Il restauro della facciata della chiesa prrocchiale realizzato nel 2023 – meraviglioso esempio di conservazione di un edificio dal valore storico, artistico e religioso immenso – diventa corpo per un progetto didattico rivolto alle nuove generazioni. Come? Grazie alla collaborazione tra il parroco don Stefano Bonazzi, lo “Studio Marcuccio Marziali”, che si è occupato dei lavori, e l’Istituto comprensivo “Bartolomeo Colleoni”. I ragazzi delle elementari sono stati coinvolti dalle restauratrici, che li hanno condotti per mano in un affascinante viaggio alla scoperta di uno dei gioielli del territorio.
Dal restauro la progetto didattico
La proposta di collaborazione, arrivata dalla parrocchia, era stata pensata in vista della partecipazione al bando Cariplo che ha consentito i lavori.
“L’iniziativa di tipo culturale rivolta ai bambini ha permesso di ottenere un maggior punteggio – ha spiegato don Bonazzi – e si è rivelata davvero istruttiva: molti bambini sono entrati per la prima volta in chiesa, sperimentando dal vivo le informazioni ricevute. È stato bello vedere quelli che già la frequentano dare spiegazioni agli altri. Un grazie alla scuola che ha aderito”.
“L’attività ‘artigianale’ del restauro conservativo della facciata e delle sue statue è stata resa un’attività culturale al servizio della comunità – ha spiegato la restauratrice Jole Marcuccio – L’azione si è concentrata sul coinvolgimento degli alunni della scuola primaria ‘Don Luigi Sturzo’, con l’obiettivo di sensibilizzarli sull’importanza dei beni culturali che li circondano e sul loro ruolo nel quotidiano. Il progetto, denominato ‘Cantiere Vivo – conoscere è proteggere’, ha raggiunto ben 18 classi e ha coinvolto circa 500 bambini tra i 6 e i 10 anni. Anche i più piccoli non sono stati dimenticati: circa 50 bambini della scuola dell’infanzia, dai 4 ai 5 anni, hanno partecipato a questa esperienza unica”.
L’attività con le classi della scuola primaria è cominciata il 15 novembre con lezioni in aula gestite da Lucrezia Marziali e Sara De Matteis di “yepTalks”, società specializzata in comunicazione culturale: i bambini hanno esplorato il valore storico e culturale della chiesa attraverso giochi e attività didattiche. Dal 26 novembre fino al 5 dicembre invece, sono seguite visite guidate sul territorio, in cui gli alunni hanno avuto l’opportunità di vedere con i propri occhi ciò di cui avevano discusso in classe, approfondendo così la loro comprensione e connessione con il patrimonio culturale.
Alla scoperta della Parrocchiale
“La lezione in aula ha previsto anche attività pratiche: assemblaggio delle tre statue principali della facciata stampate e sezionate in 3D – ha continuto Marcuccio – costruzione della linea cronologica della storia di Urgnano, utilizzando tessere di cartone con una data su un lato e un evento illustrato sull’altro, l’individuazione dei degradi della chiesa su un pannello plastificato dove ogni colore rappresenta una diversa tipologia di degrado; il gioco di carte memory con dettagli dell’interno e dell’esterno della chiesa, per favorire il riconoscimento durante la visita; l’esperienza tattile con i bambini che hanno toccato la sabbia, materiale base del Ceppo del Brembo, e poi una porzione di statua, confrontando le sensazioni tattili per coglierne somiglianze e differenze. Poi sono state spiegate ai bambini l’origine, le caratteristiche e il processo di formazione della pietra. Particolare attenzione è stata posta sulla sua fragilità e sul fenomeno del degrado: attraverso foto e illustrazioni sono stati mostrati i segni tipici del deterioramento e il lavoro del restauratore”.
E il risvolto legato all’educazione civica è evidente.
“Un concetto chiave è che il degrado è inevitabile, ma può essere rallentato grazie a comportamenti responsabili. In quest’ottica, ai bambini vengono dati consigli pratici – ha spiegato ancora Marcuccio – non scrivere sulla chiesa, perché rimuovere graffiti richiede comunque dello sfregamento su una superficie così delicata. evitare l’inquinamento, la cui conseguenza visibile è la formazione della crosta nera, che sarà poi osservata durante l’uscita sul campo e segnalare comportamenti inappropriati a un adulto di fiducia, come un genitore o un insegnante”.
Ma certamente la parte più entusiasmante del progetto per i bambini è stata l’uscita sul territorio.
“Divisi in due gruppi, gli alunni hanno alternato l’osservazione degli elementi esterni con l’esplorazione degli interni – ha chiarito la restauratrice, che ha arricchito il percorso con il suo prezioso contributo tecnico e professionale – Durante la visita, i dettagli già introdotti in classe sono stati approfonditi e i bambini hanno potuto riconoscere sul posto gli elementi del Memory, collegando l’esperienza pratica alla teoria. L’obiettivo finale del progetto è stato trasmettere un senso di consapevolezza e responsabilità verso il patrimonio culturale, rendendo i bambini protagonisti attivi nella sua tutela. Fondamentale, poi, è stato portare i bambini a distinguere la chiesa da luogo di culto a bene culturale, da proteggere, rispettare e ammirare indipendentemente dal proprio credo”.
Iniziativa di successo
Il progetto, nato dalla collaborazione tra ‘SmartPuzzle’ e ‘yepTalks’, è stato finanziato da ‘Fondazione Cariplo’ nell’ambito del bando “SOS Patrimonio 2022”.
“Un progetto riuscito sotto tutti i punti di vista, frutto di una bella collaborazione – hanno commentato le insegnanti di religione Francesca Morelli ed Erica Sommariva – il parroco lo ha proposto alla dirigente scolastica Valeria Cattaneo, che ci ha contattato dandoci il via libera: inizialmente doveva essere rivolto ai ragazzi fino alla classe terza ma ci è piaciuto davvero molto e così abbiamo coinvolto tutte le classi, compresi gli alunni che non sono di religione cristiana. Infatti il progetto era di tipo culturale: dal Ministero è arrivata l’indicazione di sensibilizzare i bambini alla cura e alla conservazione del patrimonio culturale e artistico e il focus del progetto era proprio questo. Sono stati non più di una ventina i bambini che non hanno partecipato all’uscita in chiesa, su 18 classi che contano complessivamente centinaia di bambini. Gli stranieri che per la prima volta hanno varcato la soglia della chiesa sono stati forse i più entusiasti. Tutti hanno ascoltato con curiosità le spiegazioni sul perché ci sono i quadri e come si guardano, cosa raccontano i personaggi e le atmosfere. È stata un’occasione preziosa sia dal punto di vista dell’educazione culturale, sia della conoscenza del territorio”.
Ora si pensa a una mostra
Ma non finisce qui, ci sarà un prosieguo.
“Questo è progetto significativo che ha coinvolto circa 360 alunni e di valenza interdisciplinare – ha concluso la dirigente Valeria Cattaneo – Adesso è iniziato un lavoro di approfondimento: intendiamo realizzare una mostra con delle stampe recuperate tramite una ricerca in biblioteca, così i bambini ritroveranno quello che hanno visto e lo potranno studiare in maniera più dettagliata”.
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