Il 2025 inizia all’insegna dell’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti e alle attese per la sua politica estera e ambientale; quali opportunità di investimento si nascondono dietro al nuovo contesto geopolitico ed ecologico? Ce lo spiegano due aziende del settore
I mercati azionari sono in attesa di conoscere le mosse dei due principali attori economici attuali, gli Stati Uniti del nuovo presidente Donald Trump, e la Cina; in che modo le loro azioni riusciranno a stimolare l’economia e ad attivare una ripresa ciclica?
Secondo Tom O’Hara, portfolio manager di Janus Henderson, gruppo di gestione patrimoniale con sede a Londra, ci sono tre interessanti opportunità di investimento: la prima riguarda le infrastrutture statunitensi.
“Siamo solo a un terzo dell’enorme pacchetto di stimoli, l’Iija (Us Infrastructure Investment and Jobs Act), implementato dal presidente Joe Biden alla fine del 2021, che ha portato a un aumento del 40-50% degli investimenti per autostrade, strade, infrastrutture ferroviarie e così via.
Siamo ancora agli inizi e ci aspettiamo che questo continui a sostenere una crescita piuttosto forte per una serie di società quotate in Europa, ma che hanno business molto grandi e significativi nei materiali pesanti statunitensi – cioè gli aggregati, il cemento e una serie di soluzioni di supporto per le autostrade“.
La seconda opportunità è rappresentata dai semiconduttori, nonostante una seconda metà del 2024 difficile per i titoli europei. Tuttavia, la parte di questo settore che sarà sempre più dominante nel lungo periodo, riguarda l’intelligenza artificiale e i chip che la dovranno alimentare a far evolvere.
Infine, per Janus Henderson, il settore delle compagnie aeree è molto interessante anche se è un mercato difficile in cui competere, con margini sottili e il costo del carburante che può salire e scendere in maniera folle.
“In questo momento pensiamo che ci sia una combinazione molto favorevole di forte domanda, che stranamente va controcorrente rispetto alla debolezza o all’esitazione dei consumatori. La domanda di viaggi e turismo è ancora in crescita. A ciò si aggiunge una certa carenza di aerei sul mercato” conclude O’Hara.
Di cosa ci si deve preoccupare, quindi, per investire in Europa nel 2025?
“Le borse europee non sono la società europea, non sono il Pil europeo, non sono, fortunatamente, la politica europea. L’azionario del Vecchio Continente è molto globale in termini di esposizione economica sottostante.
Se si pensa al recente dibattito sui dazi statunitensi e su come questi potrebbero penalizzare le aziende europee che esportano negli Stati Uniti, il rischio non è poi così grande: il mercato azionario europeo nel complesso genera circa il 25-26% dei suoi ricavi negli Stati Uniti.
Ma circa il 20-21% è costituito da aziende che hanno sede negli Stati Uniti e che servono la loro clientela locale. Questo vuol dire che non ci si deve preoccupare troppo del rischio dei dazi nel 2025, ma aiuta anche a capire l’affermazione che l’Europa è molto globale.
Cerchiamo di investire in quei campioni globali le cui prospettive non sono determinate dalla politica tedesca, francese o dalla crescita del Pil europeo“.
Nel 2025 si deve investire nella transizione energetica
Tempismo, benefici dell’investimento, più competitività e maggiore indipendenza energetica: ecco quali sono le parole chiave che fanno capire perché si debba puntare sulla transizione energetica.
La transizione non è una questione di “se”, ma di “quando” e “come”: non agire subito significa pagare un prezzo più alto in seguito. Con decisioni finanziarie dettate dalla ricerca di una maggiore competitività economica e dalla necessità di garantire la massima indipendenza nelle catene di approvvigionamento energetico.
Spiega infatti Alix Chosson, Lead Esg Analyst for Environmental Research & Investments e Tanguy Cornet Head of Thematic Global Equity – Environment di Candriam, che “Nel concreto, molte tecnologie fondamentali per la transizione energetica stanno registrando un forte sviluppo, prime tra tutte le energie rinnovabili.
