La vicenda del neonato trovato senza vita in una culla termica nella parrocchia San Giovanni Battista di Bari ha riportato in primo piano il tema dei neonati abbandonati e quello delle cosiddette ‘Culle per la vita’, pensate perchè genitori non pronti o impossibiltati a crescere dei figli, possano affidarli a mani sicure che se ne prendano cura.
Dalle ‘Ruote degli esposti’ alle culle termiche
Ogni anno si stima siano circa 300 i bambini abbandonati in Italia solo negli ospedali. Se un tempo la possibilità di lasciare un neonato era affidata alla ‘ruota degli esposti’, una sorta di porta girevole che dalla strada permetteva alle mamme di depositare il bebè in una chiesa o in un convento senza essere viste, oggi ad accogliere i piccoli sono delle culle termiche collegate a vani o stanze che permettono di poterli lasciare al caldo e in anonimato, in una struttura sanitaria o di altro tipo, come la parrocchia di Bari dove un neonato è stato trovato morto.
Il progetto ‘La culla per la vita’ che aiuta le mamme in difficoltà
La culla termica della chiesa di Bari e le altre disolcate in tutta Italia sono censite online da Culleperlavita.it, un vero progetto di aiuto per le mamme in difficoltà.
Il progetto si articola in un centro di ascolto alla vita Odv che offre ogni tipo di informazione alle mamme che vogliono optare per questo tipo di scelta. Il sito funge solo da rete di servizio per le informazioni mentre i volontari “sostengono gravidanze difficili o indesiderate attraverso programmi di aiuto personalizzato“. All’utente viene comunicata l’ubicazione del servizio che però è gestito da chi ha messo a disposizione la culla termica che ne è anche responsabile.
“La culla per la vita è una struttura concepita appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte delle mamme in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita – ricorda Culleperlavita.it – In luogo facilmente raggiungibile, garantisce l’anonimato della mamma che vuole lasciare il bambino ed è dotata di una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h24 e rete con il servizio di soccorso medico) che permettono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del piccolo”.
culla termica metropolitana per accogliera i neonati abbandonati (ansa)
Culle termiche per non mettere a rischio la vita dei neonati
Tanti sono i casi di cronaca che raccontano di abbandono di neonati. Una culla per la vita, o culla termica, può salvare la vita dei piccoli lasciati in strada, nei cassonetti o ovunque non siano protetti. Sono culle dislocate su tutto il territorio nazionale di facilissimo accesso e che tutelano sia il piccolo appena nato che l’anonimato di chi vuole lasciarli.
Le culle termiche rappresentano una soluzione estrema, la più sicura, per quelle donne che hanno partorito senza sapere di poterlo fare in sicurezza e in anonimato all’ospedale, sfruttando cioè il DPR 396/2000 (art. 30, comma 2) , lo stesso che garantisce alla madre di cambiare idea entro dieci giorni e quindi di riconoscere infine il figlio o la figlia.
I dati sul numero delle culle termiche sono pochi. In Italia le culle per la vita sono circa 60. Cinque Regioni ne sono sprovviste e sono la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, il Molise, la Sardegna e il Trentino Alto Adige (fonte: culleperlavita.it)
Come funzionano
Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere.
Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi – riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino.
Neonati in strutture ospedaliere (ansa)
Cosa prevede la legge
Il Dpr 396/2000, art. 30, comma 2 prevede che si possa partorire in ospedale in totale anonimato. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”. Questo consente di offrire totale assistenza a gestante e neonato, allo scopo di evitare ogni tipo di complicanze che possono insorgere al momento del parto e che possono mettere a rischio la vita della donna e del neonato.
A sostenere il progetto di una rete di culle termiche per arginare il problema dei neonati abbandonati diverse associazioni. Tra queste la Fondazione Francesca Rava che nel 2008, insieme al network KPMG, ha ideato il progetto nazionale “Ninna ho” contro l’abbandono neonatale e l’infanticidio. Nelle sue culle (7 in Italia) sono stati affidati finora 7 bambini tra i quali il piccolo Enea lasciato alla Mangiagalli di Milano, accompagnato da una lettera firmata dalla mamma.
Tra le strutture sanitarie dotate di culle termiche ci sono a Roma il Policlinico Casilino e il Gemelli; a Firenze l’ospedale Careggi, il Policlinico di Napoli, il sant’Anna di Torino, il Policlinico di Padova, l’ospedale Galliera di Genova.
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