Sintesi dei Contenuti da un convegno annuale 2024 (20 dicembre, ore 17, Aula Magna Conservatorio musicale “Braga” della rivista scientifica Prospettiva Persona (ANVUR e non ‘parrocchiale’)
Grazie ai relatori per i loro interventi tutti di livello scientifico e istituzionale( Flavio Felice, Unimol), Cesare Mirabelli (ex presidente della Corte Costituzionale), (Francesca Brezzi, Univ. Roma 3), Fabio Angelini (Uninettuno, Roma)
A distanza delle battute immediate e sciocche dimenticate, Oggi desidero riflettere con voi sul ruolo dello Stato, delle autonomie locali e del principio di sussidiarietà, temi centrali del Convegno per orientare il futuro della nostra società.
Pensatori personalisti e federalisti del Novecento come Jacques Maritain, Emmanuel Mounier, Luigi Sturzo e Denis de Rougemont si opposero alle derive centraliste e totalitarie, proponendo uno Stato che sostiene e non schiaccia le comunità locali.
Hobbes parlava di un “Dio mortale”, mentre Hegel vedeva lo Stato come “l’ingresso di Dio nel mondo”. Al contrario, il personalismo propone uno Stato al servizio della persona e delle autonomie locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà. In un contesto come il nostro, segnato dal dibattito sull’autonomia differenziata, queste idee risultano ancora estremamente attuali.
1. Ridimensionare lo Stato
Il personalismo critica l’idea di uno Stato assoluto e centralista. Jacques Maritain e Mounier sostengono che lo Stato è solo una parte della società politica, che include persone, famiglie e corpi intermedi.
Luigi Sturzo difendeva con forza le autonomie locali, affermando che la libertà è concreta e radicata nel territorio, non astratta e centralizzata.
Nella stessa direzione si muove Papa Pio XI nella Quadragesimo anno:
“Lo Stato deve aiutare e sostenere le realtà minori, ma senza mai assorbirle o distruggerle”.
Lo scopo è liberare le comunità locali dall’ingerenza statale, affinché possano esprimere al meglio le loro capacità, sempre in un quadro di solidarietà nazionale.
2. Il Principio di Sussidiarietà e l’Esatto Adeguamento
Il principio di sussidiarietà è il cuore del pensiero personalista: tutto ciò che può essere realizzato dai livelli più vicini alla persona – famiglie, comunità locali – non deve essere assorbito dallo Stato. Quest’ultimo interviene solo in modo sussidiario, ossia di supporto.
Emmanuel Mounier vede la sussidiarietà come un meccanismo che valorizza la responsabilità e promuove la partecipazione attiva delle persone nella vita sociale e politica.
Tuttavia, la sussidiarietà deve essere applicata con equilibrio per evitare due rischi:
- Una frammentazione dispersiva, dove ogni comunità agisce isolatamente.
- Una centralizzazione eccessiva, che invade spazi non di competenza statale.
Qui si inserisce il principio di esatto adeguamento, teorizzato da Denis de Rougemont e Héraud: ogni comunità deve avere risorse e competenze proporzionate ai propri compiti. Questo significa che:
- Le comunità locali devono essere messe nelle condizioni di svolgere pienamente le loro funzioni.
- Lo Stato o le autorità superiori intervengono solo quando necessario, senza invadere o soffocare le autonomie inferiori.
L’esatto adeguamento garantisce un equilibrio tra efficienza e autonomia, evitando il doppio rischio del centralismo e della frammentazione.
3. Autonomia Differenziata nel Contesto Italiano
In Italia, l’autonomia differenziata rappresenta una delle sfide attuali. Prevista dall’articolo 116 della Costituzione, essa riconosce alle Regioni la possibilità di ottenere forme particolari di autonomia per valorizzare le proprie specificità.
Tuttavia, le recenti pronunce giudiziarie hanno evidenziato delle criticità:
- La Corte Costituzionale del 4 dicembre 2024 ha bocciato sette trasferimenti di competenze – tra cui energia e istruzione – poiché richiedono una gestione unitaria a livello nazionale.
- La Corte di Cassazione, il 12 dicembre 2024, ha autorizzato un referendum abrogativo, aprendo un dibattito fondamentale sul futuro del decentramento amministrativo.
La sfida è garantire un equilibrio tra:
- Valorizzare le autonomie regionali, rispettando le specificità territoriali.
- Tutelare l’unità nazionale, assicurando uguali diritti e opportunità a tutti i cittadini.
Maritain e Sturzo ci ricordano che le autonomie locali non devono mai essere fine a se stesse, ma devono servire il bene comune e rafforzare la coesione sociale.
4. Federalismo Solidale e Visione Personalista
Il federalismo personalista, teorizzato da Denis de Rougemont, coniuga sussidiarietà e solidarietà. Non si limita a decentralizzare competenze, ma promuove una cooperazione armoniosa tra i livelli locali, regionali e nazionali.
Come scriveva Giovanni XXIII nella Pacem in terris, questo principio deve ispirare anche le relazioni internazionali, perché in un mondo interdipendente, solo la cooperazione multilivello può risolvere le grandi sfide globali.
Conclusione
Autonomia e solidarietà sono inseparabili:
- L’autonomia locale consente alle comunità di valorizzare le proprie risorse.
- La solidarietà nazionale garantisce che nessuno venga lasciato indietro.
Emmanuel Mounier ci invita a superare la democrazia formale, spesso vuota e individualista, per costruire una democrazia sostanziale basata sulla partecipazione attiva e sulla centralità della persona come essere relazionale.
Il personalismo ci offre una via concreta per affrontare le crisi contemporanee: serve una rivoluzione culturale e spirituale che rimetta al centro la dignità della persona e il suo ruolo attivo nella comunità.
Solo così, attraverso un federalismo solidale, una sussidiarietà ben applicata e l’esatto adeguamento, possiamo costruire una società più giusta, equa e partecipativa.
Grazie per l’attenzione
Attilio Danese
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