Una vacanza tranquilla, nella splendida Cefalù, che si trasforma in tragedia per una famiglia di turisti tedeschi. Un uomo è morto per le esalazioni di monossido di carbonio. Come avvenuto a Ferragosto 2016 a Trapani, con la morte di un turista toscano. Un precedente che ricorda come alcune norme di sicurezza nelle strutture ricettive siano fondamentali per salvare delle vite.
Un Capodanno drammatico
La tragedia si è consumata nella notte tra domenica e lunedì, quando Jonathan Feierabend, 36 anni ha perso la vita a causa delle esalazioni di monossido di carbonio. Jonathan, meccanico specializzato nella realizzazione di aerei, non ha avuto scampo. Con loro c’erano anche i genitori: Patrizia Pargmann, 60 anni, infermiera caposala, ed Elmo Pargmann, 63 anni, pensionato. Nonchè la sorella, Katharina, di 34 anni. La famiglia, originaria di Nordenham, una cittadina di 25.000 abitanti nella Bassa Sassonia, aveva scelto di trascorrere gli ultimi giorni dell’anno nella rinomata località siciliana.
Katharina Feierabend, 34 anni, è la più grave dei superstiti. E’ stata estubata e risponde positivamente alle terapie. Le sue condizioni stanno gradualmente migliorando, dando speranza dopo il drammatico incidente che ha colpito la sua famiglia.
Le indagini in corso
Le indagini, condotte dagli agenti del commissariato di Cefalù guidati da Francesco Virga e coordinate dalla Procura di Termini Imerese diretta da Ambrogio Cartosio, sono focalizzate sull’accertamento delle responsabilità e sulla ricostruzione della dinamica dell’incidente. Il monossido di carbonio, letale “gas killer”, sarebbe stato sprigionato da un difetto nel sistema del camino della villa. Si sta anche indagando ulla presenza delle misure di sicurezza all’interno della villa. Come il rilevatore di monossido di carbonio, obblgatorio dal novembre 2024 nelle strutture ricettive. La proprietà della struttura aveva specificato nell’annuncio su AirBnB la presenza del rilevatore, resta da capire se c’era davvero e se ci sia stato un malfunzionamento. Il rilevatore emette un allarme se ci sono dei fumi e monossido di carbonio all’interno della stanza in cui è installato. Costa un centinaio di euro. Questo, come lasciare le finestre un po’ aperte, come riferiscono gli esperti, consente di salvarsi.
La proprietaria: “Sono distrutta”
Carmelina Ricciardello, proprietaria di Villa Deodata, si trovava in Toscana al momento della tragedia. Tornata immediatamente in Sicilia, si è dichiarata incredula e sconvolta per quanto accaduto. “La struttura è sempre stata in regola, con tutte le certificazioni necessarie”, ha sottolineato, aggiungendo che la villa ha sempre ricevuto ottime recensioni da parte degli ospiti. La proprietaria ha assicurato la piena collaborazione con le autorità per fare luce su quanto accaduto.
Il precedente a Trapani
Non è purtroppo la prima volta che un turista muore in Sicilia per il monossido di carbonio.
Già nel 2016 a Trapani un giovane è deceduto mentre era ospite del Bed and breakfast Orchidea nella zona del centro storico del capoluogo. A causare la morte del turista furono le esalazioni di monossido di carbonio emesse dalla canna fumaria della panetteria che si trovava al piano terra della palazzina in cui era stato allestito il b&b.
Il monossido di carbonio arrivò nella stanza dove si trovavano Fabio Maccheroni, 43 anni, e un amico, Alessio Menicucci. Ad avere la peggio il 43enne rimasto ucciso dalle esalazioni di monossido di carbonio. Il suo amico, invece, venne ricoverato in gravissime condizioni. Riuscì a sopravvivere dopo un lungo coma. Qualche anno dopo i titolari della struttura ricettiva, della palazzina e di un panificio al piano terra dell’immobile, sono stati ritenuti responsabili della morte del turista.
Il tribunale di Trapani nel 2021nha condannato a 3 anni e tre mesi Benedetta Serafico di 56 anni, titolare dell’Orchidea, mentre il proprietario del panificio, Bartolomeo Altese di 37 anni e la proprietaria della palazzina, Tuzza Augugliaro di 78 anni sono stati condannati entrambi a tre anni di reclusione. Pene poi confermate in appello due anni dopo.
Quella di Cefalù è una vicenda che certamente rilancia l’attenzione sulla necessità di dotarsi di un rilevatore di monossido di carbonio. Un dispositivo che può davvero salvare la vita.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link