Ozzano dell’Emilia è al centro del dibattito pubblico bolognese a causa di un provvedimento adottato dalla giunta comunale poco dopo Natale, che introduce una tariffa di mille euro per chi intende rinunciare al proprio animale domestico. La misura ha acceso un ampio dibattito non solo per la delicatezza del tema, ma anche per la confusione generata tra i cittadini e le polemiche da parte di diverse associazioni animaliste, alcune delle quali minacciano di ricorrere al Tar.
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L’assessore Catrini fa chiarezza
L’assessore al Benessere animale di Ozzano, Giovanni Catrini, colto di sorpresa dall’attenzione suscitata dalla notizia nel piccolo comune, ha risposto sui social con due video esplicativi che delineano i dettagli del provvedimento. “Non si tratta di una multa né di una sanzione – ha chiarito – ma di un contributo destinato a coprire le spese per vitto, alloggio e cure veterinarie dell’animale nei canili convenzionati.”
Attualmente, il Comune di Ozzano dell’Emilia collabora con il canile di Loiano, che riserva agli ozzanesi tre posti per i cani abbandonati. Va inoltre sottolineato che anche città come Bologna e Modena applicano tariffe più basse. Nel capoluogo emiliano, ad esempio, la tariffa massima non supera i 500 euro, mentre a Modena arriva a un massimo di 800 euro.
Catrini ha precisato che la tariffa non sarà applicata in maniera indiscriminata: “È prevista solo per chi rinuncia al proprio animale per futili motivi. Nei casi di difficoltà socioeconomiche o altre situazioni delicate, interverremo con un discernimento attento, coinvolgendo servizi sociali, carabinieri e vigili urbani. Nessuno sarà lasciato solo.”
Rispondendo alle critiche mosse da alcune associazioni e cittadini, l’assessore ha cercato di rassicurare: “La nostra è una misura equilibrata e mirata. Le polemiche nascono spesso da interpretazioni errate o da comunicazioni poco chiare. Spero che ora sia tutto più trasparente: questa non è una punizione, ma un modo per proteggere gli animali e sostenere chi si occupa di loro con responsabilità.”
La multa per chi rinuncia al cane scatena le polemiche. Lelli: “Resta”
Gli animalisti fanno ricorso
“In questo provvedimento vediamo buone intenzioni, ma se pensano che alzando le tariffe si risolvano i problemi, sbagliano di grosso.” Così commenta Maurizio Pianazzi, vicepresidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane a Bologna e presidente della Consulta Animali e Habitat del Comune di Bologna, una delle associazioni contrarie alla misura.
“Questa misura – spiega Pianazzi – è in contrasto con lo spirito della legge regionale del 2000, che esclude oneri economici per chi non è più in grado di prendersi cura del proprio animale. Questa norma, introdotta vent’anni fa su nostra richiesta, mirava a prevenire l’abbandono degli animali, spesso causa di situazioni drammatiche come incidenti stradali o eutanasie illegali.” Il vicepresidente sottolinea come una tariffa così elevata possa spingere a comportamenti estremi, con gravi conseguenze per gli animali: “Abbiamo registrato casi di cani uccisi o abbandonati in condizioni atroci, come quello trovato di recente in un fiume con una pietra legata al collo.”
Pianazzi precisa che, in contesti diversi, tariffe più basse possono essere accettabili: “A Bologna, Modena e altre città con un’organizzazione più accogliente e regole chiare, abbiamo accettato tariffe modeste, come 200 o 300 euro, soprattutto quando servono a coprire i costi di gestione. Ma cifre esorbitanti come quelle proposte da Ozzano vanificano lo scopo della legge, che è tutelare gli animali e prevenire gli abbandoni.”
Secondo Pianazzi, il Comune di Ozzano non affronta una reale emergenza canina: “Parlare di un problema così inesistente sembra più una mossa di visibilità politica che una necessità concreta, e rischia di causare più danni che benefici.” Quanto alle valutazioni caso per caso promesse dal Comune per ridurre o esentare alcuni cittadini dalla tariffa, Pianazzi denuncia il rischio di arbitrarietà: “Le regole devono essere chiare e uguali per tutti. Non si può lasciare al giudizio di un assessore o di un funzionario una questione così delicata.”
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