Emendamento nomine regionali, esposto di Emiliano al Procuratore: scontro con Capone

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Scontro a distanza tra Michele Emiliano e Loredana Capone sulla Legge di Bilancio promulgata il 31 dicembre. Secondo il Governatore della Regione Puglia, il testo approvato dal Consiglio regionale sarebbe differente rispetto a quello che il 18 dicembre era stato votato in aula. L’inserimento dell’emendamento sulla trasparenza delle nomine a firma di Antonella Laricchia, approvato con 24 voti, inizialmente respinto, sta generando più di un problema nel PD regionale, espressione di entrambi (Emiliano e Capone). Il Governatore ha ipotizzato un reato di falso. Per questo motivo, in merito alla promulgazione della Legge di Stabilità 2025, il presidente della Regione Puglia ha inviato una lettera al Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari.

Emendamento Laricchia, l’esposto di Emiliano

“Con riferimento alla segnalazione del 30 dicembre scorso dei fatti riferiti alla votazione finale del Consiglio regionale sul testo finale della legge di stabilità 2025, si informa di aver provveduto il 31 dicembre alla promulgazione della legge, contestualmente pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n.13 straord. (doc. 1), in adempimento allo specifico obbligo posto in capo al presidente della Giunta regionale dalla Costituzione (art.121 u.c.) e dallo statuto (art. 42 co. 2 lett. c) non disponendo il medesimo di alcun potere di controllo sulla legittimità sostanziale o formale della legge approvata dall’assemblea e non potendo perciò egli rifiutare la promulgazione della legge ancorché – per ipotesi – formalmente irregolare o giuridicamente inesistente, e ciò a garanzia delle prerogative dell’organo legislativo e della sua manifestazione di volontà.

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Se, dunque, la promulgazione delle leggi regionali da parte del Presidente costituisce atto dovuto – “al punto che, per ipotesi, egli potrebbe essere rimosso con decreto motivato del Presidente della Repubblica ove ciò configurasse un atto contrario alla Costituzione o grave violazione di legge secondo quanto previsto dall’art. 126 co.1 Cost.”, sottolinea Emiliano, “si ritiene però che compito del Presidente della Giunta regionale sia anche quello di vigilare, nel rispetto del quadro ordinamentale vigente che definisce l’assetto dei poteri e delle attribuzioni dei diversi organi dello Stato e delle regioni, sul rispetto della legalità, anche quando quest’ultima si configuri come osservanza delle norme statutarie sul procedimento di approvazione della legge di bilancio.

L’articolo 35 comma 4 dello statuto regionale prescrive per la validità delle deliberazioni in materia di bilancio, il voto favorevole della maggioranza assoluta (metà più uno dei consiglieri in carica), ossia 26 voti, laddove ordinariamente, per espressa previsione del precedente comma 3, è sufficiente la maggioranza semplice, ovvero metà più uno dei presenti. “Il testo finale della legge di stabilità 2025 effettivamente approvato dalla maggioranza assoluta dei consiglieri in carica non comprendeva l’articolo 242 (corrispondente all’emendamento 111 presentato dalla consigliera Laricchia) perché l’emendamento che lo conteneva era stato dichiarato respinto nel corso della votazione sui singoli emendamenti. In altre parole, tra gli articoli costituenti il testo finale della legge, messo a votazione definitiva nella seduta del 18 dicembre scorso ed approvato dal Consiglio con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, non c’era, con ogni evidenza, l’articolo 242 essendo stato dichiarato “non approvato” dalla presidenza dell’assemblea. Né la correzione postuma della proclamazione del risultato della votazione sull’emendamento 111 (che aveva ottenuto 24 voti a favore) che l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha successivamente disposto con delibera n. 288 del 23/12/2024, sulla scorta di analoghi precedenti in tal senso, è idonea a sanare il vizio procedurale consistente nel fatto che il testo della legge di stabilità votato e definitivamente approvato dall’Assemblea il 18 dicembre scorso con i 26 voti favorevoli, non conteneva l’articolo 242.

