Choc nella parrocchia di San Giovanni Battista, a Bari, nel quartiere Poggiofranco. Questa mattina, intorno alle 9.30, è stato ritrovato il corpicino esanime di un neonato, si tratta di un bimbo di circa un mese di vita. Il piccolo era all’interno della culla termica situata davanti all’ingresso della chiesa dove era stato abbandonato. Sul posto la Polizia scientifica della questura di Bari e la Squadra mobile.
La culla
La culla dell’accoglienza fa parte del progetto “Nessun bambino è un errore” avviato da tempo dalla parrocchia barese guidata da don Antonio Ruccia.
Un anno fa, il 23 dicembre 2023, una neonata fu lasciata nella culla e salvata dai volontari e dal parroco, che fu allertato dal sensore che fece squillare il suo cellulare.
La terribile scoperta
In questo caso, purtroppo, il sistema non ha funzionato. Un guasto che si è rivelato drammatico. Il corpo del piccolo è stato trovato da alcuni addetti di un’agenzia funebre che erano in chiesa per un funerale. La terribile scoperta proprio mentre stavano verificando il funzionamento della culla termica.
Le ipotesi
Chi ha lasciato lì il bimbo non avrebbe chiuso la porta della stanza che custodisce la culla e questo non avrebbe fatto scattare l’allarme. «Sono a Roma – spiega don Antonio Ruccia, parroco della chiesa – ma il mio cellulare collegato alla culla non ha squillato». Il mancato allarme fa supporre anche che il piccolino sia stato sistemato all’interno della culla quando era già morto.
La testimonianza
«L’ho preso in braccio, vederlo in quella tutina a fantasia militare, immobile, mi ha fatto tanto dispiacere. Non ho avuto paura ma ho provato tanto, tanto dispiacere». Roberto Savarese, 56 anni di Bari, racconta così all’ANSA, cosa ha provato quando questa mattina intorno alle 9:30 ha trovato il corpo senza vita di un neonato lasciato nella culla termica vicino alla chiesa dedicata a San Giovanni Battista, nel rione Poggiofranco della città. Il piccolo «non ha più di un mese di vita e quando ho aperto quella porta mi ha colpito che fosse coperto da un cappuccio e che non si muovesse: ho capito subito cos’era successo», spiega l’uomo che da 33 anni è responsabile di una impresa funebre. «La sede dell’agenzia è proprio alle spalle della chiesa e io ricordo tutti i passi compiuti per realizzare la culla e il vano a sua protezione: è stata una cosa bellissima», racconta. Oggi, dopo aver sistemato un feretro all’interno della parrocchia mentre era in corso il funerale, stava riferendo del progetto che salva i neonati ai suoi collaboratori. «Uno di loro ne aveva sentito parlare ma non aveva mai visto la culla – dice – e così gliel’ho mostrata. Ho aperto il cancello prima e la porta dopo. Non riuscivo a credere ai miei occhi: c’era un neonato, un maschietto ed era morto. Era immobile, la carnagione chiara e nulla era accanto a lui: non un ciuccio, un biberon, un cambio, un biglietto. Ho chiamato il 118 e da lì sono scattati soccorsi e indagini». Secondo il 56enne, il bambino «ha trascorso nella culla termica le ultime 24-48 ore ma non comprendo come mai non abbia funzionato il sistema di riscaldamento né perché non sia scattato l’allarme che avrebbe dovuto segnalare la sua presenza». «Spero non lo abbiano lasciato già morto», aggiunge. Le indagini sono in corso e dovranno chiarire cosa è successo. «Non posso dimenticare la gioia provata ormai due anni fa, quando fu lasciata una bimba: era bellissima e sono felice abbia una famiglia. Oggi, invece, questo neonato senza vita fa tanta tristezza», conclude Savarese.
L’inchiesta
La Procura di Bari ha aperto una inchiesta per fare chiarezza sul ritrovamento del corpo senza vita del neonato. L’ipotesi di reato è abbandono di minore con l’aggravante della conseguente morte. Il fascicolo è al momento aperto contro ignoti. Le indagini dovranno accertare anche come mai il dispositivo utile ad accogliere i neonati non abbia funzionato: sul cellulare del parroco della chiesa, don Antonio Ruccia, non sono arrivate chiamate che segnalavano la presenza del piccolo. La culla, secondo quanto si apprende, funziona nel momento in cui viene sistemato al suo interno un peso e non se ci sono movimenti da registrare. Gli accertamenti investigativi degli agenti della squadra mobile della questura di Bari si avvalgono anche delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza della zona e dei rilievi svolti dai colleghi della Scientifica. A trovare il corpicino è stato il titolare di un’agenzia funebre che stava mostrando a una persona il vano all’interno del quale si trova la culla. Avvicinandosi ha notato il corpo e ha allertato i soccorsi.
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