“È stato un anno difficile per la Basilicata e per il mondo del lavoro, ma il 2025 si prospetta altrettanto complicato. Troppe le vertenze aperte sul territorio, soprattutto nella provincia di Potenza. Sono necessarie azioni determinanti da parte del governo regionale, altrimenti il rischio è di trovarsi con una crisi sociale senza precedenti”. Lo afferma il segretario generale della Cgil di Potenza Vincenzo Esposito. “Prima di tutto Stellantis. ll responsabile dell’Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato, ha ribadito la centralità dell’Italia, anche se conferma le nostre preoccupazioni sul fatto che il 2025 sarà un anno molto duro in termini di utilizzo degli ammortizzatori sociali. I volumi produttivi saranno analoghi a quelli di quest’anno. Una previsione di crescita sarà ipotizzabile non prima del 2026. Su Melfi, oltre a quanto già annunciato, verranno introdotte le versioni ibride per DS7 e Gamma. La centralità di Melfi deve essere un fatto concreto: servono investimenti in ricerca, sviluppo e missioni produttive per l’impianto e le aziende dell’indotto. I tempi ipotizzati per Melfi, nonostante l’ibridizzazione, peseranno purtroppo sui lavoratori. Per questo è necessario che il governo regionale faccia la sua parte, vigilando sugli accordi presi e intavolando una interlocuzione costante con governo nazionale e azienda”.
Anche il settore dell’estrazione petrolifera che interessa la Val d’Agri per Esposito va “assolutamente monitorato. Come già annunciato siamo sulla soglia dello scoppio di un’altra bomba sociale se non si intraprenderanno azioni concrete per accompagnare la transizione. Siamo passati da 80 mila barili di petrolio al giorno estratti in Basilicata a 36 mila. Nell’arco di una decina di anni – precisa Esposito – il petrolio sarà una risorsa che non potrà più essere estratta. È necessario un impegno concreto e attuale delle istituzioni e delle multinazionali del petrolio affinché non venga garantita solo la riconversione delle industrie petrolifere ma anche la bonifica dei territori, in parte compromessi. Da un lato c’è la questione occupazionale – aggiunge Esposito – sono circa duemila gli addetti del settore, tra diretti e indotto, che vanno formati in vista di una riconversione green. E dall’altro c’è la questione della tutela ambientale e di una restituzione alla comunità di terreni che non sono più adatti a una vocazione agricola”.
Tra le criticità evidenziate da Esposito, l’accoglienza dei migranti stagionali nell’Alto Bradano. “Più volte – spiega – abbiamo denunciato i rischi di una politica dell’accoglienza basata sull’emergenza ma le istituzioni hanno fatto orecchie da mercante. Il risultato, oggi, è che l’accoglienza dei braccianti stranieri in agricoltura è tornata indietro di dieci anni, a prima che aprisse l’ex Tabacchificio di Palazzo San Gervasio, vanificando ogni protocollo sottoscritto da sindacati, Prefettura e aziende agricole per fornire un’accoglienza dignitosa anche se con evidenti criticità irrisolte. Per la prima volta dal 2014 il Centro quest’anno non ha aperto e questo dopo anni di battaglia e su pressione delle forze sociali coinvolte, che hanno garantito un minimo di servizi igienici e di cura per la persona (letti, cucine da campeggio) oltre alla presenza di un Centro per l’impiego per reclutare la manodopera, un presidio sanitario e il servizio di trasporto verso e dai campi. Tutti elementi essenziali per arginare il più possibile le maglie dell’illegalità. Chiediamo che vengano effettuati con urgenza i lavori di messa in sicurezza della struttura per garantire a questi lavoratori un’accoglienza dignitosa con i fondi Pon a disposizione. Non vorremmo ritrovarci in primavera con la stesso spettacolo indecoroso dello scorso anno. Per questo chiediamo che il prefetto convochi fin d’ora il tavolo anticaporalato”. Sul tema accoglienza e integrazione, dalla Cgil di Potenza anche la richiesta di “chiusura del Cpr di Palazzo San Gervasio, alla luce di quanto emerso sulle condizioni in cui vivono i migranti trattenuti e a seguito della morte del giovane marocchino la scorsa estate e che ancora attende giustizia”.
La sicurezza sul lavoro “deve poi essere messa al centro dell’agenda regionale. Sono dieci i morti in Basilicata nel 2024. Una strage continua – afferma Esposito – che necessita di maggiori controlli dagli organi preposti. La Regione Basilicata renda attivo l’Osservatorio sul lavoro, anello importante nella catena della prevenzione”.
Esposito si sofferma poi sul tema infrastrutture, che riguarda soprattutto la mobilità e la crisi idrica: “Se tutto va bene dovremmo stare sei mesi senza treni per i lavori di ammodernamento necessari annunciati da Trenitalia. I disagi per i lucani e i cittadini del potentino specialmente saranno enormi. Anche in questo caso la Regione Basilicata deve rendersi responsabile e verificare costantemente che il cronoprogramma di Trenitalia venga rispettato. Contestualmente vanno migliorati i collegamenti con Salerno, sia su gomma che su ferro, e in generale accelerare la chiusura dei cantieri su tutte le reti viarie per evitare l’isolamento del capoluogo di regione.
Lo stesso impegno – aggiunge – chiediamo per la crisi idrica che sta devastando attività commerciali e della ristorazione e intere comunità, a partire da Potenza. Chiediamo una informazione precisa e puntuale sia sul livello dell’invaso del Camastra che sul programma di interventi sulla diga e sulle condutture colabrodo, di cui ancora sembra non esserci traccia”.
Infine l’Università. Bene l’aumento delle risorse destinate dal governo regionale – conclude Esposito – ma bisogna lavorare su più fronti per rendere l’Ateneo appetibile. Lavorare sull’internazionalizzazione e sull’offerta formativa da un lato e sul rapporto con la città di Potenza dall’altro. Chiediamo quindi al sindaco di Potenza di convocarci quanto prima e riprendere quel lavoro già avviato dalla passata amministrazione con il protocollo Unitown, che va reso attivo”.
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