Sacal: Angarano, Franchini e tutti gli uomini del Presidente: gli “scarti” eccellenti al potere

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Di Pasquale Motta e Vincenzo Speziali

Angarano: un percorso controverso da Puglia a Calabria

Angarano, ottantatreenne architetto milanese, non è nuovo alle cronache. In Puglia, durante la gestione di Franchini negli aeroporti locali, è finito al centro delle attenzioni della Corte dei conti per gli stipendi d’oro percepiti come consulente. La sua figura ha fatto scalpore anche per la paradossale nomina a direttore artistico degli aeroporti pugliesi, incarico che sembra più legato a un rapporto personale con Franchini che a competenze strettamente necessarie. Dietro il prestigioso logo del suo studio milanese campeggia un compasso, simbolo che molti associano a una certa tradizione di poteri occulti e circoli esclusivi. Come in un film, il nostro protagonista si circonda di personaggi che paiono usciti da un copione surreale. Nonostante queste controversie, Franchini lo porta con sé a Catania, dove Angarano viene nuovamente nominato consulente, questa volta con un compenso vicino ai 40.000 euro. La sua presenza però non si limita alla consulenza: si distingue nella fase progettuale, elemento centrale anche nella sua attività in Calabria.

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Dagli hangar ai milioni: Angarano nella rete di Lamezia

In Calabria, Angarano riceve incarichi ancora più significativi, in linea con il suo ruolo di architetto. La progettazione degli hangar e altre infrastrutture aeroportuali finanziate con milioni di euro lo inseriscono nella rete operativa della Sacal. Un sistema dove la trasparenza sembra lasciare spazio a logiche relazionali e personali. Nonostante le sue passate problematiche, il legame con Franchini si è dimostrato incrollabile, tanto che il suo arrivo in Sacal è stato quasi naturale.

Questa situazione solleva interrogativi sulle scelte di Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, che nonostante la cattiva fama di Franchini – cacciato sia dalla Puglia che dalla Sicilia per questioni gestionali – continua a sostenere la sua nomina. Un sostegno che getta ombre sulle logiche di potere e sui legami dietro la gestione degli aeroporti calabresi.

Un sostegno che, paradossalmente, preferisce gli scarti alle competenze manageriali di primo livello sulle nomine. È stato così per azienda Zero (che a zero è rimasta) nella quale era stato arruolato un manager allontanato financo dal Papa. Ha spolverato un assessore al Bilancio per il quale ha tirato fuori finanche un suo inesistente “garantismo” e attendandolo e mantenendolo in carica dagli arresti domiciliari.

Occhiuto si circonda di “scarti eccellenti” un po’ come le ambulanze lombarde destinate alla rottamazione e che, curiosamente, sono state acquistate dalla “generosa” Calabria di Roberto Occhiuto facendo al suo omologo Fontana un sostanzioso regalo, come se non bastassero già i milioni di euro che regaliamo ai lumbard grazie alla migrazione sanitaria.

Ora non sappiamo se tutto ciò sia la conseguenza di coperture della “fratellanza” o meno, spesso intorno a queste presunte “coperture” si annidano grandi leggende metropolitane. E, tuttavia, agli eventuali “fratelli” adusi a muoversi tra grembiuli e compassi, giova ricordare un’antica massima massonica: “Una persona incompetente alla guida di una Loggia è come un falco in volo dal quale tutti gli uccelli inferiori s’affrettano a sfuggire e lo lasciano come il solo inquilino del cielo. Allo stesso modo un tale Maestro Venerabile farà sì che la Loggia sia disertata dai suoi membri ed egli resterà solo nella sua gloria”. Ecco, magari, se lascerete solo nel cielo il “falco Franchini” farete una cosa utile per la Calabria.

Anche se, dobbiamo correggerci, Marco Franchini, almeno una volta, nella sua “carriera”, è risultato primo, non come sostiene Roberto Occhiuto per competenze ma, per essere risultato il manager più pagato di Puglia, al punto che ha dovuto intervenire la Corte dei Conti. Forse Occhiuto si sarà confuso spulciando le graduatorie.

Un “dottore” senza laurea e una gestione prepotente

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Franchini si fregia del titolo di “dottore”, pur non avendo una laurea. Questo dettaglio, apparentemente marginale, si carica di significato quando lo si affianca alle modalità di gestione che ha adottato: prepotenti, arroganti e sorrette dall’apparente convinzione di essere protetto da figure potenti. Tra queste spiccano il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, come dicevamo, l’assessore al bilancio Marcello Minenna, ma anche l’influente coordinatore di Forza Italia Francesco Cannizzaro, padrone assoluto del partito in Calabria.

