LEGGE DI BILANCIO 2025 – Confartigianato: “Manovra equilibrata tra rigore e crescita, ma servono azioni strutturali per le Mpmi”. Le infografiche con i risultati di Confartigianato

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La Manovra 2025 rappresenta una tappa cruciale per il rilancio dell’economia italiana. Con interventi per oltre 35 miliardi di euro, di cui il 64% destinati alla riduzione della pressione fiscale, il provvedimento intende favorire la ripresa economica e incentivare la spesa delle famiglie. Ma per Confartigianato si tratta di una Legge di Bilancio tra luci e ombre, con la la necessità di ulteriori misure per sostenere in modo concreto le micro e piccole imprese, che rappresentano la vera spina dorsale dell’economia italiana e veneta.

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“Accogliamo con favore l’impegno del Governo per alleggerire il peso fiscale e promuovere gli investimenti – dichiara il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto –. La riduzione dell’IRES al 20%, destinata alle società di capitali che reinvestono utili e creano occupazione stabile, è certamente un passo nella giusta direzione. ma questo tipo di agevolazione escluderà molte micro e piccole imprese, che costituiscono la maggioranza del tessuto produttivo nazionale e regionale”.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Il Fondo di Garanzia per le PMI, prorogato anche per il 2025, è un altro punto a favore della manovra, con un massimale di 5 milioni di euro per impresa, così come il rifinanziamento della legge Sabatini a sostegno degli investimenti. “Tuttavia – continua Boschetto –, l’introduzione di costi aggiuntivi sui prestiti bancari rischia di penalizzare le aziende più fragili, che già oggi faticano ad accedere al credito. Le risorse stanziate sono significative, ma serve un approccio più strutturale per garantire accesso al credito senza oneri eccessivi, soprattutto per le realtà più piccole”.

Un tema centrale è quello dell’innovazione. La manovra introduce semplificazioni significative per il programma Transizione 5.0, rendendolo più accessibile alle micro e piccole imprese per favorire investimenti tecnologici ed energetici. Ma i limiti posti agli incentivi per la Transizione 4.0 rappresentano un freno per la digitalizzazione delle aziende, che spesso sono già in ritardo rispetto ai competitor internazionali.

Confartigianato Imprese Verona, con il Presidente Devis Zenari, sottolinea altre criticità individuate dalla Confederazione, che risultano lontane dalle reali necessità di risoluzione espresse dalle imprese della categoria.

“Gli investimenti agevolabili – spiega Zenari – sono stati limitati a un tetto complessivo di 2,2 miliardi di euro, con un sistema di prenotazione che rischia di escludere le imprese meno strutturate. Inoltre, l’eliminazione del credito d’imposta per i software e la ristrettezza dei tempi per completare gli investimenti rendono la misura meno accessibile per le MPI, che spesso mancano delle risorse per rispettare scadenze così serrate”.

Nel settore edilizio, tema decisamente importante per l’impatto in termini numeri sulle imprese del settore, la riduzione delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche rappresenta un duro colpo per molte imprese artigiane. “La manovra anticipa al 2025 l’abbassamento delle percentuali di detrazione e limita le agevolazioni a determinati interventi – continua il Presidente di Confartigianato Verona –, riducendo la domanda per lavori che coinvolgono molte piccole realtà del settore. L’abolizione della detrazione per gli interventi di sostituzione delle caldaie a gas, ad esempio, che non saranno più agevolabili dal 1° gennaio 2025, e ciò rischia di far rallentare l’attività del comparto edile e degli impianti, sia per le limitazioni dei provvedimenti sia per la mancanza di un preavviso adeguato. Gli interventi in corso d’opera, tanto per dire, che detrazione avranno?”.

A questi problemi si aggiungono nuovi adempimenti burocratici, come l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili per dedurre determinate spese e l’integrazione dei registratori telematici con i sistemi di pagamento elettronico. Questi cambiamenti, non accompagnati da incentivi per l’adeguamento, rischiano di aumentare i costi amministrativi per le imprese.

Anche il lavoro e l’occupazione sono al centro del dibattito. Le misure come la deduzione maggiorata per le assunzioni a tempo indeterminato e l’esonero contributivo per le neo-imprese sono utili, ma non sufficienti. “Confartigianato da tempo chiede maggiori investimenti sull’apprendistato professionalizzante – aggiunge Devis Zenari –, una risorsa strategica per combattere la disoccupazione giovanile e ridurre il divario tra competenze richieste e offerte”.

Nonostante queste criticità, la manovra include misure mirate che potrebbero fare la differenza per alcuni settori, come il sostegno alla filiera tessile naturale, perché sono esempi concreti di interventi che valorizzano le eccellenze locali e le produzioni artigianali. “È necessario però un approccio più organico che riconosca pienamente il valore delle imprese artigiane e del loro legame con il territorio,” ha osservato il presidente di Confartigianato Veneto Boschetto.

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“La manovra dimostra attenzione a temi cruciali come fiscalità, lavoro e innovazione, ma occorre fare di più per le micro e piccole imprese – evidenziano Boschetto e Zenari –. Queste realtà costituiscono il cuore pulsante della nostra economia e meritano politiche più inclusive e strutturali. Confartigianato continuerà a battersi per rappresentare le esigenze delle imprese locali e per garantire un futuro di crescita e competitività al nostro territorio”.



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