«Il Veneto spetta alla Lega, ecco perché potremmo correre anche da soli»

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Onorevole Alberto Stefani, segretario regionale della Lega-Liga veneta, quand’è che si andrà a votare?
«Indipendentemente dalla data, la Lega si farà trovare pronta, stiamo lavorando per potenziare il partito e aprire sezioni (da ultime Villaverla, Gruaro e Val D’adige, altre 10 arriveranno nei prossimi mesi). Oltre agli uscenti, stiamo già raccogliendo le disponibilità a candidarsi di ulteriori personalità, anche civiche. Siamo in grado di comporre più liste».


Il centrodestra si presenterà compatto oppure c’è il rischio, dopo il mancato voto sul bilancio in consiglio regionale, che Forza Italia venga estromessa?
«Noi lavoriamo nell’alveo del centrodestra e auspico che Forza Italia – che al momento si è messa fuori dalla maggioranza – cambi idea e atteggiamento, decidendo di farne parte».

Sul terzo mandato dei governatori pare calato definitivamente il sipario: da Roma giungono indiscrezioni sul fatto che il Governo impugnerà la legge della Regione Campania che avrebbe consentito a Vincenzo De Luca di fare altri due mandati, cosa che avrebbe lasciato uno spiraglio per gli altri presidenti a partire proprio da Zaia. Anche lei si è arreso?
«Ci ho creduto per primo essendo il primo firmatario della proposta di legge sul terzo mandato e sono pronto a crederci per ultimo. Credo che indipendentemente da Luca Zaia, che meriterebbe di fare altri 10 mandati, lo sblocco dei mandati sia una misura di buonsenso e di libertà».

Senza Zaia ricandidabile, perché Fratelli d’Italia, che non ha un solo governatore al Nord, non dovrebbe chiedere la presidenza del Veneto? Tra l’altro qui è il primo partito.
«Le scelte si fanno in squadra. Ma è anche vero che alle amministrative i dati sono ben diversi: i sindaci e le amministrazioni della Lega sono stati riconfermati nel 97% dei casi, abbiamo vinto in oltre il 70% dei Comuni in cui ci eravamo presenti. Inoltre, dove ci siamo presentati – o siamo partiti – da soli, alle elezioni comunali anche di medio-grandi Comuni (penso a Bassano, Monselice, Portogruaro, Arzignano ed altri) abbiamo vinto con risultati straordinari».

Se il Veneto andrà a FdI, la Lega qui rischia di scomparire?
«Il Veneto è fondamentale per la Lega, ma anche la Lega è fondamentale per il Veneto: l’esperienza amministrativa e la classe dirigente del nostro partito, affinata nel tempo, ha qualità provate e più volte dimostrate sul campo. Ci sono delle sfide importanti: la crisi del settore manifatturiero, dell’automotive, i distretti e la piccola e media impresa che ha bisogno di sostegno. Penso alle infrastrutture e alle opere che verranno realizzate, le sfide della sanità e del sociale. La Lega non rivendica la presidenza del Veneto solo per una questione di bandiera ma perché è convinta di poter trovare al suo interno la figura migliore, che garantisca tutti nella coalizione a partire da un patto: prima di tutto viene il Veneto».

Lei sosterrebbe uno strappo della Lega? Cioè una corsa solitaria?
«In questi due anni è nato un polo identitario territoriale, insieme agli altri partiti autonomisti e liste civiche. Lo abbiamo fatto alle elezioni comunali e provinciali, vincendo di fatto ovunque. Detto questo, la Lega si riconosce nell’alveo del centrodestra, ma faremo valere al tavolo i nostri 159 sindaci, i nostri 1200 amministratori, le nostre 300 sezioni e i nostri 11mila tesserati. È questa la “riserva aurea” che ci permette di affrontare qualsiasi sfida, anche costruendo più liste, come fatto alle comunali».

Salvini sarebbe d’accordo? È vero che farete pesare i voti dei delegati veneti (quasi il 70% per Salvini) al prossimo congresso federale?
«Il Veneto contribuirà all’elezione di Matteo Salvini perché ha dimostrato coraggio, sacrificio e tanto lavoro in questi anni, nonostante attacchi di tutti i tipi, rischiando il carcere. Io, che l’ho seguito dalla sua prima elezione a segretario federale, posso assicurare che l’impegno profuso da Matteo Salvini non conosce paragoni. I delegati del Veneto ci hanno permesso di superare un congresso regionale in un momento delicato, garantendoci un direttivo forte e compatto. Li ringrazio ancora una volta, uno a uno. Se oggi c’è un partito compatto è grazie a loro e alle loro scelte».

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Con una corsa solitaria, chi candidato governatore? Lei? Mario Conte? Roberto Marcato?
«Il migliore candidato possibile. Spero sia lo stesso criterio che venga utilizzato per la coalizione. Siamo Veneti, comportiamoci da Veneti, scegliamo la figura e (cosa di non minore importanza) una squadra di top players per il Veneto, che merita le migliori eccellenze del mondo politico e della società civile».

A fine corsa sono anche gli assessori che hanno già fatto due mandati, praticamente tutti tranne Francesco Calzavara. Il partito sosterrà una deroga o spingerà per un rinnovo anche per far crescere una nuova classe dirigente?
«Come deliberato, condividerò la decisione con il direttivo stesso che come sempre è sovrano. Cercheremo di contemperare le scelte con la conservazione dell’esperienza in alcuni settori strategici e con la vitale necessità di rinnovamento della classe dirigente».

Lei dice che il partito è cresciuto, ma non siete più il primo partito in Veneto. Cosa vi rimproverate e come pensate di agire?
«Che il movimento sia cresciuto lo dicono i numeri: tesserati, sezioni, amministratori. La Lega è stato il primo partito alle recenti amministrative comunali e provinciali. Lavoriamo mettendo davanti a tutto i Veneti e le loro richieste e lo sarà alle prossime regionali».





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