Si prevede che entro il 2030 la capacità globale di energia rinnovabile crescerà di 2,7 volte, superando le ambizioni dei paesi di quasi il 25%. Ciò rappresenta un aumento di capacità pari a 5.500 GW, di cui circa il 60% in Cina.
Sebbene ciò non sia sufficiente a raggiungere l’obiettivo net zero di triplicare le capacità rinnovabili, sottolinea che lo sviluppo delle energie rinnovabili è ora meno guidato dalla regolamentazione ambientale e dai sussidi e quindi meno soggetto alla volatilità politica“.
Infatti, la rapida diffusione delle energie rinnovabili a livello globale è oggi determinata principalmente da fattori economici perché in molte regioni sono diventate la fonte di elettricità più economica grazie al continuo miglioramento del costo medio ponderato dell’energia globale (Lcoe), che verrà ulteriormente ridotto dai progressi tecnologici.
Quali sono allora le opportunità di investimento in questo nuovo contesto?
Secondo lo scenario principale Announced Pledges dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie), gli investimenti nella transizione raddoppieranno nelle economie avanzate e in Cina, mentre quadruplicheranno nelle economie in via di sviluppo, fino a raggiungere quasi 3.700 miliardi di dollari.
Nello scenario net zero, si prevede che questi aumenteranno fino a 4.800 miliardi di dollari. Entrambi gli scenari creano un’ampia gamma di opportunità per gli investitori in una moltitudine di tecnologie:
- l’elettrificazione ricopre un ruolo fondamentale nel decarbonizzare l’economia globale. Si prevede che nei prossimi due anni la domanda globale di elettricità aumenterà più rapidamente i (+3,4% annuo fino al 2026) guidata dalla demografia, da nuove vie di utilizzo come l’intelligenza artificiale e dall’elettrificazione del fabbisogno energetico negli edifici, nell’industria e nei trasporti
- il costo medio ponderato dell’energia globale, per i progetti fotovoltaici su scala industriale, è ora pari a 0,049 $/kWh, il 29% in meno rispetto all’opzione più economica alimentata a combustibili fossili. I vantaggi economici della tecnologia solare ed eolica sono convincenti, anche senza sussidi. L’Inflation Reduction Act e la Bipartisan Infrastructure Law hanno gettato le basi per il progresso dell’energia pulita e si prevede che i leader locali, statali e del settore privato porteranno avanti questo slancio. L’aumento della domanda di energia e gli ulteriori miglioramenti del Lcoe sono i principali fattori chiave dell’aumento pari a 2,7 volte della capacità entro il 2030, previsto dall’Iea nel suo scenario base
- l’ammodernamento e l’ampliamento delle infrastrutture di trasporto sono essenziali per la decarbonizzazione dei sistemi energetici. Negli Stati Uniti, oltre il 70% delle linee di trasporto e dei trasformatori della rete elettrica sono vecchi e vulnerabili alle interruzioni di corrente, agli attacchi informatici e possono causare incendi boschivi. Secondo l’Iea, per raggiungere gli obiettivi climatici, gli investimenti nelle reti dovranno raddoppiare, arrivando a superare i 900 miliardi di dollari all’anno. Per ogni dollaro investito nelle energie rinnovabili, un altro dollaro deve essere investito nelle reti
- la domanda di soluzioni per lo stoccaggio di energia è in rapida crescita. Si stima che nel 2024 la capacità di accumulo delle batterie sia aumentata dell’82%, con miglioramenti tecnologici che consentiranno di ridurre i costi e migliorare l’efficienza fino al 2030. In particolare, si prevede che le tecnologie delle batterie agli ioni di sodio e, a più lungo termine, delle batterie allo stato solido, contribuiranno a risolvere il dilemma tecnologico dell’accumulo stazionario. Finora tale aspetto ha impedito ai sistemi di accumulo energetico di svolgere il loro ruolo nella decarbonizzazione delle reti elettriche. Ci aspettiamo che la svolta tecnologica in questo ambito avvenga prima del 2030
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