su base “statistica”.

In merito al gioco espresso, insufficienti come spesso accade le corsie, dove gli interpreti non son riusciti a fornire l’apporto necessario, mentre bene specialmente nel primo tempo, la presenza di SOLET, elemento che per stazza e sicurezza sembra aver conferito sostanza al reparto (da diverso tempo peraltro non si otteneva un clean sheet – ultimo per la cronaca, 2-0 col Cagliari il 25.10).

Come riflessione finale, lungi da noi sostituirci al tecnico che si sta guadagnando giustamente i consensi da parte della critica, ma soppesando il potenziale difensivo dei 3 colossi schierati dietro, optare con decisione verso un 4321 (EHIZIBUE o ABANKWAH potrebbero fare da 4º di destra) e dare definitivo spazio ad ALEXIS nei 2 dietro punta, non sembrerebbe un azzardo, anzi… 

El Nino che anche al Bentegodi nei 15’ in cui é stato inserito ha fatto vedere che al pallone sa sempre dare del “tu”.., potrebbe fornire la soluzione ideale per innescare al meglio un LUCCA o DAVIS (l’ariete bn sabato sarà assente per squalifica), visto che puntare reiteratamente su di un 352 “monco” senza un numero sufficiente di cross o di chiusura in zona gol da parte dei quinti, non sembra valerne proprio la pena. Molto meglio allora sfruttare il dinamismo dei centrocampisti incursori, EKKELENKAMP in primis, per cercare centralmente la via del gol con THAUVIN e SANCHEZ abili all’occorrenza nel saper sfruttare le fasce d’attacco in modo assai più produttivo dell’attuale.

Ovvio che il mister avendo a disposizione quotidianamente tutti i giocatori, tenda ad accantonare per ora questa idea, possedendo per contro i requisiti necessari atti ad impostare il canovaccio tattico migliore. Pur tuttavia, per non alimentare rimpianti e verificare il potenziale del gruppo, riteniamo sussistano le condizioni per sperimentare qualcosa di nuovo, in fondo 25 punti in un girone non sono pochi, forse non daranno certezze assolute, ma la tranquillità per osare, riteniamo possa esserci.

AM

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