Siamo quasi nel 2025, eppure i film e le serie in costume continuano a esercitare un fascino irresistibile, confermandosi un genere senza tempo. Solo nell’ultimo anno sono state annunciate nuove rivisitazioni di storie ambientate in epoche passate, tra cui spicca la serie Netflix Il Gattopardo, che vede protagonisti giovani volti amatissimi come Deva Cassel, Saul Nanni e Benedetta Porcaroli. Nel frattempo, si rincorrono voci su una nuova trasposizione di Orgoglio e Pregiudizio, con attrici del calibro di Emma Corrin e Daisy Edgar-Jones in lizza per il ruolo iconico di Elizabeth Bennet, una figura che ha ispirato innumerevoli narrazioni nel corso degli anni.
L’amore del pubblico per le storie in costume è ormai un dato consolidato. Show di enorme successo come Bridgerton hanno registrato numeri stratosferici di visualizzazioni, contribuendo a rinnovare il genere e a riportare in auge il fascino delle epoche passate. Intrighi amorosi e sociali ambientati tra sontuosi palazzi, giardini incantati e balli aristocratici continuano a catturare l’immaginazione degli spettatori, offrendo un’evasione incredibilmente sofisticata. A volte, sembra che una crinolina del ’700 francese riesca a essere più seducente di un moderno nude look, evocando un romanticismo casto e misterioso che il contemporaneo fatica a eguagliare.
Questo amore per il passato non si limita agli schermi. L’estetica dei period drama ha influenzato profondamente il mondo della moda, ispirando collezioni che reinterpretano lo stile delle epoche storiche in chiave moderna. Brand come Dior, Simone Rocha o Rodarte, per citarne alcuni, hanno portato in passerella abiti dalle silhouette ottocentesche, mentre i corsetti decorati con dettagli ricercati sono diventati un capo prezioso, particolarmente apprezzato dalle nuove generazioni. È un revival storico fatto di ricami delicati, tessuti vaporosi e accessori che sembrano usciti direttamente da un romanzo di Jane Austen.
Il successo dei period drama non è casuale. Opere consolidate come Downton Abbey o il remake di Piccole Donne di Greta Gerwig continuano a conquistare il pubblico grazie alla combinazione di storie coinvolgenti e scenografie mozzafiato. Con una sapiente attenzione ai dettagli, questi racconti creano un ponte tra passato e presente, offrendo esperienze visive ad alto tasso di estetica. Pensiamo a pellicole come Shakespeare in Love, che unisce la raffinatezza della cultura rinascimentale a un’ironia leggera e avvincente, o Il Re con Timothée Chalamet, che esplora le difficoltà del potere e delle relazioni in epoche passate.
Anche l’abilità dei period drama di trasportarci in mondi fittizi contribuisce al loro fascino. Questi universi ricchi di dettagli non importano se sono storicamente accurati: riescono comunque a immergere lo spettatore in una realtà parallela, dove persino le difficoltà sembrano risolversi nel glamour di promenade, gran balli e sontuose dimore. È un passato idealizzato, in cui anche le pene d’amore si trasformano in qualcosa di epico e struggente.
In queste storie, struggersi per amore non solo è consentito, ma diventa la forza motrice delle vicende. Pensiamo a Marie Antoinette di Sofia Coppola, con i suoi pasticcini sgargianti e i costumi sontuosi, o ad Anna Karenina con Keira Knightley, dove ogni abito riflette la complessità delle emozioni dei protagonisti. I personaggi, guidati da passioni e istinti, sono profondamente umani e per questo così vicini al pubblico.
I period drama ci permettono di esplorare epoche lontane, scoprendone sia la bellezza che i limiti, e di riflettere su temi universali come l’amore, la libertà e le disuguaglianze sociali. Che si tratti di un’opera classica come Orgoglio e Pregiudizio o di una rivisitazione moderna come Bridgerton, questi racconti ci ricordano che, nonostante il passare dei secoli, certe emozioni e storie rimangono senza tempo. La loro forza sta proprio nella capacità di trasportarci in un passato idealizzato, dove tutto appare straordinario, ma i sentimenti restano autentici e universali.
[📸 IPA; © Liam Daniel, Lucia Iuorio / Netflix]
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