Quando a inizio novembre il consigliere comunale di ‘Vince Genova’, Valter Pilloni, sventolava in Sala Rossa una key box come simbolo della lotta agli affitti brevi, sembrava la classica battaglia contro i mulini a vento. Un gesto simbolico senza troppe velleità di essere tradotto in realtà.
E, invece, il governo è andato incontro alle città maggiormente scettiche nei confronti dei sistemi più recenti di affitto ad uso vacanza con una serie di norme restrittive e, soprattutto, vietando le key box e, con loro, una consegna delle chiavi che non sia vis-à-vis.
A partire dal 1° gennaio, infatti, in tutta Italia sono entrate in vigore nuove regole riguardanti gli affitti brevi, le locazioni di immobili per periodi inferiori a trenta giorni.
Le nuove norme
Codice Identificativo Nazionale (CIN): tutte le strutture ricettive e gli immobili destinati a locazioni turistiche devono ottenere un Codice Identificativo Nazionale (CIN). Questo codice deve essere esposto sia all’esterno dell’immobile sia in tutti gli annunci pubblicitari, online e offline. Per ottenerlo, è necessario registrarsi sul portale del Ministero del Turismo. La mancata esposizione del CIN comporta sanzioni amministrative che variano dagli 800 agli 8.000 euro.
Requisiti di sicurezza: gli immobili destinati agli affitti brevi devono essere dotati di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio funzionanti, nonché di estintori portatili a norma di legge. Questi requisiti sono obbligatori per garantire la sicurezza degli ospiti. La mancanza di tali dispositivi può comportare sanzioni che vanno da 600 a 6.000 euro.
Obbligo di comunicazione degli ospiti: i proprietari o i gestori di immobili destinati agli affitti brevi sono obbligati a comunicare le generalità di tutti gli ospiti alle autorità di pubblica sicurezza entro 24 ore dall’arrivo, tramite il portale Alloggiati Web della Polizia di Stato. La mancata comunicazione può comportare sanzioni amministrative.
Divieto di key box e check-in a distanza: è vietato l’utilizzo di key box, cassette automatiche o sistemi simili per la consegna delle chiavi agli ospiti. Inoltre, è obbligatorio che i gestori verifichino personalmente l’identità degli ospiti al momento del check-in, senza ricorrere a procedure a distanza.
Regime fiscale: per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve, si applica la cedolare secca con un’aliquota del 21% per il primo immobile. A partire dal secondo immobile, l’aliquota sale al 26%. Gli intermediari, come le piattaforme online, sono tenuti a trattenere questa ritenuta e a versarla all’erario.
Obbligo di SCIA per attività imprenditoriale: chi gestisce più di quattro immobili destinati agli affitti brevi è considerato operatore in forma imprenditoriale e deve presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) al Comune di competenza. La mancata presentazione della SCIA comporta sanzioni che variano da 2.000 a 10.000 euro.
A Genova qual è la situazione?
“C’è attenzione sulla questione, la gestione e il coordinamento è della Questura e noi collaboriamo mettendoci a disposizione – così l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale, Sergio Gambino – la questione delle key box da noi è relativa, non è come nel centro storico di città come Firenze, Venezia o Roma. Ci sono, ma rispetto ad altre città il tema è marginale. Il controllo ‘de visu’ è corretto, la norma è chiara. Le key box non sono irregolari, ma lo sono se chi entra in una struttura deve essere identificato e non registrato da remoto mandando il documento. Nel momento in cui bisogna fare il riconoscimento di persona, decade la necessità delle key box”.
Ma, di fatto, a Genova si sono mai scoperte key box usate irregolarmente? In consiglio comunale qualcuno era arrivato a ipotizzare che potessero essere utilizzate per il commercio di droga. “C’è il sospetto di key box usate impropriamente – risponde Gambino – se ci sono persone ricercate è ovvio che possono pernottare senza essere riconosciute. Non abbiamo la certezza che ci siano criticità, ma in questa maniera evitiamo problemi. Ora è presto per fare bilanci, ma entro l’estate si spera che tutte le strutture siano in regola”.
Genova, come molte città turistiche, negli anni ha fatto i conti anche con la presenza di case vacanza abusive. Un fenomeno che, però, ora sembra sotto controllo. “Un paio di anni fa c’è stato un’importante attività di controllo – conclude Gambino – poi, di conseguenza, molte nuove case vacanza sono state registrate. Con più controlli sono emerse molte strutture”.
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