Più tasse per tutti nel 2025, c’è una stangata nascosta nella Legge di Bilancio, di cui non tutti si sono resi conto. L’annuncio che le tasse non sarebbero aumentate per nessuno è stato in parte vero: le aliquote e gli scaglioni Irpef restano inalterati rispetto allo scorso anno, ma questo è servito solo a mettere in secondo piano il fatto che molti contribuenti saranno chiamati a versare di più.
Il fatto che non sia aumentata l’Irpef, però, non andrà a compensare gli aumenti che colpiscono diversi ambiti. Va ricordato, infatti, che molti dei tagli e delle modifiche previsti per il 2025 vanno a colpire proprio le famiglie, con e senza figli.
Le tasse nascoste nella Legge di Bilancio
Taglio delle detrazioni, stangata sulle auto aziendali e revisione dei bonus edilizi sono solo alcune delle voci che porteranno, per forza di cose, i cittadini a dover pagare più tasse dal 2025.
La prima cosa a destare allarme è rappresentata dal taglio delle detrazioni per i figli a carico che hanno compiuto i 30 anni. Tutte le famiglie che hanno figli maggiorenni a carico, non disabili, che hanno già compiuto i 30 anni si troveranno con un taglio importante in busta paga che, teoricamente, arriva a 950 euro l’anno.
A questo si deve aggiungere il fatto che la Legge di Bilancio 2025 taglia il diritto alle detrazioni per i figli a carico (con età compresa tra i 21 e i 30 anni) agli extracomunitari che hanno i figli all’estero: per loro le detrazioni non saranno più riconosciute neanche se i figli rientrano nel range di età per il quale spetterebbero.
Sempre riguardo alle detrazioni che possono essere fruite in busta paga, cambiano anche le detrazioni per altri familiari a carico (il cui importo teorico è di 750 euro l’anno): potranno essere richieste soltanto per gli ascendenti (genitori e nonni) conviventi e non saranno riconosciute più per eventuali sorelle e fratelli conviventi e a carico del contribuente.
Già questi cambiamenti rappresentato una diminuzione dello stipendio di ogni lavoratore: non potendo più fruire di determinate detrazioni si dovrà pagare, mensilmente, un’Irpef maggiore.
Cosa aumenta nel 2025?
Nella stanga del 2025 va considerato anche il Canone Rai. Lo scorso anno in bolletta erano dovuti 70 euro l’anno per il canone, ma la diminuzione da 90 a 70 euro era stata prevista solo per il 2024.
Anche se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Legge di Bilancio aveva annunciato che anche per il 2025 l’importo sarebbe stato confermato a 70 euro, cos’ non è stato. L’emendamento presentato per la riduzione del Canone Rai anche per il 2025, infatti, non è passato e da quest’anno gli italiani torneranno a pagare l’abbonamento della TV 90 euro l’anno.
Anche se non si tratta di un importo così tanto elevato, sommandolo agli altri tagli previsti dalla Legge di Bilancio, contribuisce alla stangata.
Ad aumentare nel 2025 è anche la tassazione delle auto aziendali riconosciute ai dipendenti a uso promiscuo. Se fino al 2024, infatti, l’auto aziendale era tassata in base alle emissioni di CO2, dal 2025 la tassazione (e la modifica è retroattiva) si basa sull’alimentazione dell’auto: pagheranno meno solo le auto elettriche (10%) o ibride plug-in (20%), pagheranno il 50% coloro che hanno veicoli con altra alimentazione a prescindere dalle emissioni.
Supponiamo, quindi, che un dipendente abbia un’auto a gasolio con emissioni di Co2 fino 60g/km: nel 2024 pagava la tassazione al 25%, ma nel 2025 sale al 50%. Il salasso riguarda tutte le auto alimentate a gasolio, benzina, metano con emissioni fino a 160g/km perché si tratta dei casi in cui la tassazione sarà maggiore.
Cambiano i bonus fiscali
Anche se non si tratta di un aumento diretto (visto che ogni cittadino può scegliere se ristrutturare o meno la propria casa) le modifiche ai bonus fiscali sulla casa colpisco un po’ tutti.
Anche se per gli interventi sulla prima casa le detrazioni restano al 50% per tutto il 2025, c’è da considerare che fino al 2024 si poteva contare anche sull’ecobonus al 65%: anche in questo caso, quindi, c’è un beneficio che cala del 15%.
Per i proprietari di seconde case che vogliono ristrutturare, invece, le detrazioni scendono al 36% e in questo caso c’è una perdita delle detrazioni che va dal 14% al 29%.
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