Highlights 2025: L’ombra dello sciopero sui porti USA, noli container in salita e crisi geopolitiche

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LIVORNO – Apriamo il 2025 con uno sguardo alle principali situazioni in corso a livello globale, per leggere quella che potrebbe essere l’evoluzione dei prossimi mesi per l’andamento del commercio globale, i condizionamenti per le supply chain mondiali la cui caratteristica di “resilienza” non è mai stato un fattore così cruciale come in questo momento.

Porti USA in cerca di un accordo

Il raggiungimento di un accordo nel sistema portuale della Costa Orientale e del Golfo degli Usa sarà determinante nei prossimi giorni per evitare che un secondo sciopero dei porti si abbatta sui traffici marittimi e sulle supply chain statunitensi e globali.

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La contrattazione per il rinnovo del contratto dei lavoratori portuali aderenti al sindacato International Longshoremen’s Association (ILA) e l’United States Maritime Alliance (USMX), l’associazione che rappresenta le compagnie di navigazione containerizzate e gli operatori portuali della Costa orientale e del Golfo degli Usa – è attualmente arenata sulla questione centrale delle tecnologie automatizzate.

Lo sciopero dei lavoratori di questi porti, messo in atto dal 1 al 3 ottobre scorso, il primo sciopero a livello costiero dal 1977, aveva causato la paralisi di 36 scali dal Maine al Texas. Astensione dal lavoro sospesa grazie al raggiungimento dell’accordo provvisorio per l’aumento salariale e l’estensione del contratto collettivo fino al 15 gennaio 2025. Periodo di transizione che dovrebbe consentire alle parti di negoziare le altre questioni in sospeso: in particolare i benefit sanitari per i lavoratori e la questione spinosa dell’automazione portuale. Quindi se entro il termine del 15 gennaio non si arrivasse all’intesa, lo sciopero dei porti sulla costa est e del Golfo del Messico inizierà il 16 gennaio, con pesanti ripercussioni mondiali.

Il presidente eletto Donald Trump, il cui insediamento è previsto il 20 gennaio prossimo, è intervenuto nelle trattative contrattuali tra l’International Longshoremen’s Association (ILA) e l’United States Maritime Alliance (USMX), affermando di sostenere la posizione del sindacato contro un’ulteriore automazione dei porti. Tuttavia, i vettori container e i porti hanno esortato la nuova amministrazione a considerare anche l’impatto che tale posizione potrebbe avere per le aziende e i consumatori statunitensi che dipendono dai porti.

da sin. Dennis A. Daggett vice presidente ILA, Donald Trump presidente eletto USA e Harold J. Daggett presidente ILA

I noli container crescono

Mentre le questioni si concentrano sul contratto, le compagnie di container dell’USMX sembrano continuare a beneficiare dell’aumento delle tariffe spot e a lungo termine. L’ultimo World Container Index del 19 dicembre ha confermato il trend di crescita dei tassi, che a tale data era dell’8% (3,803USD) per container da 40ft, risalita iniziata a partire dalla settimana del 24 ottobre scorso.

Tra i vettori Hapag Lloyd ha già annunciato, qualora fosse proclamato lo sciopero, l’applicazione di supplementi Work Disruption Surcharge e Work Interruption Destination per coprire “i costi aggiuntivi derivanti da interruzioni del lavoro, scioperi, rallentamenti, disordini, congestione e altri eventi imprevisti che potrebbero ritardare le operazioni e comportare costi aggiuntivi di movimentazione, stoccaggio e servizi di feederaggio”.

Crisi in Mar Rosso

La crisi in Mar Rosso dopo quasi 14 mesi, in questo momento non mostra particolari novità, continuano gli effetti di congestione portuale, tra le compagnie MSC ha introdotto un supplemento di congestione portuale per le merci dal Medio Oriente e dal subcontinente indiano a Mombasa in Kanya dal 13 gennaio di 500 USD per container.

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L’Operazione ASPIDES continua la propria attività di supporto alla sicurezza marittima dell’Unione Europea per la salvaguardia della libertà di navigazione nelle Aree del Mar Rosso, Golfo Persico e Mar Arabico Settentrionale, nord del parallelo di Mogadiscio. Nella foto sottostante, pubblicata il 30 dicembre sul profilo X di Eunavfor ASPIDES, l’immagine è ripresa da bordo del  cacciatorpediniere italiano Caio Duilio durante le operazioni di protezione ravvicinata di navi mercantili nell’area del Mar Rosso, in primo piano la nave della linea Ignazio Messina, seguono 3 navi container.

Operazione Aspides

Sabotaggio cavi

In relazione al sabotaggio dei cavi tra la Finlandia e l’Estonia continuano le indagini della procura finlandese a bordo della nave “Eagle S”, la petroliera ombra russa che batte bandiera Cook Island, che è accusata di aver danneggiato cavi per le telecomunicazioni e l’elettricità, di cui due tra la Finlandia e l’Estonia, uno tra la Finlandia e la Germania e uno cinese.
La nave si trova da alcuni giorni all’ancoraggio a Porvoo, vicino al porto finlandese di Kilpilahti, dove è stata posta sotto sequestro dalla procura finlandese per lo svolgimento delle indagini, a bordo sono stati rinvenuti computer portatili con tastiere turche e russe per controllare gli spostamenti di navi e aerei della Nato. La Germania, per voce della ministra degli Ester Baerbock, ha chiesto ulteriori sanzioni europee contro la flotta fantasma russa, che rappresenta il 17% delle petroliere in navigazione nel mondo.



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