Pmi, le più belle storie raccontate da Small Giants nel 2024

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Le loro dimensioni sono modeste, ma ogni giorno affrontano sfide da giganti. Le Pmi italiane, che noi abbiamo rinominato Small Giants, rappresentano un tassello fondamentale dell’economia italiana: sono circa 211mila, sono responsabili del 41% dell’intero fatturato generato nel Paese, del 33% dell’insieme degli occupati del settore privato e del 38% del valore aggiunto. Per questo motivo Forbes Italia continua a raccontarle dall’inizio del 2022, quando ha deciso di dedicare loro un sito, un giornale e un roadshow, un tour a tappe alla scoperta dei distretti industriali.

Forbes Small Giants vuole celebrare quelle piccole realtà artigianali che con pochi dipendenti e scarse risorse si fanno portavoce del made in Italy nel mondo; quelle Pmi familiari che superano i passaggi generazionali, accogliendo l’innovazione nei propri processi produttivi; quelle aziende neonate che con idee rivoluzionarie aspirano a diventare un riferimento nel proprio settore. Vuole celebrare tutti quegli imprenditori che con coraggio si caricano sulle spalle il peso della leadership. Consapevoli che prima o poi, con un approccio strategico, diligente e audace, chiunque può diventare un gigante.

Per celebrare il suo terzo anno di vita, la redazione ha scelto dieci tra le più belle storie di successo imprenditoriale raccontate durante il 2024. Storie di Pmi raccolte ovunque: dalle risaie del Novarese, dove Cristina Brizzolari ha restaurato una cascina per fondare una florida azienda agricola, alle montagne di S. Moritz, dove l’ex sciatore alpino Giorgio Rocca ha indossato i panni dell’imprenditore fondando la Gr Mountain.

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per le aziende

 

Cristina Brizzolari, fondatrice di Riso Buono (foto di Cristian Castelnuovo)

Ritorno in cascina

In un paesino di mille abitanti, a 15 chilometri da Novara, c’è un luogo che sembra essere rimasto indietro nel tempo. La Tenuta La Mondina, a Casalbeltrame, si sviluppa su tre grandi corti, antiche scuderie e un’elegante ala nobiliare che fanno da cornice a 200 ettari di terreni, di cui 120 coltivati a risaia. Qui si produce riso ‘come una volta’, con metodi di irrigazione tradizionali e tecniche di coltivazione innovative.

Ad occuparsene è Cristina Brizzolari, che ha rimesso in sesto la struttura dopo aver abbandonato la carriera da imprenditrice immobiliare. “Mi sono innamorata delle sfumature delle risaie. È in quei momenti che ho pensato di ritornare a produrre il riso”, ha dichiarato. Dopo i tanti investimenti necessari per innovare e mettere a norma gli spazi e gli strumenti per coltivare il riso, Riso Buono comincia a prendere forma. Oggi è una Pmi apprezzato dai grandi chef e tra le più sostenibili: tutti gli scarti di produzione infatti vengono riutilizzati e i campi hanno soltanto lo 0,5% di rotture di riso.

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Da sinistra Alberto Piva, head of business development, e Rinaldo Piva, presidente di Pegaso Industries

Dalla resina alla bottiglia

In meno di 25 anni è riuscita ad affermarsi sul mercato grazie alla progettazione di macchinari a ridotto impatto ambientale e a ridotto consumo energetico. Pet Solutions, che insieme a Plastic Systems, Blauwer, Ergomec e Steel Systems forma il colosso Pegaso Industries, è leader a livello internazionale nel settore delle macchine per il trattamento delle materie plastiche e delle resine Pet e Rpet. Settore di specializzazione: il beverage.

“Tra i nostri clienti figurano i più grandi brand del settore beverage: da Coca Cola e PepsiCo al Gruppo Nestlé e Danone, fino alla San Benedetto”, afferma Alberto Piva, head of business development di Pet Solutions. Le due parole chiave di questa Pmi? Brevetti e sostenibilità. “Come gruppo, complessivamente, abbiamo più di 100 brevetti”, continua Piva. Per quanto riguarda la sostenibilità, grande attenzione viene riservata al principio cosiddetto ‘delle 4R’, sia nelle pratiche interne sia tramite i prodotti forniti ai clienti: riduzione, razionalizzazione, riciclaggio e recupero.

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Peppe Vessicchio, fondatore di Musiké

Le note che curano la vigna

Dall’orchestra del festival di Sanremo al vino. L’evoluzione di Peppe Vessicchio passa da una tecnica studiata da Michele Carone, medico barese che ha compreso l’effetto positivo delle frequenze sugli ortaggi. Vessicchio ha applicato la stessa tecnica al vino, prima con la cantina Musiké, poi con un Barbera prodotto nelle Cantine Pos Dal Vin di Rocchetta Tanaro e infine con la distilleria Berta.

