Legge stabilità in Puglia, Emiliano al procuratore

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Il presidente della giunta regionale della Puglia Michele Emiliano ha scritto una lettera al procuratore capo della Repubblica del tribunale di Bari, in merito alla promulgazione della Legge di stabilità 2025 approvata poco prima di Natale dal consiglio regionale, che già aveva segnalato allo stesso ufficio di Procura lo scorso 30 dicembre.

Una sorta di denuncia dell’operato, anche della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone della stessa area politica del governatore, il centrosinistra, che sta suscitando molte polemiche. Emiliano innanzitutto precisa di aver promulgato la legge, il 31 dicembre con pubblicazione immediata sul Bollettino Ufficiale della Regione «in adempimento allo specifico obbligo posto in capo al presidente della giunta regionale dalla Costituzione e dallo Statuto non disponendo il medesimo di alcun potere di controllo sulla legittimità sostanziale o formale della legge approvata dall’assemblea e non potendo perciò egli rifiutare la promulgazione della legge ancorché, per ipotesi, formalmente irregolare o giuridicamente inesistente, e ciò a garanzia delle prerogative dell’organo legislativo e della sua manifestazione di volontà».

Se, dunque, la promulgazione delle leggi regionali da parte del presidente «costituisce atto dovuto, al punto che, per ipotesi, egli potrebbe essere rimosso con decreto motivato del Presidente della Repubblica ove ciò configurasse un atto contrario alla Costituzione o grave violazione di legge secondo quanto previsto dall’articolo 126 comma 1 della Costituzione, si ritiene però che compito del Presidente della Giunta regionale – continua Emiliano – sia anche quello di vigilare, nel rispetto del quadro ordinamentale vigente che definisce l’assetto dei poteri e delle attribuzioni dei diversi organi dello Stato e delle regioni, sul rispetto della legalità, anche quando quest’ultima si configuri come osservanza delle norme statutarie sul procedimento di approvazione della legge di bilancio». Questo però non impedisce al presidente di rilevare e di segnalare all’organo giudiziario quello che definisce “un vizio procedurale”.

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«L’articolo 35 comma 4 dello statuto regionale – rileva il presidente – prescrive per la validità delle deliberazioni in materia di bilancio, il voto favorevole della maggioranza assoluta, metà +1 dei consiglieri in carica, corrispondente a 26 voti, laddove ordinariamente, per espressa previsione del precedente comma 3, è sufficiente la maggioranza semplice, metà+1 dei presenti. Il testo finale della legge di stabilità 2025 effettivamente approvato dalla maggioranza assoluta dei consiglieri in carica non comprendeva l’articolo 242, corrispondente all’emendamento 111 presentato dalla consigliera Laricchia (Antonella, eletta con il Movimento 5 Stelle ma da sempre fortemente critica con Emiliano e il centrosinistra) perché l’emendamento che lo conteneva era stato dichiarato respinto nel corso della votazione sui singoli emendamenti. In altre parole, tra gli articoli costituenti il testo finale della legge, messo a votazione definitiva nella seduta del 18 dicembre scorso ed approvato dal Consiglio con la maggioranza assoluta dei suoi componenti – sottolinea il presidente – non c’era, con ogni evidenza, l’articolo 242 essendo stato dichiarato ‘non approvato’ dalla presidenza dell’assemblea. Né la correzione postuma della proclamazione del risultato della votazione sull’emendamento 111, che aveva ottenuto 24 voti a favore, che l’ufficio di presidenza del consiglio regionale ha successivamente disposto con delibera 288 del 23/12/2024, sulla scorta di analoghi precedenti in tal senso, è idonea a sanare il vizio procedurale consistente nel fatto che il testo della legge di stabilità votato e definitivamente approvato dall’Assemblea il 18 dicembre scorso con i 26 voti favorevoli, non conteneva l’articolo 242». 

Emiliano si riserva di inviare alla Procura documentazione «a comprova all’esito della pubblicazione da parte del Consiglio regionale della delibera consiliare 254 del 18/12/2024 contenente il processo verbale redatto dal segretario generale del consiglio e da chi per esso, ad oggi non pubblicato. Quanto sopra, con il mero intento di consentire la conoscenza dei fatti e contribuire alla piena legittimità dell’operato di questa Regione nel rispetto del principio democratico di cui il voto assembleare è espressione».



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