Roma – Il 2024 è stato un anno intenso e cruciale, durante il quale abbiamo lavorato con determinazione per difendere gli interessi degli italiani e della nostra Nazione. Con azioni concrete abbiamo promosso le nostre filiere produttive, il modello agroalimentare italiano, e ribadito la centralità dell’agricoltore, il primo e più importante bio-regolatore del pianeta. Abbiamo messo al centro i cibi di qualità, valorizzando le eccellenze del territorio che rappresentano un patrimonio economico, culturale e identitario senza pari. L’Italia è tornata a correre.
Con i fondi messi a disposizione, per un totale di 10 miliardi in due anni, abbiamo adottato misure legislative fondamentali e realizzato interventi significativi per tutelare e sostenere gli agricoltori, i pescatori e gli allevatori.
Abbiamo investito parallelamente sul fronte interno e sul piano internazionale.
La nostra strategia in politica estera ha trovato un punto culminante nel G7 Agricoltura e Pesca, che abbiamo ospitato a Siracusa, sull’isola di Ortigia. Un evento straordinario che non solo ha messo in luce le eccellenze italiane, ma ha anche permesso di pianificare strategie comuni per difendere il patrimonio agroalimentare globale.
Per la prima volta nella storia del G7, il settore della Pesca ha avuto un ruolo centrale. Inoltre, con il coinvolgimento dei Paesi africani abbiamo dato vita a un dialogo aperto sulla sovranità alimentare, affermando il diritto dei popoli a produrre e consumare secondo le loro scelte democratiche. Lavorare insieme all’Africa non è solo un dovere morale, ma un’opportunità per una crescita comune.
Grazie all’approccio dinamico del Governo Meloni in politica estera, abbiamo superato ogni previsione di isolamento internazionale, riaffermando la nostra autorevolezza. Durante l’ultimo Consiglio Europeo dell’Agricoltura e della Pesca, l’Italia ha raggiunto un risultato storico: per tutto il 2025 non ci sarà alcuna riduzione dei giorni di pesca per la flotta a strascico italiana. Inoltre, il taglio proposto del 29% per le quote di pesca del gambero è stato limitato al 6%, grazie a una decisa azione negoziale. Questi successi tutelano il futuro del settore ittico e delle marinerie italiane.
Anche sul fronte europeo, stiamo facendo passi avanti significativi. Le proposte di regolamento della Commissione Europea, come la protezione contro pratiche commerciali sleali, sono segnali positivi. Garantire un giusto margine sui prezzi di vendita agli agricoltori significa rafforzare la posizione economica delle aziende agricole. La redditività deve restare una priorità, come ribadito anche dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e le politiche europee devono offrire agli agricoltori strumenti concreti per competere sui mercati internazionali e accrescere le produzioni.
Un altro traguardo importante è stata la nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza della Commissione Europea, che grazie all’impegno della presidente Meloni e alla autorevolezza dell’Italia potrà coordinare anche i settori della agricoltura e della pesca. È cambiata la direzione dell’Europa anche grazie alla nostra Nazione, all’Italia che torna a fare il mestiere che la storia le ha attribuito.
Sul piano interno, non abbiamo trascurato le emergenze. Dalla lotta al granchio blu alla gestione della Peste Suina Africana, fino al contrasto al caporalato e alle pratiche sleali, il nostro impegno è stato costante. La qualità del Made in Italy deve andare di pari passo con la dignità dei lavoratori.
Mentre ci lasciamo alle spalle un anno ricco di traguardi, guardiamo al 2025 con rinnovata ambizione. La nostra sfida sarà quella di consolidare quanto costruito e affrontare nuove priorità.
Negli ultimi anni, l’Europa, vittima di una visione esasperatamente ideologica, ha adottato un approccio severo verso gli agricoltori italiani ed europei, imponendo regole e vincoli che hanno messo a rischio interi settori produttivi e strategici. Tuttavia, questo sta finalmente cambiando, come dimostrano alcune scelte della presidente von der Leyen in materia di sovranità alimentare.
Vogliamo ampliare i mercati per i nostri prodotti di eccellenza e promuovere politiche che valorizzino le comunità rurali, rendendole sempre più protagoniste dello sviluppo nazionale.
Il 2025 sarà anche l’anno in cui arriverà il verdetto sulla Cucina Italiana a Patrimonio UNESCO, un progetto con il quale abbiamo voluto celebrare la nostra terra, i nostri paesaggi e la biodiversità, a cui hanno tutti dato un apporto fondamentale: istituzioni, imprese e associazioni di categoria, con un coinvolgimento attivo delle giovani generazioni, che rappresentano il futuro del nostro agroalimentare.
Per dove siamo arrivati, e dove potremo arrivare, desidero ringraziare tutti coloro che sono stati il cuore pulsante del nostro lavoro: agricoltori, pescatori, allevatori, cuochi, sommelier, enologi e tutti gli operatori delle filiere. Un grazie speciale alle associazioni di categoria, ai consorzi, al mondo accademico, agli istituti tecnici e alle forze dell’ordine, che garantiscono ogni giorno la sicurezza, anche alimentare, della nostra Nazione.
Il nostro tratto distintivo è il lavoro di squadra: unire le energie, senza steccati ideologici, per difendere con orgoglio e consapevolezza la nostra cultura e il nostro patrimonio agroalimentare. L’agricoltura è identità, sviluppo, tradizione e innovazione. Da qui passa la sfida per il futuro. L’Italia che fa sistema è quella che vince.
Francesco Lollobrigida
Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste
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