disparità di trattamento sta minando regolarità competizioni. Dove sono rapidità e afflittività? Anche appello Abodi inascoltato. Ora servono risposte

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Con l’anno nuovo, sono felice di dare il via a questa rubrica settimanale. L’intenzione è quella di fornire un punto di vista sui temi relativi alla Juve che riguardano il campo, ma soprattutto l’extra campo. E proprio da qui vorrei partire: il primo pensiero per il 2025 è infatti dedicato a Chiné, Gravina e dintorni. Sarò molto diretto.


Care istituzioni sportive, il 2025 è l’anno in cui potete recuperare almeno un po’ di credibilità agli occhi di milioni di tifosi juventini (,e non solo) che, non avendo l’anello al naso e il prosciutto sugli occhi, non possono non notare la disparità di trattamento che mina la regolarità delle competizioni. Lasciamo per ora da parte l’uso del Var e il capitolo Farsopoli (su cui torneremo magari le prossime volte), stiamo sull’attualità e sui presupposti che voi stesse, care istituzioni sportive, avete fissato per definire “regolare” la competizione. Avete detto e scritto che la Juventus aveva falsato gli equilibri mettendo a bilancio una serie di plusvalenze che rappresentavano meno del 5% del fatturato del periodo in questione, per altro plusvalenze fatte con giocatori veri che sono andati realmente nelle squadre indicate sulla carta. E avete spiegato che a supporto di ciò c’erano atti dei tribunali ordinari e intercettazioni. La conclusione è stata rapida e afflittiva (come voi ci avete tenuto a sottolineare): -10 punti e -130 milioni circa. 

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Ebbene, perché allora non intervenite su plusvalenze evidentemente fittizie (perché ottenute dalla cessione di giocatori mai giunti a destinazione e oggi impegnati in Serie C o tra i Dilettanti) che hanno consentito al Napoli di acquistare il capocannoniere dello scudetto? Ci sono atti del tribunale ordinario e interviste dei protagonisti (compreso il presidente della società con cui è stato fatto lo scambio). Dove sono rapidità e afflittività?


Perché non ritenete che siano stati falsati gli equilibri da parte dell’Inter che ha vissuto per tre anni anche grazie a un prestito pari al 30% del fatturato che poi non ha restituito, tanto da arrivare al pignoramento?


Altro capitolo. 


Quando era la Juventus sotto indagine per le infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva e per i rapporti società-ultras, avete persino inventato un’intercettazione del presidente Agnelli, in base alla quale avevate chiesto 30 mesi di squalifica. Dopo aver fatto una figura magrissima in Commissione Antimafia, spiegando che sì in effetti non era Agnelli al telefono,  lo avete comunque squalificato in tempi brevi e senza tanti fronzoli per tre mesi perché “non poteva non sapere” e non aveva fatto abbastanza per evitare i rapporti società-ultras vietati dal regolamento federale (curioso che a sottolinearlo sia stato il Procuratore Federale che trattò in diretta TV la possibilità di disputare una finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina con il gentiluomo Jenny ‘a carogna, che ottenne in cambio il giro d’onore con la Coppa in mano). 

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Ebbene, ora ci sono atti del Tribunale Ordinario, confessioni dei protagonisti, dichiarazioni di un pentito. Dove sono le squalifiche per dirigenti, allenatore e giocatori che hanno violato il regolamento sui rapporti con gli ultras? Dove sono rapidità e provvedimenti afflittivi?


Vedete, care istituzioni sportive, potete continuare a far credere che ci siano milioni di “ossessionati” e “vittimisti” ed andare avanti insabbiando e, come se nulla fosse, propinando la favola del “campionato più avvincente del mondo” perché lo possono vincere diverse squadre (resterebbe comunque il mistero del calo di spettatori e introiti tv). Oppure potete prendere atto della realtà e capire che se non date risposte rapide e convincenti, milioni di tifosi non avranno più fiducia in voi e nelle manifestazioni da voi organizzate, con quanto ne consegue in termini anche economici. Persino il ministro Abodi vi chiede di intervenire (ah, per altro in questi giorni dovrebbe entrare in funzione l’autorità per il controllo dri conti delle società di calcio voluta proprio dal ministro al posto della Covisoc. Anche questo un caso particolare…).


A proposito di manifestazioni da voi organizzate, visto che è tempo di Supercoppa, sapreste spiegare perché da quando il trofeo si assegna regolarmente all’estero (da Pechino 2009 a Ryiad 2025), nelle quattro occasioni in cui si è assegnato in Italia, hanno giocato in casa solo Inter e Lazio due volte ciascuno? Per altro tre volte su quattro l’avversario era la Juventus, che, pur avendo vinto nove scudetti di fila e una serie di Coppe Italia, non ha mai avuto l’onore di ospitare la Supercoppa allo Stadium. 


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Cari Chiné, Gravina e compagnia, nel 2025 servono risposte e non a parole.





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