Gasdotto, il Sud nuovo hub per il gas ma ora occhio alle bollette

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Con 10 miliardi di metri cubi di gas importato attraverso il gasdotto di Melendugno, la Puglia si conferma territorio nodale per l’approvvigionamento energetico nazionale. La nuova crisi del gas, dopo lo stop alle forniture di metano russo all’Europa centrale attraverso l’Ucraina, e l’incombere degli aumenti in bolletta per cittadini e imprese, ha riacceso un’ipotesi già accarezzata da molti nei mesi scorsi: il Sud Italia come un grande hub del gas per mettere al riparo il Paese dalle oscillazioni legate ai delicati equilibri geo politici internazionali, in Europa e oltre oceano. Intanto il prezzo del metano nelle ultime ore ha superato i 50 euro a megawattora ma il ministro rassicura sullo stoccaggio: «Scorte fino all’80% e aumenti già arrivati al picco».

La crisi e gli aumenti 

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Per il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, l’Italia è al sicuro con quantità già importate che dovrebbero consentire agli italiani l’approvvigionamento necessario ad affrontare questi due mesi di inverno. La situazione, scorte a parte, in ogni caso appare molto complessa e instabile. Il clima rigido e l’oscillazione dei prezzi rappresentano un’incognita per famiglie e imprese che rivivono l’incubo del 2022 quando, con lo scoppiare del conflitto Ucraina – Russia, l’escalation dei prezzi, che ha prodotto tariffe e bollette più che triplicate, e le azioni speculative avevano messo a dura prova i bilanci aziendali e l’economia domestica di tante famiglie, frenando in parte produzioni e consumi.

Le bollette

Per i clienti del mercato tutelato, segnala Arera, già a dicembre 2024 il prezzo del gas è aumentato del 2,5%; le prospettive per i consumatori sono anche peggiori: secondo gli analisti di Goldman Sachs, se le temperature continueranno ad essere rigide, nei prossimi due mesi il prezzo del gas potrà salire persino tra 63 e 84 euro al megawattora. Motivo per il quale Pichetto ha sollecitato fra l’altro un price cap europeo: bloccare le tariffe tra 50 e 60 euro per frenare la speculazione. «A livello nazionale – ha dichiarato tuttavia il ministro – per quanto riguarda la quantità di gas, tranquillizzo tutti, non abbiamo problemi. Abbiamo in questo momento uno stoccaggio che sfiora l’80%. Pertanto, riusciamo a fare fronte a quello che è anche il passaggio invernale dei prossimi due mesi sotto l’aspetto quantitativo». Le previsioni parlano di aumenti fino al 30% in più rispetto ai primi mesi dello scorso anno, ormai il 2024, e al 2023 e, come lui stesso ha affermato, esiste un alto rischio di speculazioni. «Bisogna avere massima attenzione sui prezzi del gas» – ha aggiunto- perché «tutto questo determina una riduzione di quantitativi verso l’Europa. Tuttavia secondo molti analisti abbiamo già scontato gli aumenti nell’ultimo mese.

Aumento del 30%

Gli organi di stampa danno un po’ tutti una stima del +30% di aumento rispetto al 2023 ma, di fatto, se andiamo a leggere siamo già su quei valori a livello di gas, perché ha superato i 50 euro a megawattora. La maggior parte degli osservatori sostiene che dovremmo aver già scontato l’aumento del costo ma ci vuole molta cautela». L’Italia insomma non avrebbe di che preoccuparsi in fatto di quantità disponibile ma resta la questione di fondo: come dichiarato dal presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, proprio sulle colonne di questo giornale «i prezzi che fanno salire le nostre bollette e il nostro deficit energetico rappresentano oggi un nuovo record dal 2023 ed è un delitto economico che le nostre riserve di gas, abbondanti al Sud, non vengano sfruttate». Rilanciando così l’idea di un grande centro di interconnessione. «Il Sud- spiega Tabarelli- copre già più della metà della domanda totale di gas e ciò che gli manca per diventare un vero hub è qualche rigassificatore e una maggiore produzione nazionale». Non solo questo. La stabilità in fatto di gas ed energia dipende da più fattori e per mettersi al riparo da continue crisi e svincolarsi da una dipendenza energetica che mette cittadini e imprese sotto scacco è necessario lavorare su più fronti. «Il futuro – ha aggiunto ancora il ministro Pichetto nelle scorse ore- sarà un mix di tutte le energie. Sul fronte dell’energia elettrica, che è quella che fa la parte del leone anche per la decarbonizzazione, la domanda è prevista raddoppiare nei prossimi 15-20 anni. L’unico modo per soddisfarla è utilizzare tutti i percorsi decarbonizzati – idroelettrico, geotermico, eolico, fotovoltaico – per dare continuità ed evitare situazioni che si sono verificate in Germania un mese fa, con una produzione che sia regolabile, di continuità”, passando per soluzioni come il nuovo nucleare, e non parlo per oggi o per domattina. Riguarda strumenti che oggi sono in fase di sperimentazione e che riguarderanno il prossimo decennio».

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