“Le onde sonore, misusabili in frequenze, hanno la capacità di interloquire con i legami tra le molecole”, afferma Vessicchio. “Se l’insieme di queste onde possiede uno specifico equilibrio, il vino riconosce nelle sue vibrazioni quella pace ambientale che permetterà ai legami di trovare la sua migliore condizione per andare avanti”. Tra i progetti futuri anche l’apertura di una cantina in Campania.

Tommaso Verri, ceo di Rubberjet

Gli pneumatici di grandi dimensioni? Una grande risorsa

Gli pneumatici di medie e grandi dimensioni non possono essere trattati in maniera efficiente con le tecnologie di triturazione meccanica tradizionali e, a differenza degli pneumatici di autovettura, sono costituti da una materia prima di alta qualità, ovvero da gomma naturale. Rubberjet ha sviluppato una tecnologia innovativa, 100% environmental friendly, denominata ‘High pressure water jet’, che utilizza esclusivamente getti d’acqua ad alta pressione per la disgregazione degli pneumatici.

Il fondatore è Tommaso Verri, cresciuto in una famiglia dove fin da piccolo ha respirato la cultura ingegneristica tramandata, da tre generazioni. “Non solo si risolve un problema ambientale come la disgregazione degli pneumatici di grandi dimensioni, si produce anche una materia prima seconda di altissima qualità, ovvero un polverino di gomma che, per la prima volta, può essere inserito nuovamente e direttamente all’interno del circuito manifatturiero delle mescole”. Oltre al sostegno degli investitori privati che hanno creduto nel progetto, questa Pmi ha ottenuto diversi finanziamenti grazie anche a bandi nazionali ed europei.

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Giancarlo Insinna, ceo di Aliparma

Volare sempre più in alto

Niente stress: l’invito è quello di prendere il volo con calma e godersi il viaggio. Upper Sky, Pmi specializzata in noleggio a breve termine di jet, charter ed elicotteri per professionisti e viaggiatori privati, è il brand creato da Giancarlo Insinna dopo aver rilevato Aliparma, nel 2021, dal gruppo Pizzarotti & C., avviando un’operazione di restyling tuttora in atto, tra ambiziosi progetti e nuove partnership.

Il tratto distintivo? Il modello di business abbraccia molti servizi propri dei viaggi di lusso, come la disponibilità di affittare auto sfarzose e imbarcazioni di fascia alta (superyacht, catamarani e velieri), con cui i travel designer dell’azienda possono personalizzare itinerari e rotte, occupandosi dell’accoglienza con hostess e steward. In futuro la Pmi intende aprirsi alle tratte su velivoli elettrici: “Stiamo investendo molto sulla viabilità elettrica. Siamo stati avvicinati da fondi che vogliono investire in eliporti”.

Giorgio Rocca, ex sciatore alpino e fondatore di Gr Mountain

Campione d’impresa

Ha vinto 11 gare di Coppa del Mondo e una Coppa del Mondo di slalom speciale. Sulla neve ci è nato, eppure da qualche anno sta dedicando sempre più tempo a business plan, ricavi e fatturato. “Nel 2010 ho fatto il mio ultimo slalom alle Olimpiadi di Vancouver”, afferma Giorgio Rocca. “Tornato a casa, avevo tre figli da mantenere e non potevo di certo starmene a casa senza far niente. Così ho deciso di fondare la Giorgio Rocca Ski Academy”. Così è nata la ‘seconda vita’ di Rocca, che oggi con la Gr Mountain – così è stata recentemente rebrandizzata – è arrivato a St. Moritz, Crans Montana, Livigno, Cervinia, Madonna di Campiglio e Courchevel, con un totale di più di 250 maestri nelle sei località e una piattaforma online per la vendita di tutti i servizi che offre.

Non solo sci: Rocca ha creato un’offerta di servizi a 360 gradi per la montagna, quattro stagioni su quattro, dagli sport invernali alla mountain bike. Ha una media house interna che produce contenuti per gli sponsor e per i clienti, che possono ricondividere i video delle loro discese sui propri social o semplicemente tenerli come ricordo.

Riccardo Redaelli LaErre Trunks
Riccardo Redaelli, fondatore di LaErre

Dalla batteria ai bauli di lusso

La storia di LaErre è iniziata quando Riccardo Redaelli non era ancora imprenditore. “Sono stato un batterista”, racconta il ceo. “Come membro di un’orchestra revival, facevo praticamente 20 serate al mese, vivevo principalmente la notte”. Fu così che si ritrovò a pensare a come ottimizzare i tempi di carico e scarico degli strumenti, nonché a come proteggerli durante il trasporto. “In un piccolo laboratorio realizzai il primo baule per rendere più semplice lo spostamento della batteria e custodirla al meglio”. Dal prototipo alle richieste dei colleghi.

