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La replica delle autorità egiziane a un nostro articolo sulle relazioni economiche con i paesi del Golfo

Egitto: con i nostri partners di sviluppo rapporti finalizzati a interessi comuni

In una nota inviata alla nostra redazione, che pubblichiamo integralmente, il ministero della Pianificazione, dello Sviluppo Economico e della Cooperazione Internazionale contesta parte dei contenuti di un articolo sui finanziamenti concessi dall’Arabia Saudita e sulle relazioni con altri paesi

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Il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2019 (Credit: Hildenbrand /MSC/Wikimedia Commons/CC BY 3.0 DE)

Gentile Caporedattore del sito “Nigrizia”:

Le porgo i miei più sentiti saluti augurandole un sereno Natale ed un prospero 2025. Il vostro stimato sito “Nigrizia” aveva già pubblicato un articolo il 5 dicembre 2024, a firma di Giuseppe Acconcia, intitolato “Riad considera la stabilità del paese nordafricano come uno dei suoi obiettivi prioritari in politica estera“, accompagnato dal sottotitolo Egitto: al-Sisi sempre più dipendente dai miliardi sauditi e del Golfo“.

È necessario ribadire che l’articolo contiene molte informazioni errate ed imprecise sull’Egitto, tanto sulla sua economia quanto sulle sue relazioni con gli altri Paesi. Per fornirvi i fatti propri in merito a queste stesse informazioni, alleghiamo quanto ricevuto ufficialmente dal Ministero della Pianificazione, dello Sviluppo Economico e della Cooperazione Internazionale Egiziano, che recita quanto segue:

– La cooperazione tra l’Egitto e tutti i partners di sviluppo menzionati nell’articolo sopraccitato, è una cooperazione fruttuosa e continua tanti anni or sono. Questa collaborazione non si basa assolutamente su aiuti unilaterali o sul raggiungimento degli obiettivi di una parte a scapito dell’altra, ma si verifica nel quadro di una partnership strategica di sviluppo equilibrata che mira a realizzare gli interessi comuni di tutte le parti coinvolte.

– Le dichiarazioni del signor Mohammed Al-Jadaan, Ministro delle Finanze saudita, al Forum di Davos 2023, che erano state citate e distorte nello stesso articolo: «Stiamo cambiando il nostro approccio, non diamo più finanziamenti diretti a fondo perduto, vogliamo vedere riforme», non hanno menzionato la Repubblica Araba d’Egitto; si riferivano, però, ad alcuni Paesi che non si sforzano a riformare le loro situazioni economiche accettando Aiuti dal Regno dell’Arabia Saudita, il che naturalmente non ha a che fare con la Repubblica Araba d’Egitto.

– C’è una confusione evidente riguardo ai concetti di finanziamento compresi nell’articolo: l’Autore mescola più argomenti nel suo discorso. A mo’ d’esempio, confonde fra il concetto di “Linea di credito“, che è una somma di denaro messa a disposizione ad un soggetto o un prestito fornito da un istituto finanziario ad un cliente con il suo impegno a rimborsare successivamente l’importo, più gli interessi; e quello di “Investimento Diretto Estero“, che rappresenta un trasferimento di capitali dal Paese di origine ad un altro Paese con l’obiettivo di creare, sviluppare o acquistare una quota di interessi all’interno del Paese ricevente.

Al riguardo, i dati descritti come “prestiti” e “linee di credito” nell’articolo, che ammontano a 5 miliardi di dollari dall’Arabia Saudita e 35 miliardi di dollari dagli Emirati Arabi Uniti (UAE), sono inclusi nella categoria di Investimenti Diretti Esteri, secondo quanto confermato dal Primo Ministro in più di un comunicato stampa, forse il più rilevante dei quali in merito è quello dichiarato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 19 settembre 2024.

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Vi ha dichiarato la sua eccellenza in persona, che il “Fondo degli investimenti sauditi” sta per investire 5 miliardi di dollari americani nei prossimi periodi in progetti che saranno concordati tra le due parti in settori economici fondamentali, oltre ad altri investimenti previsti per essere effettuati dal settore privato saudita, che ha mostrato un grande interesse.

