Drogarsi in Italia non è reato. Lo è lo spaccio. La detenzione è illecita ma non ha rilevanza penale: è solo un illecito amministrativo.
Il tema della droga in Italia è spesso fonte di confusione, tra divieti, sanzioni e zone grigie. Fare uso di droghe è legale? Cosa si rischia se si viene trovati in stato di alterazione? E quando le forze dell’ordine possono intervenire? Un nostro lettore ci ha chiesto testualmente: «Se mi faccio una canna a casa e poi esco cosa rischio?».
In questa guida, faremo chiarezza sulla normativa italiana in materia di droga, analizzando la differenza tra consumo e detenzione, e spiegando cosa rischia chi fa uso di sostanze stupefacenti.
Consumare droga è reato?
No, consumare droga in Italia non è reato e non è neanche un illecito amministrativo. Questo significa che un poliziotto che ferma e controlla una persona che si è appena drogata non può contestargli alcun illecito, a meno che non stia guidando (nel qual caso scatta il reato previsto dall’articolo 187 del Codice della strada).
La legge punisce infatti, con una sanzione amministrativa (articolo 75 del D.P.R. n. 309/1990), la detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale, ma non l’atto stesso di consumarle.
Questo significa che se una persona viene trovata in stato di alterazione psicofisica, ma non ha con sé droga, non può essere sanzionata. Risultato: drogarsi non è vietato in Italia. È vietato, invece, detenere la droga non ancora consumata: in questo caso si applicano le sanzioni amministrative che vedremo a breve. E se il quantitativo è tale da far presumere lo spaccio, scatta il reato.
Detenzione di droga: illecito amministrativo
L’articolo 75 del Testo Unico sugli stupefacenti punisce la detenzione di droga per uso personale con una sanzione amministrativa. Le conseguenze sono:
- revoca della patente di guida (o divieto di conseguirlo): da 1 mese a 1 anno;
- revoca del passaporto (o divieto di conseguirlo): da 1 mese a 1 anno;
- revoca del porto d’armi (o divieto di conseguirlo): da 1 mese a 1 anno;
- revoca del permesso di soggiorno (o divieto di conseguirlo): da 1 mese a 1 anno.
Se la quantità di droga detenuta è superiore ai limiti previsti per l’uso personale, si configura il reato di spaccio, punito dall’articolo 73 del Testo Unico con la reclusione e la multa, anche se con un quantitativo di lieve entità le pene sono notevolmente ridotte (per conoscere esattamente tutte le soglie di peso delle varie sostanze stupefacenti da non superare per non incorrere in questo reato, leggi l’articolo: “Quando è piccolo spaccio?“).
Controlli e accertamenti
Le forze dell’ordine possono intervenire se sospettano che una persona abbia assunto droghe, ma solo in caso di guida sotto l’effetto di stupefacenti: se la persona è alla guida di un veicolo, può essere sottoposta a controlli con test antidroga (i cosiddetti “test salivari”). Guidare sotto l’effetto di droghe – o, dopo la recente riforma del Codice della strada – anche dopo averle assunte qualche tempo prima – è un reato. Facciamo un semplice esempio.
Luca fuma una canna a casa sua. Poi esce e viene fermato da un poliziotto perché ha gli occhi rossi e barcolla. Il poliziotto non può sanzionarlo, dato che consumare droga non è reato. Se però Luca avesse ancora con sé la cannabis nella tasca, il poliziotto potrebbe contestargli la detenzione illecita di droga, anche se è per il suo uso personale (inoltre, portandola in giro, si potrebbe presumere l’intenzione di spacciarla, e quindi scatterebbe la denuncia penale). Se invece Luca al momento del controllo stava guidando, il poliziotto può sottoporlo al test salivare e poi, dopo aver riscontrato la positività, contestargli il reato di guida dopo aver assunto droghe.
È legale coltivare cannabis in casa?
No, la coltivazione di cannabis è sempre illegale in Italia. Tuttavia:
- se il quantitativo prodotto è minimo (solitamente, non più di 5 piccole piante: per maggiori dettagli leggi “Quante piante di cannabis posso avere in casa?“), scatta solo l’illecito amministrativo e quindi si applicano le sanzioni previste per la detenzione ad uso personale;
- negli altri casi (molte piante, alte e rigogliose, o anche poche, se la coltivazione è intensiva e svolta con metodi organizzati) scatta il reato di coltivazione illecita, che è punito dal medesimo articolo 73 del Testo Unico sugli stupefacenti in maniera identica allo spaccio.
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