IL 2025 NEL SEGNO DEL RISCATTO DEL SUD MA IL GOVERNO MELONI SE NE ACCORGERÀ?

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di PIETRO MASSIMO BUSETTA – Vi sono dei momenti, quando sei vicino al mare, nei quali improvvisamente il vento si calma, tutto si ferma e poi comincia a tirare da un’altra parte.

È la stessa sensazione che si sta avendo nel Mezzogiorno.

Che qualcosa, indipendentemente dalla volontà dei cosiddetti policy maker, stia cambiando. Che dopo un lungo periodo in cui il vento è soffiato sempre dal Nord adesso, anche se non tira da Sud, vi è quel momento di calma che preannuncia il cambio di direzione.

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Il 2025 potrebbe essere l’anno della svolta? Proviamo a mettere uno dietro l’altro i segnali che fanno presagire il cambio di direzione.

Il 2025 si apre con Agrigento, capitale della cultura. Non è la prima volta che una città del Sud viene individuata per tale prestigioso riconoscimento. Già nel 2018 Palermo aveva ricoperto tale posizione. Ma Agrigento è proprio il simbolo del riscatto. Tra le ultime posizioni per qualità della vita, con un tasso di disoccupazione particolarmente elevato, con una provincia nella quale ancora mancano i servizi essenziali a cominciare dall’acqua, non collegata né con un’autostrada né con una rete ferroviaria veloce, lontana da tutti gli aeroporti dell’Isola, ma con un patrimonio culturale inestimabile e una Valle Dei Templi che è un must da visitare per qualunque viaggiatore, rappresenta una scommessa che finalmente il Paese tenta di vincere.

Il concerto del canale Mediaset 5, della notte di Natale, del gruppo il Volo ha evidenziato una bellezza sconosciuta a tanti.

Indicatori, se si vuole leggerli, sono anche i due concerti di Capodanno che sono stati trasmessi sul canale ammiraglio della Rai dalla bellissima Reggio Calabria, da una Regione, sempre marginale, che adesso si sta imponendo per la sua bellezza.

Da una città che guarda a Messina simbolo di quel Ponte sullo Stretto i cui lavori dovrebbero partire proprio quest’anno.

Altro elemento indiscutibile di interesse per una realtà che per anni il resto del Paese voleva provare a fare affondare da sola.

Mentre canale 5 di Mediaset trasmette da quella Catania, ricca non solo culturalmente ma che ha un vulcano attivo che da solo potrebbe rappresentare un punto di interesse unico del panorama italiano.

Mentre in provincia di Trapani, icona di resilienza e di creatività, Gibellina è stata nominata prima Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea, con il progetto Portami il Futuro per il 2026.

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I segnali di un cambiamento di vento non riguardano però soltanto alcuni piccoli eventi, visto che quelli grandi ancora stentano ad arrivare, ma la capacità di mobilitazione che vi è stata contro la legge sull’autonomia differenziata. Che non era prevedibile ed ha lasciato smarcati i lombardo veneti leghisti.

Il successo della raccolta delle firme per l’indizione del referendum ha sorpreso le forze politiche, provocando delle prese di posizione per esempio da parte di Forza Italia, ma anche di Noi Moderati, e in parte anche da Fratelli d’Italia che, probabilmente al di là della approvazione o meno della possibilità di effettuare il referendum e in quel caso anche dal raggiungimento del quorum del 51% degli aventi diritto, costituirà un punto di partenza del quale non si può potrà non tener conto.

Altro elemento fondamentale che fa capire che vi è una brezza diversa riguarda il ruolo che sta riassumendo Napoli come altra capitale d’Italia, nello sport con una squadra che dà lezioni alle più titolate, con l’elezione del suo sindaco come presidente dell’associazione dei Comuni italiani, con i suoi cantanti, come Geolier, che impongono il napoletano anche a Sanremo, con i suoi Beni Culturali come Pompei che diventano tra i siti più visitati d’Italia, mentre i suoi autori del ‘900 come Edoardo de Filippo spopolano in tv e quelli del 2000 come Sorrentino nel cinema, e il direttore Muti viene chiamato a dirigere il concerto di Capodanno di Vienna.

In tale contesto i movimenti meridionalisti non solo si moltiplicano, ma cercano di trovare un’intesa tra di loro per costituire una forza di opinione tale da indirizzare e costringere un Governo nazionale, a parole centrato sul Mezzogiorno ma nei fatti molto disinvolto, ad occuparsene.

E per la prima volta comincia a diventare virale una campagna che invita i meridionali a comprare prodotti del Sud. Un’azione che potrebbe cominciare a impaurire un Nord bulimico che ritiene scontato il fatto che possa utilizzare una parte del Paese come suo mercato di consumo.

E viene sdoganato un concetto che se viene compreso adeguatamente può diventare dirompente rispetto ad una consapevolezza mai completamente raggiunta dai meridionali. Si tratta di acquisire la certezza di essere una colonia interna, dalla quale si estrae energia, come successo dagli anni ’60 in poi con le raffinerie, lasciando soltanto malattie e tumori, pazienti per le proprie cliniche per il proprio sistema sanitario, ragazzi formati per il proprio sistema manifatturiero e di servizi, non portando la mobilità che caratterizza il resto del Paese e che invece viene fermata per quanto attiene alle autostrade a Napoli e per quanto riguarda l’alta velocità ferroviaria a Salerno.

Lontani dal condividere il racconto di un Mezzogiorno locomotiva d’Italia, che ancora oggi è solo una speranza, perché il flusso migratorio continua ad essere pesante, la convinzione è che l’approccio del Governo è quello di un modello di sviluppo che prevede questa realtà come colonia interna.

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Il tentativo di inondarla di pale eoliche ed impianti solari, senza dare nulla in cambio, continua ad essere portato avanti in contemporanea con le dichiarazioni di una regione Piemonte che prende posizione netta contro tali impianti.

Mentre va avanti il progetto di piazzare un rigassificatore in una zona a 3 km dalla Valle Dei Templi e dalla bianca scogliera della Scala dei Turchi e a pochi centinaia di metri dalla tomba del grande premio Nobel Pirandello.

Il racconto della locomotiva del Paese, se non vuole rimanere una pura enunciazione di pii desideri, deve trovare nel potenziamento del manifatturiero una via vera di modello di sviluppo per il Sud del Paese. Per far questo è necessario potenziare in modo esponenziale l’attrazione di investimenti dall’esterno dell’area, e individuare, come hanno fatto i Paesi a sviluppo ritardato o con aree importanti da promuovere, delle zone particolarmente attrattive vicine ai porti, irrinunciabili per chi vuole localizzarsi in Italia. Cosa ancora che non si verifica, visto che Amazon e Microsoft preferiscono costruire i loro grandi impianti alle porte di Milano.

Tutto questo avverrà soltanto se la consapevolezza, la mobilitazione dei meridionali  saranno tali da non consentire che la bulimia di un Nord, abituato a prendere tutto, prevalga.

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

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