– È da non trascurare che l’importo su cui l’Autore ha basato la sua analisi delle linee di credito, “secondo le sue dichiarazioni”, («pari a un totale di 57 miliardi di dollari da Fondo monetario internazionale, Unione Europea, Arabia Saudita e paesi del Golfo») non sono stati menzionati in alcuna fonte ufficiale. Egli ha, inoltre, ignorato la presenza di altri partners di sviluppo, oltre quelli menzionati, con cui la Repubblica Araba d’Egitto ha già collaborato nel 2024.

– Per quanto riguarda «il rafforzamento dell’influenza finanziaria saudita in Egitto, oltre a estendere la dipendenza per le finanze del Cairo dalle linee di credito che arrivano dal Golfo in assenza di significative riforme economiche, in termini più generali contribuisce a consolidare il regime militare di al-Sisi, nonostante la crisi economica e monetaria che colpisce la popolazione locale», è da non trascurare che l’Egitto stia lavorando seriamente per attuare riforme economiche totali in collaborazione con i partners sullo sviluppo, inclusi il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione Europea, ottenendo progressi tangibili nel miglioramento dell’ambiente di investimento e nel supporto del settore privato, in riferimento alle riforme economiche incluse nella Visione Egitto 2030, fra cui il miglioramento delle infrastrutture e la stimolazione degli Investimenti Esteri.

A proposito delle riforme strutturali attuali, lo Stato si sforza per incoraggiare la partecipazione del settore privato e rafforzare la partnership tra i due settori “pubblico e privato”, con l’obiettivo di far sì che i contributi del settore privato ammontino a 70% del totale degli investimenti. Il rapporto volontario, redatto in collaborazione con l’UNCTAD, conferma l’impegno del governo egiziano a creare un ambiente competitivo favorevole, fissando un tetto per gli investimenti pubblici a un trilione di sterline egiziane, il che promuove un contributo efficace e sostenibile del settore privato all’economia nazionale.

– Va ricordato che le amministrazioni dell’Egitto si distinguono per la trasparenza nel trattare le questioni dei diritti umani, e partecipano attivamente a numerose organizzazioni impegnate nelle questioni di merito, oltre ad una serie di strategie e piani d’azione inerenti ai diritti umani, come quella della Strategia Nazionale per i diritti umani.

– Riguardo al caso dell’attivista socialista, Alaa Abdel Fattah, e le dichiarazioni dell’Autore che “nonostante le promesse di riforme, il Cairo continua a distinguersi per la mancanza di rispetto dei diritti umani”, è da non rinnegare che la giustizia in Egitto è stata e continua a essere un simbolo di giustizia, equità e rispetto delle norme costituzionali, ricevendo riconoscimenti a livello arabo, regionale e internazionale.

– La nascita delle Associazioni civili è legata alla fondazione dello Stato Nazionale Moderno nel XIX secolo, con la prima associazione civile fondata ad Alessandria nel 1821. Le istituzioni della società civile volontarie hanno guadagnato una particolare importanza, il che è apparso chiaramente nella dichiarazione del 2022 come l’Anno della società civile; oltre alla Conferenza “Società Civile” del 2023 in cui la società civile ha rappresentato una delle parti fondamentali nell’attuazione di progetti e attività di sviluppo a livello di tutti i governatorati.

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– L’economia d’Egitto affronta certe sfide causa le crisi globali come la guerra russo-ucraina e la pandemia di COVID-19, oltre alla diminuzione di tassi delle risorse di valuta estera per l’Autorità del Canale di Suez per la presenza degli Houthi nella regione del Mar Rosso. Tuttavia, il governo egiziano sta implementando programmi di sostegno sociale e di sviluppo per migliorare l’efficienza dell’economia e ridurre le conseguenze negative sui cittadini, alla luce di programmi di sostegno sociale fra cui “Takaful e Karama” (solidarietà e dignità), “Hayat Karima” (vita benestante) ed altri programmi di protezione sociale.

In sintesi, sarei grato se poteste pubblicare questa correzione in virtù del diritto di replica previsto dalle norme professionali del giornalismo in tutti i paesi del mondo, compresa naturalmente l’Italia, il nostro Paese amico.

Con il massimo rispetto,
Diaa Rashwan
Presidente del Servizio Informazioni Statale





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