Per il trasporto locale, i due esperti si ispirano al modello europeo e suggeriscono gli autobus ad alto livello per raccordare la città al lago di Garda
I francesi, grazie alla musicalità della loro lingua, hanno trovato la definizione più rotonda e sonora: «Bus Haut niveau de Service» (Bhns) ovvero «Autobus ad alto livello di servizio»: sono i mezzi elettrici che collegano il centro e le periferie di Nantes, Metz, Rouen, Strasburgo, Nizza, Clermont Ferrand, ma anche di Dublino e Bristol e che in Italia fanno gola a Bergamo, Bologna, Bari, Taranto.
A Brescia ci sono due esperti convinti che le bus-vie siano la risposta giusta (più e meglio del tram, che si fermerà alle porte della città) ai collegamenti interni al capoluogo e a quelli fra Brescia e Salò. Sono due persone informate dei fatti: Giorgio Schiffer è il fondatore di Brescia Mobilità, di cui è stato amministratore delegato dal 2001 al 2005 per poi assumere la presidenza di Brescia Trasporti dal 2005 al 2009. L’altro è Alberto Croce, direttore dell’Agenzia del Trasporto pubblico locale (Tpl) di Brescia dal 2015 al 2021.
Entrambi sono amici del trasporto su ferro (Schiffer è fra i padri nobili del metrò bresciano, Croce è stato a lungo consulente di Ferrovie nord) eppure critici sulla scelta tramviaria di Brescia e soprattutto convinti che, una volta fatta la linea T3 del tram, la T2 (Violino-Sant’Eufemia) dovrebbe essere una bus-via per ragioni economiche di realizzazione e di gestione, per questioni di tempo e per la possibilità di estendersi fino a Salò.
Croce segnala quel che sta avvenendo in Europa: «La città di Strasburgo ha rinunciato all’estensione di 5 km della linea 6 del tram. Fra i motivi ci sono i costi: il preventivo del 2021 di 140 milioni, pari a 28 milioni al km, è diventato di 220 milioni, pari a 44 milioni al km. Stessa decisione nell’austriaca Salisburgo, dove un referendum ha bocciato una nuova linea ferroviaria suburbana: il rapporto costi-benefici non reggeva. Rouen, che ha un metrò automatico costato 1,3 miliardi, ha appena varato un programma di 4 linee Bhns del costo di 200 milioni: 4 milioni al chilometro».
A Brescia, si sa, la linea tramviaria T3 (dalla Pendolina alla Fiera) è finanziata da Roma e in rampa di lancio, mentre per la T2 (dal Violino a Sant’Eufemia) c’è il mandato a Brescia Mobilità di cercare fondi ministeriali. Schiffer, studiando il dossier, s’è convinto che per la T2 sarebbe meglio una bus-via. Croce, che ha studiato l’ipotesi del Broletto di metropolitana diretta ai Tormini, è arrivato alla stessa scelta trasportistica. Morale: insieme sostengono che una bus-via, dal Violino a Salò, sarebbe preferibile dal punto di vista tecnologico, urbanistico ed economico.
Schiffer: «Ci si è fermati all’idea di tram urbano senza nemmeno pensare ad alternative di analoga qualità ma meno costose, meno invasive, con tempi di realizzazione dimezzati. Eppure il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) contiene indicazioni tecniche che suggeriscono una gradualità di implementazione della ‘rete di forza’ urbana e saggiamente prospetta soluzioni come le bus-vie dedicate, per commisurare le scelte tecniche alle effettive esigenze di capacità di trasporto da soddisfare». Schiffer spiega che i bus elettrici in città dovrebbero viaggiare su corsie riservate, con una gestione premiante degli incroci, e nel tratto Via Colombo-Palagiustizia potrebbero ricalcare pacificamente, su gomma, lo stesso percorso del tram T3, offrendo «un trasporto pubblico performante in termini di frequenze, orari, tempi e comfort di viaggio».
Certo, con una bus-via che si spinge per decine di km in provincia, dovrebbe mutare la governance: se oggi è decisivo il ticket Loggia-Brescia Mobilità, nell’ottica della bus-via Brescia-Salò diventerebbe protagonisti quella che Schiffer chiama «Giunta delle istituzioni” (con Comune, Provincia e Regione) e l’Agenzia del Tpl.
Croce: «Il Pums indicava la bus-via come scelta prioritaria ma colpevolmente è stata trascurata dall’amministrazione nel processo decisionale. Ora non resta che concentrarsi sulla T2. Nel tratto urbano questa bus-via potrebbe avvantaggiarsi della creazione della strada di servizio al cantiere della Tav. I 23 km da Sant’Eufemia a Tormini, poi, sarebbero percorribili in circa 28 minuti, con frequenze di 12’, con 20 fermate e con un risparmio del 22% sui tempi di percorrenza attuali. Inoltre, mentre il fantomatico metrò dovrebbe attestarsi ai Tormini, i bus elettrici, prendendo la viabilità ordinaria, arriverebbero fino a Salò».
Tempi e costi? I due esperti sono concordi: «400-450 milioni, e con due-tre anni di lavori la bus-via dal Violino a Salò potrebbe essere in funzione».
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