cresce del 5% la produzione in Piemonte

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MERCATO Per il Piemonte vinicolo le stime della vendemmia 2024 parlano di un 5 per cento di produzione in più rispetto alla magra annata precedente per un totale di 2,25 milioni di ettolitri. L’incremento piemontese è leggermente inferiore al resto della Penisola (più 7%) che ha fruttato 41 milioni di ettolitri. Il dato è emerso mercoledì scorso a Grinzane nel corso della tradizionale presentazione di L’annata vitivinicola in Piemonte. La pubblicazione, edita dal 1992 da Vignaioli piemontesi e Regione, fornisce un quadro della vendemmia appena conclusa.

I tecnici di Vignaioli piemontesi hanno assegnato, sulla base di analisi e valutazioni, i voti alle migliori cultivar: il Sauvignon Blanc ha ottenuto otto stelle e mezzo; otto sono andate a Brachetto, Pelaverga, Ruché, Chardonnay; sette e mezzo a Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato, Barbera, Freisa, Nebbiolo, Vespolina, Pinot Nero; sette ad Arneis, Timorasso, Nascetta, Grignolino; sei e mezzo al Dolcetto.

Come ha sintetizzato Giulio Porzio della Vignaioli piemontesi, «il carattere più apprezzabile del 2024 potrebbe essere rappresentato dalle ridimensionate potenze alcoliche, molto più in sintonia con le nuove richieste di mercato. Dopo alcuni anni siccitosi, la vendemmia è arrivata dopo un’estate calda e umida. Le piogge abbondanti, pur compensando le mancate precipitazioni del passato, hanno richiesto uno sforzo aggiuntivo per la difesa dai parassiti. La raccolta è avvenuta di nuovo nel normale periodo tra settembre e ottobre».

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In Piemonte è cresciuta la superficie vitata. I numeri certi arriveranno a gennaio: per ora, basandosi sulle dichiarazioni di vendemmia, si parla di 44.471 ettari. Nel 2023 erano 44.285, numero che aveva fatto registrare il primo decremento dal 2013, quando i vigneti piemontesi si estendevano su 44.169 ettari. Un altro dato interessante riguarda le cooperative, realtà che negli ultimi tempi hanno subito attacchi da rappresentanti del settore vinicolo. In tutto sono trentatré, rappresentate dalla Vignaioli con seimila soci, e determinano il 33 per cento della produzione regionale.

Calano le vendite all’estero, il Canada traina il mercato

Degusta Vinleo porta gli amanti del buon bere alla cantina santostefanese TojoDal punto di vista economico, il Piemonte è secondo per fatturato dietro il Veneto: il settore vinicolo della nostra regione vale un miliardo e 248 milioni, in tutta Italia siamo a quasi dieci miliardi. Il vino piemontese è esportato per il 60 per cento; un terzo di tale quota è destinato a Paesi extraeuropei.

Come ha spiegato Denis Pantini, responsabile di Nomisma wine monitor, «le vendite all’estero dei vini piemontesi hanno registrato un calo dello 0,4 per cento di valore. Se si guarda il totale, i rossi, le cui vendite sono aumentate del 4,4 per cento in quantità, sono però cresciute nel valore dell’1 per cento. A trainare il mercato è il Canada, con il 49 per cento di acquisti in più». Nella classifica dei Paesi nei quali il nostro vino “tira” seguono la Svezia (più 14%), Giappone e Stati Uniti (+10%).

«Le vendite all’estero dell’Asti spumante sono scese dell’1,7 per cento. A trainare verso il basso la denominazione è la Germania, mercato storico delle bollicine: il calo è stato del 9 per cento. In discesa anche Austria e Polonia (meno 14 e 20%). Le vendite di vino piemontese hanno registrato un notevole incremento verso la Russia (più 51 per cento). Il dato potrebbe essere stato sfalsato dall’idea del Governo Putin di incrementare le accise sui vini, con la conseguente corsa degli importatori nel fare scorta. Questioni politiche a parte, ciò che delinea i nuovi interessi dei consumatori sono sostenibilità, salutismo e interesse per le zone di produzione». Al termine della presentazione, moderata da Alessandra Biondi Bartolini, direttrice di Millevigne, l’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongioanni ha parlato del- l’importanza di «far conoscere sempre più il Piemonte come un marchio. Per ora, come ho notato all’ultimo G7 dell’agricoltura, tra gli stranieri sono famose solo Toscana e Sicilia. Con i 750 milioni concessi all’Italia dal Piano di sviluppo rurale la Regione sta rinnovando il sostegno a imprese agricole, consorzi ed enoteche regionali, dalla vigna alla promozione finale».

Grazie al Psr, il prossimo anno la Regione avrà a disposizione tre milioni per sostenere i produttori nelle attività di informazione e promozione. A tali fondi si aggiungono quasi 19 milioni provenienti dall’Ocm vino per far conoscere le etichette piemontesi fuori dall’Europa; altri sei sono destinati alla promozione nel mercato interno.  

Davide Barile

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