Si fa riserva di inviare documentazione a comprova all’esito della pubblicazione da parte del Consiglio regionale della delibera consiliare n. 254 del 18/12/2024 contenente il processo verbale redatto dal segretario generale del Consiglio e da chi per esso, ad oggi non pubblicato. Quanto sopra, con il mero intento di consentire la conoscenza dei fatti e contribuire alla piena legittimità dell’operato di questa Regione nel rispetto del principio democratico di cui il voto assembleare è espressione”.

La posizione di Laricchia

Antonella Laricchia, lo ricordiamo, aveva ritenuto gravissimo quanto accaduto dopo la votazione dell’emendamento da lei presentato per chiedere la modifica della normativa sulle nomine e le designazioni di competenza regionale, annunciando che avrebbe fatto ricorso a tutti gli organi competenti perché siano ristabilite la verità e la giustizia, perché non si possono usare due pesi e due misure per l’approvazione degli emendamenti, in base alla convenienza politica”.

L’emendamento, di carattere normativo aveva avuto 24 voti a favore, quindi la maggioranza, ma non era passato perchè era stato ritenuto che essendo alla legge di Bilancio, avrebbe avuto bisogno di 26 voti, come previsto dallo statuto per le norme di natura finanziaria. Eppure c’erano numerosi precedenti che testimoniano questo ragionamento non vale per gli emendamenti di carattere normativo. Da qui l’invio di una nota all’ufficio di presidenza, perché verificasse sulla corretta applicazione dell’articolo 35 dello statuto regionale, per poi ricorrere alla Corte Costituzionale per vizio procedurale.

Questo il commento dell’ex candidata alla presidenza della Regione Puglia: “La reazione scomposta dimostra che probabilmente i miei sospetti sui tentativi di condizionare l’ufficio di presidenza durante l’ultima seduta di Consiglio regionale erano fondati. La buona notizia è la richiesta di approfondimento fatta alla magistratura che probabilmente verificherà anche se i tentativi di condizionamento dell’ufficio di Presidenza del 20 dicembre e di oggi siano legittimi. La norma proposta non limita le prerogative del Governatore ma introduce criteri di trasparenza, imparzialità e professionalità per le nomine regionali. Inoltre, impedisce che incarichi pubblici diventino ricompense elettorali per candidati non eletti. È una misura a favore di tutti i cittadini pugliesi, che chiedono istituzioni più eque e nomine fatte per merito, non per giochi politici. Trovo difficile comprendere come il rispetto della democrazia e delle leggi possa generare ‘rabbia’. Questo emendamento è il frutto di un voto regolare e di una correzione istituzionale che rafforza la credibilità del Consiglio regionale. Ringrazio l’ufficio di presidenza e la presidente Capone per aver avuto il coraggio di fare la cosa giusta, anche di fronte a forti pressioni. A lei e ai dirigenti che hanno sostenuto un incredibile lavoro di verifica di legittimità nei giorni di festività natalizie, la mia più grande solidarietà. Sono più pericolose le conseguenze delle scelte sbagliate che dell’ira di Emiliano. Questo episodio dimostra che il Consiglio può agire come garante della trasparenza e dei principi democratici. Il rispetto delle regole non è un’opzione, ma un obbligo. E sono orgogliosa che questa norma, oggi legge, segni un passo avanti per la nostra Regione”.

Il commento di Forza Italia

Così i consiglieri regionali di Forza Italia Paride Mazzotta, Paolo Dell’Erba, Massimiliano Di Cuia, Francesco La Notte e Giuseppe Tupputi. “Avevamo da subito stigmatizzato il modus operandi della maggioranza che, anche in occasione del bilancio di previsione, aveva preso la rincorsa per moltiplicare le poltrone e per far proliferare gli incarichi. Una volontà così forte che il presidente Emiliano ha ritenuto di compiere un gesto estremo, denunciando il presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, “rea” di aver predisposto il testo della legge di bilancio con un emendamento regolamentare approvato dall’aula che disciplina proprio le nomine. La norma contiene una serie di criteri per gli incarichi, costituendo quindi un freno o meglio un filtro. Ad Emiliano questo non è andato giù ed eccolo pronto a denunciare un presunto reato di falso. Il presidente della Giunta ha perciò voluto interferire con i lavori della massima assise rappresentativa dei pugliesi e già questo è gravissimo”. 

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