Cannizzaro, del resto, sembra avere un interesse diretto nella strategia di Franchini. Il depotenziamento dell’aeroporto di Lamezia a favore di quello di Reggio Calabria – struttura privata di reali prospettive economiche – si presta a sostenere la sua campagna elettorale nel territorio reggino. Una mossa che intreccia politica e infrastrutture in modo tanto spregiudicato quanto palese.

La questione dei licenziamenti e le promozioni sospette

Ma torniamo alla SACAL. Un altro nodo critico della gestione Franchini riguarda i licenziamenti mirati, tra cui quelli di alcuni dirigenti, effettuati all’arrivo del nuovo amministratore unico. Tali operazioni hanno aperto spazi per nuovi nomi interni, spesso caratterizzati da profili discutibili. E, tuttavia, davanti al Giudice del lavoro di Lamezia Terme, pendono pesanti contenziosi che quasi certamente vedranno soccombere la Sacal. Ma anche su questo, niente di nuovo. Era già successo in Puglia e Franchini, oscuro funzionario delle autostrade del Brennero, perse tutte le cause del lavoro e gli aeroporti dei nostri cugini pugliesi furono costretti a sborsare centinaia di migliaia di euro, al punto che, anche in quel caso intervenne la Corte dei conti.

A Sacal ci sono casi dei quali ci occuperemo nelle prossime “puntate” che sfiorano il grottesco come alcuni casi emblematici: ex portabagagli promossi a viceresponsabili di strutture strategiche o dipendenti privi di curriculum specifico che si ritrovano a dirigere settori cruciali come la sicurezza delle piste aeroportuali. Operazioni che si reggono anche grazie alla complicità delle rappresentanze sindacali ufficiali di CGIL, CISL e UIL, i cui delegati aziendali si trovano in evidenti conflitti di interesse: molti di loro, infatti, hanno congiunti assunti con collocazioni privilegiate nella Sacal.

Un sistema che premia i legami, non le competenze

La gestione Franchini sembra quindi caratterizzarsi per una logica relazionale che premia la fedeltà e le connessioni personali, a scapito delle competenze. Il caso di Angarano ne è l’esempio lampante: una figura già oggetto di polemiche e indagini, ma che continua a beneficiare di incarichi di rilievo con compensi consistenti.

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Dietro queste dinamiche, emerge un quadro in cui le nomine strategiche e le scelte operative sembrano servire interessi politici e personali, con ricadute sulla gestione trasparente e sull’efficienza del sistema aeroportuale calabrese.

Nei prossimi capitoli, ci concentreremo sui dettagli dei contenziosi legali che riguardano la Sacal, sulle dinamiche sindacali e sulla rete di promozioni discutibili che si intrecciano nella gestione di Marco Franchini. Racconteremo come questo sistema stia producendo non solo inefficienze, ma anche una lunga lista di contenziosi legali che rischiano di gravare ulteriormente su una società strategica per l’economia calabrese e che oggi è quasi interamente pubblica. E quindi a carico dei calabresi. Parleremo delle spese pazze di rappresentanza del suo amministratore. Ci auguriamo che Roberto Occhiuto, ora che si è ristabilito, considerato che lo abbiamo visto sfilare come Wanda Osiris sul palco delle prove del Capodanno Rai di Reggio Calabria, abbia la decenza politica di porre fine allo scempio che sta producendo in Sacal il “manager” Franchini. A breve tutto questo potrà crollare rovinosamente (a scapito dei calabresi) anche perché non sempre grembiulini e compassi, procuratori compiacenti e stampa “amica” riescono a evitare rovinose cadute.

La questione Sacal è tutt’altro che chiusa. E il prezzo di queste scelte ricadrà inevitabilmente sui cittadini calabresi.

La politica dietro la Sacal: Cannizzaro e il capitale sociale

L’aumento del capitale sociale di 75 milioni di euro è servito, secondo molti osservatori, per finanziare assunzioni mirate e creare consensi politici, soprattutto nella zona di Reggio Calabria. Qui, come dicevamo, il coordinatore di Forza Italia Francesco Cannizzaro muove i fili per consolidare il proprio potere in vista delle prossime elezioni comunali.

Roberto Occhiuto, presidente della Regione, appare sempre più in difficoltà nel gestire questo schema di potere. Dopo il fallimentare congresso di Forza Italia, in cui ha tentato di rafforzare la propria posizione, si trova oggi a fare i conti con un partito dominato da Cannizzaro. E mentre Occhiuto tenta di riproporsi come candidato presidente, l’opposizione, in gran parte silenziosa o complice (vi immaginate che Alecci, Bevacqua, Bruni e Iacucci preparano l’alternativa) rende incerto il futuro politico della nostra regione.

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Restate sintonizzati: il peggio, purtroppo, deve ancora venire.



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