Nel 2000 il piccolo laboratorio divenne una vera e propria impresa e oggi LaErre, che conta 20 collaboratori, è una Pmi conosciuta per le eccellenze nel campo del design e dell’artigianato. Produce annualmente tra i 2.800 e i tremila bauli destinati allo show business per il mondo horeca e motorsport, sfiorando i 3 milioni di euro di fatturato. Redaelli sta già scrivendo un nuovo capitolo, avvicinandosi sempre di più al mondo medicale industriale e tecnologico. “Con il supporto di due ingegneri, stiamo brevettando un prodotto destinato all’ambito tech”.

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Mattia Caleffi, managing director

Ospitalità in cantina

Ridefinire i codici della wine hospitality: è questa la visione che sta portando Cantina Caleffi ad affermarsi come nuova maison d’eccellenza nel panorama enologico italiano, raccogliendo prestigiosi riconoscimenti dagli esperti di settore. “Il tratto distintivo di un’esperienza affascinante e aspirazionale risiede nell’armonia tra i più alti standard di qualità, eleganza e innovazione”, afferma Mattia Caleffi, interprete e guida di questo percorso. Incastonata in una lingua di terra tra le province di Mantova e Cremona, tra i nuclei architettonici rinascimentali patrimonio dell’Unesco delle terre dei Gonzaga, Cantina Caleffi eleva con stile, purezza espressiva e una filosofia produttiva biodinamica un terroir che dà vita alle uve di Malvasia di Candia, Lambrusco e Cabernet Sauvignon.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Una tiratura limitata di vini dal carattere autentico – circa 36mila bottiglie – che coniuga i saperi tramandati da generazioni con idee e visioni di un nuovo modello di business sostenibile. “È un onore essere custodi delle nostre radici, in quanto costituiscono i differenziali competitivi per creare valore sostenibile e duraturo con e per i nostri stakeholders’’, dice Caleffi, ponendo l’accento sull’importanza dell’identità distintiva di ciascuna realtà e sulla rilevanza nell’operare in concerto con tutti gli attori dell’ecosistema nel quale è inserita.

Andrea Delfini, fondatore e ceo di Blastness

Rivoluzione in hotel

Conta più di 1.000 strutture clienti e da 12 anni è il primo provider di sistemi di distribuzione elettronica per hotel cinque stelle in Italia. Non solo: nei soli primi dieci mesi del 2023 ha transato sui propri sistemi prenotazioni per oltre 1 miliardo di euro. Un caso di successo di Pmi travel-tech italiana in un settore che sta attraversando una vera e propria rivoluzione industriale. Blastness è un’azienda che già 20 anni fa aveva intuito le grandi opportunità per il settore alberghiero generate dall’evoluzione dei mercati digitali, che oggi sono più concrete che mai.

Nel 2004 Andrea Delfini ebbe l’intuizione di fondare questa azienda per aiutare gli hotel indipendenti a cogliere le due nuove e grandi opportunità di marginalità: la possibilità di vendere direttamente i soggiorni sui siti web e quella di venderli in ogni istante al miglior prezzo accoglibile dal mercato, ottimizzando sia l’occupazione che i ricavi. Un altro elemento distintivo alla base del successo è la completezza dell’offerta: l’azienda rappresenta il più ampio one stop shop per tecnologie e servizi finalizzati alla gestione della distribuzione elettronica e revenue management nel settore alberghiero

Giacomo Pittini, ceo di Midolini

La famiglia leader delle gru

Una passione che si fa professione. È questo uno dei principi alla base del gruppo Midolini, con una storia fatta di dedizione al lavoro e oltre 70 anni di esperienza in provincia di Udine. La Pmi friulana offre servizi nel settore dei sollevamenti, effettuando noleggi, con o senza operatore, di autogrù e piattaforme aeree, ed eseguendo lavori di sollevamento chiavi in mano, studi di fattibilità e progettazione. Prima l’attività di estrazione con trasporto inerti, poi quella dei sollevamenti con autogrù tralicciate. In contemporanea si sviluppò anche un altro importante filone: quella del trasporto eccezionale.

Nel 1996, con la riforma portuale, si decretò la liberalizzazione del lavoro nei porti italiani. La Midolini diventò così un importante polo portuale a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, dove inaugurò un’unità locale costruendo un fabbricato industriale di novemila metri quadrati, da adibire a deposito merci. Si arriva così ai giorni nostri, con l’apertura di una nuova unità locale distaccata, insediata a Marghera (Ve), per sviluppare il settore dei sollevamenti in quell’area e da essa proiettarsi anche al resto d’Italia.

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