Si chiude un altro anno di ossessioni antifasciste. Un altro anno passato in compagnia del fantasma di Benito Mussolini. Non c’è niente da fare, a sinistra non riescono proprio a fare a meno del Duce. Lo evocano in continuazione, quasi sempre a sproposito. E se i compagni vedono il nero ovunque, noi, grazie a loro, ne abbiamo viste di tutte i colori. Ecco, di seguito, un breve riassunto delle follie partigiane del 2024. Da gennaio a dicembre. Dalla A alla Z. Anzi, dalla A (di Acca Larentia) alla X (di Xmas, la scritta natalizia accusata di essere “nostalgica”. Ci arriveremo…).
Partiamo da Acca Larentia, allora. Sì, perché l’anno scorso il primo allarme fascismo è arrivato quando stavamo ancora smaltendo il cenone di San Silvestro. L’8 gennaio, infatti, il Pd e i suoi alleati si sono scagliati contro la manifestazione in ricordo del massacro di Acca Larentia, 7 gennaio 1978, quando un gruppo di terroristi rossi sparò contro dei ragazzi che uscivano dalla sede del Msi, uccidendone due. La commemorazione organizzata dall’estrema destra si era conclusa col rito del presente e annessi saluti romani, facendo scatenare la sinistra.
«Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924», ha scritto su Facebook la segretaria dem, Elly Schlein, annunciando un’interrogazione al ministro Piantedosi perché «quel che è accaduto non è accettabile». Il caso, grazie alla sinistra italiana, è arrivato anche a Strasburgo, con un bel dibattito all’Europarlamento su come evitare il ritorno del fascismo.
Per l’opposizione, naturalmente, la responsabilità era del governo e delle sue simpatie fasciste, peccato solo che le manifestazioni per i morti di Acca Larentia, saluti romani compresi, ci siano sempre state anche quando governavano loro. Mentre il vero scandalo di quegli omicidi è che ancora oggi, a 47 annidi distanza, non si conoscono i nomi dei responsabili.
Altro allarme fascismo di gennaio: il Museo Storico della Liberazione. Il 5 gennaio il Pd si è indignato perché i vertici scaduti non erano ancora stati rinnovati: «Comportamento che offende la città di Roma, Medaglia d’Oro della Resistenza». Un ritardo nelle nomine è però fisiologico, tanto che in passato c’erano state attese anche più lunghe. E infatti il 9 gennaio è arrivata la comunicazione del ministero: Roberto Balzani, ordinario di storia contemporanea all’ateneo di Bologna, nominato presidente del museo. Caso chiuso…
AVENTINO E ALMIRANTE
C’è poi stata la lunga polemica relativa ai cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti. Un anniversario che, secondo la sinistra il governo avrebbe tentato di nascondere. Per andare contro il centrodestra, Repubblica (13 maggio) ha anche sentito la nipote del politico socialista. Titolo dell’intervista: «Sono ancora fascisti. Ecco perché il governo non ricorda mio nonno». In realtà, nella stessa intervista, Laura Matteotti ha rivelato che a casa C’è poi stata la lunga polemica relativa ai cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti.
Un anniversario che, secondo sua, un paio di volte alla settimana, andava Giorgio Almirante, per prendere il the con suo padre Matteo. Matteotti, comunque, è stato ricordato ufficialmente alla Camera il 30 maggio 2024, a cent’anni dal suo ultimo discorso parlamentare. E, in quell’occasione, Giorgia Meloni ha detto parole chiarissime: «Un uomo libero ucciso dai fascisti». Insomma, tante polemiche per nulla…
In vista delle Europee dell’8 e 9 giugno è naturalmente scattato anche l’inevitabile antifascismo elettorale. Tema: Bruxelles rischia di essere travolta da un’onda nera. A far sobbalzare i progressisti è stata, in particolare, una convention organizzata a Madrid da Vox (19 maggio), a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche Giorgia Meloni e Marine Le Pen. Repubblica ha subito denunciato la nascita di una «cabina di regia nera per conquistare l’Ue», mentre per Angelo Bonelli dei Verdi la Meloni «è la leader in Europa di un’estrema destra fascista schierata contro le politiche sul clima e contro ogni avanzamento dei diritti civili». Per la premier e i suoi alleati, in ogni caso, le elezioni continentali sono state un successo…
ALBERI DA POTARE
E passiamo agli episodi più grotteschi del 2024. Che non sono pochi. Rapida carrellata. A maggio è stato sollevato da Libero lo strano caso del comune di Cernusco sul Naviglio, dove devi presentare un certificato di antifascismo anche per potare un albero (questo perché per occupare il suolo pubblico bisogna prima ripudiare il Ventennio). A giugno l’Anpi ha festeggiato i suoi ottant’anni. L’associazione ha dichiarato di aver raggiunto i 153mila iscritti. Mica male. Soprattutto se consideriamo che nell’aprile del 1945 i partigiani stimati erano 130mila. Insomma, ce ne sono più oggi che durante la guerra civile…
A luglio Paolo Berizzi ha criticato la partita del cuore, giocata tra la nazionale cantanti e quella dei politici per raccogliere fondi da destinare all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e al reparto di Pediatria dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila. Tra i politici c’erano, tra gli altri, Elly Schlein, Matteo Renzi, Ignazio La Russa, Pier Ferdinando Casini e Giancarlo Giorgetti. Un “campo larghissimo” che a Berizzi non è andato giù: «Capisco la solidarietà e tutto ma per fare beneficenza agli ospedali non è obbligatorio giocare a calcio e sganasciarsi dal ridere con fascisti, amici di Vannacci e gente che manganella dentro e fuori la rete».
CHI TI RICORDA?
A Novembre gli antifascisti se la sono presa con il logo della “Riviera del Gigante”, costa teramana. Perché, ruotando l’immagine di 90 gradi, la sagoma del Gran Sasso sembrerebbe un profilo di Mussolini (qui siamo a un livello di paranoia piuttosto elevato, a una vera e propria fasciofobia, eppure l’hanno detto davvero…).
Sempre a Novembre, dopo la manifestazione a Bologna di CasaPound e Rete dei patrioti, il sindaco dem Matteo Lepore ha accusato il governo di aver mandato in città «300 camicie nere». Gli unici ad aver creato problemi, scontrandosi con le forze dell’ordine, sono però stati i militanti dei centri sociali impegnati in una contromanifestazione…
E arriviamo al gran finale di dicembre. Intanto, quest’anno, è esploso il caso delle luminarie natalizie con la scritta Xmas (abbreviazione internazionale di Christmas usata in tutto il mondo). Per qualcuno Xmas richiamerebbe però la Decima Mas della Rsi, e quindi si tratterebbe di luminarie fasciste da rimuovere al più presto. Già negli anni scorsi c’era stata qualche discussione. Ma nel 2024 la questione è sfuggita di mano, con litigi e polemiche a Biella, Mulazzano (Lo), Verucchio (Rn), Castiglion Fiorentino (Ar), Nocera Inferiore (Sa) e Presicce (Le). In attesa, naturalmente, del consueto dibattito sulla Befana fascista…
E per concludere, bè, non si può non citare il gol di Romano Floriani Mussolini, pronipote del Duce, in Juve Stabia-Cesena di serie B. Il video dei tifosi che per festeggiare gridano più volte il nome «Mussolini» ha fatto sobbalzare gli antifascisti dentro i fuori i confini nazionali. La partita seguente, tra l’altro, Romano non ha giocato e la sua squadra ha perso. Occhio, compagni, ci manca solo che inizi a girare la voce che Mussolini porta fortuna…
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