Parlantina sciolta e cadenza ispanica, l’accento plasmato dal campo. Così come il fisico. L’anno a Gran Canaria, quindi gli States, il grande salto sospinto dai venti subtropicali che regolano la vita di un intero stato, la Florida. E di una città che unisce lingue, culture. Giocatrici di pallacanestro. Fra loro, la nostra Vittoria Blasigh. Per tutti, a Tampa e dintorni, “Vicky”. Vent’anni e un sogno, lo stesso di sempre: crescere, entrar fra le grandi. In WNba, che discorsi.
Il sorriso? Neanche quello, in fondo, è cambiato rispetto ai tempi, neanche troppo lontani, del suo esordio assoluto in A2, in maglia Libertas Basket School. Così, serena e calorosa, a immagine di una città a cui nemmeno la paura dei tornado riesce a levare il buonumore, Vicky ci accoglie in auto, la sua, in un giorno per lei di riposo. Di sosta. Parziale, sia chiaro. È infatti reduce da una sessione individuale, l’atleta friulana, udinese doc. Fra tiri a canestro e lezioni si è offerta di esser nostra guida: un viaggio alla Usf, la University of South Florida. A casa di Vittoria Blasigh.
«Ho preso la patente qui, l’auto è di seconda mano. Senza qui non ti muovi», ci spiega, mentre sicura imbocca l’Interstate 275 che dal centro città conduce al campus e alle “facilities” dei Bulls. Nell’abitacolo notiamo lo stesso ordine che la playmaker sa imporre oramai anche sul parquet.
Dallo specchietto pende una foto, Vittoria insieme a un ragazzo. Sorridono. Rompiamo il ghiaccio, ma non le scatole, stando almeno alla spiegazione dell’interessata, esaustiva. Tenera: «Si chiama Alan, è argentino. Fa il portiere, giocava qui fino all’anno scorso, ora è alla North Carolina». Nell’istantanea, Vittoria indossa un cappellino dei Clippers: «Qui vicino c’è un luna park, l’abbiamo vinto lì, con i tiri a canestro».
Alcune divise della squadra universitaria dove gioca Vittoria
Ed è per quelli che abbiamo attraversato un oceano. Prima di giungere al palazzetto, però, ci addentriamo nelle altre strutture poste a presidio del college. Dormitori – «io ora vivo con altre compagne di squadra in appartamento» –, palazzine con classi e aule studio: «Ho scelto di studiare business – precisa – per avere una preparazione generale. Qui ti laurei in 4 anni, ma quel che voglio fare è laurearmi già il prossimo anno per poi lasciare l’ultimo per il master. Sto già frequentando alcune classi del prossimo anno». La mensa fa invidia ai locali più cool del centro udinese, lo store – esatto, lo store – potrebbe contenere un bilocale abbondante, riempiendolo di gadget e magliette.
Di nuovo in macchina. Ad attenderci a destinazione c’è Andrew, uno dei membri dell’ufficio stampa. All’ingresso del palazzetto, divise. Tre, quattro, dodici. Tutte per la stagione in corso: «In Italia se ne usano due», rivela Vittoria ad Andrew, spiegando il nostro stupore. Pochi passi ed eccoci sul parquet. Ma gli spalti? «Questo è solo il campo di allenamento. Lo usiamo noi ragazze. Dall’altro lato c’è quello della maschile».
Sui muri, stendardi: risultati ottenuti, ma anche silhouette delle attuali giocatrici in roster. Eccola, Vicky, lassù, con nome, cognome e provenienza: Udine. Con un pizzico di orgoglio, allora, proseguiamo. Palestrina, anch’essa dedicata. Corridoi con led, stanze con monitor per lo studio delle partite. Robe da sogno, anche per la Serie A. Incrociamo una giocatrice, il dialogo è in spagnolo: «In campo si parla inglese, ma lo spagnolo qui è molto diffuso, data la presenza di tanti latini».
Il palazzetto dove giocano le ragazze della Usf
Cammina che ti cammina e giungiamo al cuore del mondo Bulls, un tempio da oltre novemila posti . Il verde risalta, sugli spalti risuona l’eco del tifo di casa: «Vengono sempre tanti studenti a vederci, ma non solo – racconta Vittoria – anche con strumenti musicali. Ci danno una bella carica». Ultimo step, gli uffici: superiamo porte di assistenti, giungiamo infine da lui, coach Jose Fernandez, da 25 anni alla Usf. Un guru che, in questo tempo, ha lanciato talenti, formato professioniste. «Crede molto in me». Fra i trofei che il tecnico custodisce nel proprio regno, ci scommettiamo, anche un sogno. Il medesimo che vittoria avrà senz’altro affidato a questo 2025: «Vorrei fare gli auguri di buon anno nuovo a tutti i friulani, in particolare gli amanti del basket e i lettori del Messaggero Veneto!».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link