il caso
Due giorni fa sono stati interrogati i genitori: ora sono iscritti sul registro della procura. Nel corso delle deposizioni sarebbero emerse delle discrepanze Sentita in una struttura protetta anche la sorellina della piccola rimasta ferita Nel frattempo sono state eseguite prove balistiche, ma rimangono diversi dubbi
Non più solo il padre, ma anche la madre. Anche lei è indagata nell’ambito dell’inchiesta sul ferimento da colpo d’arma di pistola che ha ridotto in condizioni gravissime la figlioletta di tre anni.
La bimba di Gardone Valtrompia è stata subito ricoverata all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo ed è stata sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico. Le sue condizioni sono disperate: il proiettile della Beretta ha raggiunto al capo la piccola.
Sentiti i familiari
Era il pomeriggio del primo giorno dell’anno quando nella villetta dove vive la famiglia scaraventata in questo terribile dramma sono arrivati gli operatori sanitari con l’eliambulanza, che ha portato la piccola all’ospedale di Bergamo. Nel frattempo sono iniziati gli accertamenti disposti dal pm Marica Brucci e dal procuratore Francesco Prete. Sin dalle primissime fasi delle indagini i due coniugi sono stati sottoposti al test dello stub, per rilevare l’eventuale presenza di polvere da sparo sulle mani.
Ma due giorni fa sono stati anche interrogati in momenti diversi e sarebbero emerse versioni diverse, con riferimento ad alcuni aspetti, durante le deposizioni. Ieri poi è stata sentita nel corso di un’audizione protetta e in una struttura preposta a queste delicatissime situazioni anche la sorellina di cinque anni della piccola rimasta ferita.
La pistola con il colpo in canna
Sono state inoltre eseguite delle prove balistiche per ricostruire un aspetto decisivo nella ricostruzione della vicenda: la traiettoria del proiettile. Questo fornirà un apporto imprescindibile a capire chi stesse impugnando l’arma al momento dello sparo. Si tratta di un arma che pesa circa un chilo e secondo quanto riferito dal padre della piccola era appoggiata su un comodino con il colpo in canna.
Un aspetto, questo non da poco poiché contribuisce a rendere necessaria una pressione minore sul grilletto nel momento in cui si spara. Il genitore ha spiegato che nella zona si erano registrati dei furti e per quello avrebbe tenuto la pistola a portata di mano. Ma, sulla base di quanto emerso fino a questo momento, l’arma sarebbe finita nella mano sbagliata.
Ore delicate
A tutto ciò va aggiunto che l’iscrizione dei coniugi sul registro degli indagati della Procura di Brescia assume anche un altro significato. In quanto indagati hanno il diritto di partecipare, attraverso i loro legali e consulenti, agli accertamenti irripetibili. E in una simile vicenda si tratta di fasi di grande rilevanza. Ma è altrettanto palese che queste non sono solamente le ore delle indagini, delle iscrizioni sul registro della procura e delle prove balistiche.
Sono soprattutto le ore in cui si spera che la bimba ferita al capo possa superare questo difficilissimo momento e farcela a sopravvivere. Si tratta di un’esistenza attaccata a un filo sottilissimo. È assolutamente certo che i pensieri e i sentimenti dei familiari della bambina sono tutti rivolti alla possibilità che superi questo momento, prima ancora che alle indagini sul fatto. Con tutto ciò che queste ultime comportano.
Se dovesse accadere il peggio, l’ipotesi di reato contestata ai due coniugi diventerebbe non più lesioni colpose, ma omicidio colposo. A cui, quantomeno per il padre va aggiunto quanto concerne l’omessa custodia dell’arma che ha regole ben precise. Oltre a quella dei genitori molto importante si rivelerà quindi l’interrogatorio della sorellina di cinque anni, sentita ieri.
I dubbi
Un altro giorno di festa quindi che è finito in tragedia, con la speranza che la situazione non si aggravi. Certamente molto importanti saranno i prossimi giorni, a partire da quando il Ris di Parma inizierà ad occuparsi degli accertamenti sull’arma.
I dubbi in ogni caso sono ancora parecchi e il primo è ovviamente uno: chi stava impugnando l’arma quando il colpo è partito? Un dubbio legittimo se si considera che gli investigatori e gli inquirenti hanno sottoposto entrambi i genitori all’accertamento dello stub e se si cerca di capire con precisione dove fosse la sorellina di cinque anni quando la pistola ha sparato. Ma certamente i chiarimenti di cui sono alla ricerca procura e carabinieri riguardano anche il perchè l’arma fosse sul comodino e carica.
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