Commento azionario mensile: cosa aspettarsi nel 2025

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In questo periodo dell’anno, i giornalisti ci chiedono quale livello pensiamo che i mercati possano raggiungere nel 2025. Allo stato attuale, vediamo circa il 5% di rialzo rispetto alla nostra stima di fair value per le azioni europee. In base agli standard storici, non si tratta di un prezzo super conveniente, ma nemmeno di un prezzo elevato e, rispetto al premio di cui godono i titoli globali e statunitensi, è una delle migliori opzioni in circolazione.

Miglioramento del contesto macroeconomico

Dal punto di vista economico, la situazione è migliore di quella dell’anno scorso. Non è difficile crederlo, visto che il Regno Unito era in recessione tecnica e l’eurozona non ne era molto lontana. La crescita del PIL per entrambe le regioni dovrebbe essere vicina all’1% per l’intero anno 2024, un solido miglioramento. Le banche centrali prevedono che la crescita si attesterà intorno all’1,5% nel 2025, con un ulteriore aumento rispetto a quest’anno.

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A questo si aggiunge il calo dell’inflazione, che ora si attesta appena sopra il livello target del 2% nell’eurozona e nel Regno Unito. Nel 2025, a meno di un forte shock esterno, ci aspettiamo che questo dato rimanga sotto controllo. Infine, i tassi di interesse: questo mese la BCE ha tagliato i tassi di deposito al 3%, con la previsione di un ulteriore calo di 100 punti base nel corso del 2025. Ciò significherebbe tassi dimezzati rispetto a quelli di appena un anno fa, il che rappresenterebbe una spinta significativa per le imprese e i consumatori europei.

Restrizioni commerciali

Sebbene l’economia europea stia migliorando, le future politiche commerciali statunitensi potenzialmente avverse rappresentano un rischio importante per le azioni europee. In novembre, abbiamo discusso in dettaglio le varie misure che potrebbero essere adottate.

In definitiva, mancano ancora sufficienti dettagli sulle politiche previste, ma ciò che è abbastanza chiaro è che l’Europa difficilmente sfuggirà all’ira di un presidente che ritiene che gestire un surplus commerciale con gli Stati Uniti sia simile a “rubare i posti di lavoro americani”. Detto questo, c’è un enorme divario tra ciò che il Presidente Trump ha promesso di fare e i cambiamenti che potrà attuare una volta entrato in carica. Questo è particolarmente vero quando si tratta dell’Inflation Reduction Act, dove decine di membri repubblicani del Congresso si sono già riuniti per opporsi a potenziali tagli.

Questioni politiche europee

Non è solo la politica statunitense che potrebbe rappresentare un fattore di rischio per le azioni europee nel 2025: questioni politiche molto più vicine a noi stanno già avendo un impatto negativo. La Francia ha appena nominato il suo quarto primo ministro del 2024 e la sua nuova amministrazione sta lottando per trovare un accordo sul bilancio.

In Germania, il crollo della coalizione guidata dal Cancelliere Olaf Scholz ha causato una grande incertezza. Gli elettori sono scontenti e non c’è un chiaro percorso di progresso per affrontare le questioni strutturali che frenano l’economia tedesca. Le elezioni generali sono fissate per il 23 febbraio.

L’incertezza politica ha trascinato i mercati azionari europei nel 2024, con il CAC 40 francese in calo di quasi il 3% su base annua e il DAX tedesco in ritardo rispetto al mercato europeo più ampio. La deriva populista è stata evidente non solo in questi due paesi, ma in tutta Europa. Tuttavia, Francia e Germania sono la base dell’economia europea e qualsiasi ulteriore turbolenza nel 2025 avrà un effetto negativo sui mercati azionari della regione.

Rischio valutario

Il mantra di Donald Trump “drill baby drill” e la probabilità che nel 2025 i tassi di interesse statunitensi siano più alti di quelli europei potrebbero significare un ulteriore deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Naturalmente, l’effetto dei tassi di cambio non è mai tutto positivo o tutto negativo. Per i titoli europei con affari in paesi denominati in dollari, un euro più economico potrebbe essere un vantaggio, sia in termini di guadagni da tasso di cambio sia di maggiore competitività. Ma ci sono anche implicazioni negative, in particolare un aumento dei costi per le imprese e i consumatori europei. Dopo la guerra in Ucraina e le sanzioni imposte al gas russo, abbiamo acquistato grandi quantità di GNL (gas naturale liquefatto) importato dagli Stati Uniti, il cui costo aumenterà se l’euro scenderà ulteriormente rispetto al dollaro nel 2025.

Visione equilibrata di rischi e opportunità

Il 5% di rialzo dei mercati azionari europei potrebbe essere un percorso tortuoso. Tuttavia, su base relativa, l’Europa rimane una delle opportunità più interessanti per il 2025.

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Il mercato europeo offre numerose opportunità. Settori come quello dei consumi ciclici sono scambiati con sconti vicini al 25%, un divario che potrebbe ridursi notevolmente nel corso del 2025, man mano che i tagli dei tassi di interesse arriveranno nelle tasche dei consumatori.

Il fatto che siamo già consapevoli di tanti grandi rischi che ci attendono prima ancora di entrare nel nuovo anno è un vantaggio enorme, che non avevamo da molti anni. Il 2020 è iniziato bene, prima che l’economia crollasse sotto il peso della covid-19. Allo stesso modo, la guerra in Ucraina ci ha colto completamente alla sprovvista nel 2022. Questo non significa che nel 2025 non si presenteranno altre sfide, ma almeno abbiamo una visione equilibrata del rapporto rischio/rendimento in anticipo.

L’autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.



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