LA RAGAZZA DI KOBANE… – Brescia Anticapitalista

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La ragazza di Kobanê va sulla linea del fronte.
Ci guarda solo un momento mentre cammina da sola.
La libertà è una medaglia che si conquista sul campo.
Non è più solamente una parola”.

La diga di Tishrin ancora sotto il controllo di MMC, SDF, YPG e YPJ

Di Gianni Sartori (26 dicembre 2024)

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Dieci anni fa in molti, non solo David Riondino, resero omaggio alla resistenza curda in particolare alle donne curde) contro Daesh, i “mercanti di schiavi” fascio-islamici.

Oggi che la storia si ripete (e ancora come tragedia, non certo farsa) sembra prevalere una colpevole disattenzione.

Oppure un rassegnato pessimismo.

Qualche giorno fa (19 dicembre su Lemonde.fr) Alain Frachon, commentando gli eventi in Siria, sosteneva che “una parte del futuro siriano si gioca nelle relazioni che saranno in grado di stabilire il gruppo armato HTS, proveniente da Al-Qaida e i curdi del PYD”.

In ogni caso appariva evidente che “la caccia ai curdi è aperta”. Su quel lembo di territorio, le milizie al servizio della Turchia agiscono con la dichiarata intenzione di estirpare la millenaria presenza della popolazione curda.

Con migliaia e migliaia di sfollati in fuga dai bombardamanti turchi e dalla brutalità jihadista.

In sostanza: pulizia etnica.

La repentina caduta di Assad sembra inoltre aver risvegliato gli appetiti sia di Israele che della Turchia (entrambe a diverso titolo compartecipi e corresponsabili della fine del regime).

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Se per Ankara si tratta di cancellare l’esperienza del Confederalimo democratico ai suoi confini, per Israele distruggere quanto rimane delle infrastrutture militari siriane (oltre ad annettersi altri territori).

A farne le spese, probabilmente, saranno principalmente le minoranze etniche e religiose (curdi, drusi, cristiani, alauiti…).

RESISTENZA ARABO-CURDA

Il 26 dicembre l’Ufficio Stampa delle Forze Democratiche Siriane (SDF dalla sigla in inglese) diffondeva gli aggiornamenti sul conflitto in atto intorno all’Eufrate (in particolare nell’area a nord-est di Manbij) tra esercito turco (e milizie mercenarie, SNA) e Consiglio Militare di Manbij (MMC).

Nella mattinata almeno cinque miliziani dell’Esercito Nazionale Siriano (SNA) erano rimasti uccisi, mentre tre blindati del SNA venivano distrutti.

Smentendo quanto affermato dal Ministero della difesa turco sulla presunta caduta nelle mani delle milizie jihadiste della diga di Tishrin (punto strategico sull’Eufrate). In realtà rimane tuttora sotto il controllo della resistenza (MMC, SDF, YPG e YPJ). Come veniva mostrato in un video diffuso in tempo reale (poco prima delle ore 16 del 26 dicembre). Confermando quanto aveva annunciato circa tre ore prima Dilovan Asmîn, presente sul luogo. La giornalista aveva definito “pura propaganda di guerra speciale” le dichiarazioni dello Stato turco. Con cui si vorrebbe “scoraggiare la popolazione del nord e dell’est della Siria”.

Inoltre i combattenti arabo-curdi si starebbero dirigendo nuovamente verso la città.

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A QUESTO PUNTO IL PREZZO QUAL’E’…

Purtroppo il prezzo da pagare per contrastare gli invasori è stato alto.

Il 26 dicembre a Qamishlo è stato reso l’estremo saluto ad alcuni combattenti arabi e curdi caduti per difendere il Rojava dalle orde turco-jihadiste: Baran Qamişlo, Besam Ehmed, Yaşar Îbrahîm, Şêrzad Qamişlo, Agirî Qamişlo e Çiyarûs.

Dopo un minuto di silenzio, a nome del Consiglio delle famiglie dei martiri di Qamishlo, Cewahir Osman ha spiegato che “oggi stiamo per dare sepoltura ai nostri martiri nel nostro cuore e nella nostra anima”.

Un combattente, Nûrî Mehmûd ha voluto sottolineare che “il nord e l’est della Siria sono terra di eroismo, di resistenza e di lotta”. E anche se lo Stato turco “vuole distruggere con ogni mezzo il nostro popolo (…), l’amministrazione autonoma rappresenta il futuro per tutti i siriani”.

Da segnalare poi quando riportato da un organo di stampa londinese (The Telegraph, conservatore). Ossia che gli Stati Uniti con la Gran Bretagna avrebbero finanziato e addestrato un’unità di “ribelli” siriani (in pratica dei Contractors) per combattere contro Assad.

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D’accordo, è un po’ come scoprire l’acqua calda. Ma vanno comunque prese in considerazione le affermazioni di un certo Bashar al-Mashadani, presentato come il leader di un soidisant “Esercito Rivoluzionario del Commando” (RCA): “Gli americani ci hanno riuniti nella loro base di al-Tanf, al confine con l’Irak dicendoci di stare pronti (…) Non ci hanno detto come sarebbe accaduto. Ci hanno solo detto: “Tutto sta per cambiare. Questo è il vostro momento. O Assad cadrà, o cadrete voi”.

Gli ufficiali statunitensi avrebbero fatto aumentare considerevolmente gli effettivi della brigata Abu Kathab (da circa 800 a 3mila) portandola sotto il comando congiunto della RCA. Spingendoli poi a collaborare con le forze di Hayat Tahrir al-Sham (HTS, il gruppo di al-Jolani). Forse allo scopo di tenere sotto controllo gli ex esponenti di Al-Qaida.

E naturalmente, precisava Bashar al-Mashadanila comunicazione tra le due forze era coordinata dagli americani ad Al-Tanf”.

Armati dagli Stati Uniti, i membri della RCA ricevono uno stipendio di 400 dollari al mese. Per la cronaca, superiore di ben 12 volte rispetto a quello corrisposto ai soldati dell’esercito di Assad.

Gianni Sartori



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