Trascorsi Natale e Capodanno nel silenzio sull’incerto risiko bancario, ora si dovrebbe poter cominciare a rilevare indicazioni sugli sviluppi dell’Ops di Unicredit sul Banco Bpm e su tutto ciò che ad essa è collegato, ivi compresa, naturalmente, la progettata operazione Commerzbank. A suo tempo, era stato previsto nelle cronache che, nelle vacanze di Natale, vi sarebbe stato un confronto in Francia tra l’ad dell’Istituto di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, e i vertici del Crèdit Agricole, quest’ultimo essendo un soggetto fondamentale per la tentata aggregazione o, all’opposto, per il suo fallimento. Vedremo se e quali risultati abbiano avuto i confronti (ovviamente, se risulteranno confermati).
Da altre parti viene rilanciata la presunta notizia di un approfondimento in corso, da parte del governo e dell’Avvocatura dello Stato sull’attivabilità del Golden power nell’operazione Unicredit– Bpm e con quali conseguenze. Ciò dimostrerebbe un non favor del governo stesso nei confronti di un’eventuale aggregazione tra i due istituti o comunque una possibile convinzione sui limiti e sulle condizioni che una tale operazione dovrebbe rispettare, anche se finora nessuna conferma ufficiale è stata resa pubblica.
La posizione del governo
È comunque singolare che in presenza di un’ipotesi di aggregazione il governo, che evidentemente ha una specifica visione del settore e, si spera, degli interessi generali a esso connessi, si attivi e chieda sul piano giuridico un approfondimento delle proprie specifiche attribuzioni, come fin qui non risulta smentito, mentre si continui a tacere nel versante della Vigilanza bancaria, innanzitutto di quella accentrata. Sia chiaro: come in altre circostanze si è specificato, non si chiede qui un’anticipazione dei giudizi sull’operazione in questione e su quelle in qualche modo collegate, giudizi la cui emissione è soggetta alle condizioni e ai vincoli procedurali.
Ciò che, invece, è giusto attendersi è un’indicazione di carattere generale, l’esplicitazione della visione che l’Organo di regolazione e di supervisione ha in questo momento storico delle operazioni di aggregazione tenendo conto, da un lato, della stabilità aziendale e sistemica, della competitività, nonché della sana e prudente gestione e, dall’altro, del pluralismo del mercato, della concorrenza, del sostegno delle economie territoriali. Si tratta quanto meno della necessità di richiamare linee guida prima che la partita entri nel vivo nell’interesse dei soggetti in campo, dei risparmiatori-investitori, del sistema. Come nel caso dell’arbitro che prima di un match, soprattutto se importante, ricorda sinteticamente ai gareggianti le regole e i caveat principali, dal che si può anche dedurre quali potranno essere i suoi concreti comportamenti nell’arbitraggio.
Una situazione non molto diversa si sta verificando in Spagna con la tentata aggregazione di Sabadell da parte del Bbva che trova pubblicamente contrario il governo – il quale, in questo caso, è titolare di un potere più pregnante di quello nella disponibilità dell’esecutivo italiano – mentre si registra solo qualche indizio della posizione della Vigilanza. Il governo Sanchez teme soprattutto per gli esuberi di personale che la concentrazione – presentata come amichevole o consensuale, ma che di fatto sta diventando ostile – potrebbe provocare e per le possibili alterazioni nella presenza bancaria territoriale.
De te fabula narratur: lo si potrebbe dire con riferimento alla vicenda Unicredit– Bpm? Tutto ciò, in ogni caso, se si aggiunge pure l’atteggiamento contrario del governo tedesco all’aggregazione della Commerz, evidenzia quanto meno la necessità di chiarezza sugli organi con competenza nelle aggregazioni a livello di Unione e sui rapporti degli organi stessi con la Vigilanza bancaria e finanziaria. Non si può trattare, in campo istituzionale, di un «liberi tutti», ciascun potere od organo con le proprie posizioni e le proprie normative, senza un ruolo condiviso di ultima istanza. È una materia nella quale occorre mettere ordine: diversamente, altro che Unione bancaria!
Le mosse di Castagna
Quanto alla concreta situazione italiana, continua a valere ciò che qualche tempo fa ebbe a rispondere efficacemente l’ad della Bpm Giuseppe Castagna a chi gli chiedeva dell’aiuto del governo alla difesa del Banco contro l’Ops: siamo in grado di difenderci da soli, disse pressappoco l’amministratore delegato, senza che ciò naturalmente significasse fastidio per la doverosa analisi che il governo starebbe compiendo. Un incontestabile punto di forza della Bpm è proprio il pluralismo nel settore, a maggior ragione dopo che è stato riformato lo storico comparto delle banche popolari con una revisione maldestra, operata a metà del passato decennio, con un decreto legge che sancì l’incompatibilità di determinate dimensioni bancarie con la natura cooperativistica. La struttura di impresa dell’attività bancaria, il superamento, già oltre trenta anni fa, delle categorie di istituti previste dalla legge bancaria del 1936 non comportano di certo l’obbligo della disattenzione, da parte delle autorità monetarie, all’economia dei territori e alle forme di specifica protezione del risparmio. Se non fosse così, un parte non affatto secondaria della speciale normativa che disciplina le banche e la supervisione perderebbe fondamento.
In sostanza, in questi giorni di inizio del 2025 sarebbe lecito attendersi notizie sui lavori in corso del tentato risiko e, non per ultimo, un indirizzo della Vigilanza sugli sviluppi delle relative vicende. Non sarebbe né dirigismo, né supergestione, così come, per tornare al parallelo con l’arbitro di un match, questi non si sostituisce ai giocatori né altera i risultati del gioco ricordando i punti fondamentali del suo arbitraggio, ovviamente rispettoso delle regole. L’alternativa sarebbe quella di una supervisione che operi come un giudice tenuto al rispetto della nota locuzione: da mihi factum, dabo tibi ius. Ma credo che nessuno voglia questa metamorfosi, almeno oggi. Comporterebbe una radicale revisione ab imis delle normative e dei controlli sulla base di una concezione neoliberistica spinta all’eccesso con danni per tutti. (riproduzione riservata)
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