ora sarà esteso alla provincia

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Oltre trecento controlli in poche ore nelle zone rosse di Napoli, per un dispositivo che sembra funzionare e garantire anche le aree più a rischio della città. È l’ultima “mission” adottata dal prefetto Michele di Bari, e resta un obiettivo che già in un futuro prossimo può essere proiettato ad altre realtà dell’hinterland.

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La riflessione

In attesa dei dati relativi agli allontanamenti effettuati anche a Napoli (la cui diffusione viene gestita dal Viminale), da Palazzo di Governo si precisa che dal 31 dicembre a ieri le zone rosse hanno funzionato bene, soprattutto con una funzione di deterrenza rispetto a quella ampia fascia grigia nella quale si muovono molestatori, delinquenti e malfattori di varia risma, bande di minori e soggetti comunque sospetti.

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È partendo proprio dai risultati che contano centinaia di verifiche sul terreno che il provvedimento che istituisce le zone rosse possa essere a breve esteso ad altre realtà della provincia di Napoli. E in particolare a Giugliano, Afragola, Portici, Castellammare di Stabia, Nola, tanto per cominciare.

E non solo. A seconda delle esigenze che potrebbero maturare a seconda dei casi, anche ad altri quartieri del capoluogo potrebbero essere estese le aree di controllo.

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Le priorità

A Napoli la misura disposta dal prefetto durerà fino a marzo. Sorvegliate speciali restano le mete della movida, che vanno da Chiaia al Vomero, fino ai Decumani; ma soprattutto il quadrilatero che si snoda all’esterno della Stazione Centrale: in quella piazza Garibaldi che resta un’area sorvegliata speciale, sia per il numero di soggetti che la popolano ogni giorno e sia per i rischi che sono purtroppo una costante di tutte le grandi stazioni ferroviarie italiane.

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Poi c’è l’incognita legata al terrorismo. I nuovi e sanguinosi rigurgiti fatti registrare da Magdeburgo a New Orleans con tremendi attentati contro la folla, assieme agli sviluppi di indagini in tutta Italia che hanno consentito anche di individuare una cellula legata all’Isis tra Bologna, Milano, Udine e Perugia obbligano gli apparati preposti alla sicurezza a tenere alta la guardia. In queste ore anche la sezione antiterrorismo della Digos della Questura partenopea monitora attentamente la situazione.

Il Viminale

Soddisfazione per i risultati finora raggiunti dalle città che hanno adottato il dispositivo (entro qualche giorno all’elenco si dovrebbe aggiungere anche Venezia) viene intanto espresso dal Viminale. Il ministero fa sapere che la prova del nove dei festeggiamenti di Capodanno – e dunque anche gli appuntamenti a Napoli, dal Plebiscito al lungomare, passando per il centro storico – si sono svolti in massima sicurezza per le migliaia di persone che hanno affollato le strade e le piazze.

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Il ricorso alle zone rosse rientra insomma nella più ampia strategia volta a garantire la tutela della sicurezza urbana e la piena fruibilità degli spazi pubblici da parte dei cittadini. L’applicazione dei dispositivi riguarda contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado, come le stazioni ferroviarie e le aree limitrofe, nonché le “piazze dello spaccio”, dove sono già in atto le operazioni interforze ad alto impatto. E non solo: la decisione presa dal prefetto di Napoli rispetto a quartieri come Chiaia e il Vomero è finalizzata anche a monitorare le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone e attività commerciali e dove si registrano spesso episodi di microcriminalità (furti, rapine), violenza (risse, aggressioni), vandalismo, abuso di alcol e degrado.

Il piano

Si diceva delle operazioni ad alto impatto, strumento efficace e complementare a quello dei controlli in zone rosse. Lo scorso anno i blitz interforze organizzati in tutta Napoli e in decine di Comuni dell’area metropolitana hanno portato a migliaia di controlli, centinaia tra arresti e denunce. L’effetto sorpresa è l’arma più efficace degli interventi ad alto impatto. Lo dimostrano anche i risultati di polizia, carabinieri e finanzieri che hanno portato al sequestro di armi e droga in quasi tutte le operazioni svolte sul territorio.

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E mentre proprio da Napoli il Capo della polizia Vittorio Pisani ha annunciato due giorni fa il potenziamento degli organici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale (20mila nuove assunzioni nell’arco dei prossimi quattro anni), il capoluogo campano e il suo hinterland attende il completamento dei lavori di installazione di nuovi impianti di videosorevglianza, che resta un altro straordinario strumento di prevenzione e controllo del territorio.





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