Il governo italiano, a Bruxelles, si è fatto portavoce di un’istanza, che sintetizziamo così: ci sono troppi lupi, vanno abbattuti. Fino a pochi decenni fa, a causa delle stragi dei cacciatori, i lupi in Europa erano a rischio estinzione. In Italia, negli anni Settanta, se ne stimavano un centinaio. Così la specie è diventata rigorosamente protetta (vale a dire, in sintesi, che non si può uccidere se non in circostanze eccezionali) e piano piano si è ripresa. Ora i censimenti dell’Ispra registrano circa 3.300 individui in tutta la nostra penisola (un po’ meno di mille stanno sulle Alpi). La specie è in espansione, ma resta vulnerabile, specialmente per via del bracconaggio e delle morti accidentali, come gli incidenti d’auto (ogni anno ne muoiono qualche centinaio). E se da una parte c’è chi alimenta una paura – ingiustificata – per le aggressioni dei lupi nei confronti dell’uomo, va ricordato come l’ultimo caso di cui si ha notizia, in Italia, risale a quasi 200 anni fa. Ma tra le ragioni che spingono la politica italiana a chiedere una svolta c’è la coesistenza tra lupi e allevatori, nonostante la Commissione Ue, nel recente passato, abbia dichiarato di voler privilegiare la prevenzione come soluzione più efficace sul medio e lungo termine per ridurre la perdita di bestiame.
Così alla fine del 2023 i Paesi membri dell’Ue hanno votato a favore del declassamento della tutela del lupo, da rigorosamente protetto a protetto (equiparandolo, quindi, a tutta la fauna selvatica omeoterma). E a inizio dicembre il Comitato permanente della convenzione di Berna (che conta 50 Stati), organo del Consiglio d’Europa, ha confermato la decisione. Perché i cacciatori possano tornare a uccidere i lupi, è necessario che Bruxelles modifichi la direttiva Habitat e che successivamente ciascun Paese metta mano alla propria legislazione. Non solo: dopo anni il Parlamento ha approvato una legge unicamente destinata alla montagna (il cosiddetto ddl Montagna) e in Senato è stato approvato un emendamento per permettere alle Regioni, in futuro, di stabilire quanti capi abbattere ogni anno.
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