Acquisizioni di studi professionali: la riforma fiscale incentiva l’M&A

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di
Isidoro Trovato

Il parere degli esperti di MpO:«La ridotta durata dell’ammortamento e l’eliminazione della retroattività, renderanno il processo fiscale più equo»

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Dopo mesi di discussioni e proposte, il Decreto Legislativo di riforma di Irpef e Ires  ha finalmente visto la luce insieme alla cosiddetta manovra di fine anno. Tra i diversi punti di interesse, emerge un’importante ricaduta  vantaggiosa per i professionisti: la revisione della disciplina sulla deducibilità del costo di acquisizione della clientela e di altri beni immateriali, grazie anche a un’ampia mobilitazione delle categorie interessate.
Come noto, la versione iniziale del testo prevedeva un periodo di ammortamento di 18 anni per tali costi, con l’aggravante di una decorrenza retroattiva al 2024. Una prospettiva che aveva sollevato perplessità e proteste, rendendo insostenibile la pianificazione fiscale per chi già aveva intrapreso operazioni straordinarie di aggregazione. Tra le tante realtà ad essersi spese per eliminare incongruenze contenute nel primo disegno di legge, proponendo soluzioni più equilibrate e realistiche c’è la  MPO & Partners Srl, società che svolge la funzione di advisor in operazioni di acquisizione, fusione e aggregazione tra studi professionali.

Un risultato concreto: durata ridotta e decorrenza differita

«Grazie anche all’attenzione dimostrata dalla Commissione Finanze della Camera -ricorda Alessandro Siess, founder di Mpo – il testo definitivo del decreto accoglie due richieste fondamentali. Da un lato, la durata dell’ammortamento è stata significativamente ridotta da 18 a 5 anni, rendendola compatibile con le esigenze di sostenibilità finanziaria delle operazioni e non troppo distante dalla prassi consolidata di mercato». Infatti, dall’analisi delle operazioni seguite da MpO & Partners, emerge che la dilazione media del pagamento del prezzo di cessione di uno studio di commercialisti è di quasi 4 anni. Sebbene le nuove regole prevedano una ripartizione in 5 quote costanti, l’impatto è limitato e non compromette la sostenibilità delle operazioni.
«Dall’altra  parte – aggiunge Corrado Mandirola. amministratore delegato di MpO –  è stata eliminata la temuta retroattività: la nuova disciplina si applicherà infatti a partire dal periodo d’imposta successivo all’entrata in vigore del decreto, presumibilmente dal 2025. Questi due interventi rappresentano un importante segnale di ascolto da parte del Legislatore verso le istanze di un settore professionale che, mai come oggi, necessita di strumenti adeguati per affrontare le sfide di innovazione e crescita.




















































Una fiscalità più neutrale per la crescita del settore

La chiarezza e la certezza normativa introdotte da questa riforma rappresentano un importante passo avanti per favorire un ambiente più dinamico e prevedibile. Questo non solo facilita l’attrattività del settore per nuovi investitori e giovani professionisti, ma potrebbe anche incentivare un’ulteriore crescita delle operazioni di aggregazione, ormai fondamentali per competere in un contesto sempre più complesso e tecnologicamente avanzato.
«Pur restando alcuni margini di miglioramento – avverte Mandirola – questa revisione normativa dimostra come il dialogo costruttivo tra professionisti e istituzioni possa portare a risultati concreti. La neutralità fiscale non è più una chimera, ma un obiettivo realistico verso cui stiamo muovendo i primi passi».


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4 gennaio 2025 ( modifica il 4 gennaio 2025 | 18:20)

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