Trump si schiera con Musk sui “migranti buoni”

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“Fate marcia indietro e andate AFF…LO….. Io farò una guerra su questo argomento che nessuno potrà immaginare”. Questo il tweet pieno di rabbia e volgarità di Elon Musk per reagire agli attacchi al programma H1-B che permette alle aziende americane di assumere dipendenti specializzati da Paesi stranieri. Il programma era stato attaccato da alcuni sostenitori di Donald Trump contrari a ogni tipo di immigrazione. Difatti durante la campagna elettorale tutta la retorica sull’immigrazione di Trump, sostenuta e amplificata da Musk, si è concentrata sugli aspetti negativi, senza nessuna distinzione. Bisognava chiudere le frontiere per bloccare “l’invasione” dei migranti. Che esistessero anche migranti accettabili e produttivi e persino indispensabili come quelli con il visto H1-B non fu mai menzionato in campagna elettorale. Adesso però si comincia a vedere che non tutti i migranti sono indesiderati anche se l’ala ultradestra dei rappresentanti di MAGA, lo slogan di Trump, continua a favorire il blocco totale dei migranti.

La “paladina” dell’ala MAGA si è fatta viva nel nome di Laura Loomer, un’attivista nota per le sue teorie di cospirazione che per un breve periodo di tempo nel mese di settembre del 2024 era molto visibile a fianco di Trump. La Loomer fu la proponente della nascita della bufala che i migranti haitiani rubavano e mangiavano animali domestici che Trump riprese e usò in campagna elettorale. Adesso la Loomer continua con le sue teorie di ultradestra, preoccupata dalla presenza di collaboratori indiani nell’amministrazione di Trump. La Loomer ha in particolar modo attaccato la nomina di Sriram Krisham, un investitore nato in India, scelto da Trump come consigliere principale sull’intelligenza artificiale. La Loomer ha etichettato questi miliardari dell’informatica di essere divenuti termiti a Mar-a-Lago, il resort di Trump in Florida. Anche Vivek Ramaswamy, di genitori indiani, scelto da Trump per dirigere insieme a Musk il cosiddetto Dipartimento di Efficienza governativa, è stato bersagliato dalla Loomer. Secondo l’attivista, Ramaswamy conosce bene il pericolo della Grande Sostituzione, la teoria che i bianchi dell’Occidente verranno rimpiazzati da gente di colore provenienti da Paesi stranieri.

A dare man forte alla Loomer si sono schierati anche Steve Bannon, ex stratega di Trump, e Nicki Haley, ex governatrice del North Carolina, sconfitta dal tycoon nelle primarie repubblicane del 2024. Ambedue hanno ricalcato il fatto che i beneficiari del visto H1-B rubano posti di lavoro agli americani. Bisogna investire e creare questi specialisti per le aziende di tecnologia in America e non importarli da Paesi potenzialmente nemici.

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Trump era rimasto silenzioso ma poi ha capito che doveva cercare di fare la pace fra questi due gruppi. Alla fine ha deciso di schierarsi con Musk dichiarando che lui ha sempre sostenuto il valore dei visti H1-B. In realtà, si è comportato in maniera contraddittoria. In un’intervista al giornale conservatore The New York Post Trump ha dichiarato di essere sempre stato favorevole a questi tipi di visti. Ha aggiunto che lui li ha usati per assumere dipendenti per i suoi resort. Trump però confonde i tipi di visti che permettono alle aziende di assumere dipendenti di altri Paesi. Nel suo caso si tratta di H2-B che non richiedono lauree e vengono usati per assumere individui nel settore del turismo a tempo determinato. Trump è stato criticato perché invece di assumere lavoratori americani di gruppi minoritari ha deciso di assumere da Paesi dell’Europa dell’Est. Inoltre da presidente nel 2020 Trump aveva sospeso i visti H-1B perché rubavano posti di lavoro agli americani.

La scelta di Trump di schierarsi con Musk e miliardari come Jeff Bezos, Mark Zuckerberg e altri le cui aziende fanno uso di questo tipo di visti non dovrebbe sorprendere anche se inizierà a creare dubbi sulla sua leadership e il suo slogan di America First. Musk da parte sua continua a mostrare i suoi muscoli e Trump può fare ben poco ma qualche pensierino sulla visibilità di Musk lo starà facendo. Alcuni analisti hanno già suggerito che il vero presidente del Paese non è Trump ma proprio Musk. Trump se n’è accorto e in un recente discorso ha scherzato che Musk non si sta impossessando della presidenza. Il fatto che Trump abbia cercato di smentire queste voci vuol dire che il neo eletto presidente abbia notato i continui interventi di Musk in politica non solo in America ma anche in altri Paesi. Il padrone di Tesla e numerose altre aziende ha recentemente dichiarato in un tweet sulla sua piattaforma X (già Twitter) che solo l’Afd, il partito di ultradestra, può “salvare la Germania”. La sua incursione in politica tedesca include un recentissimo editoriale nel quotidiano Welt che ha spinto la caporedattrice Eva Marie Kogel a dimettersi per protesta. Forse Trump ha ragione. Musk non vuole divenire presidente degli Usa. Vuole il ruolo di presidente del globo?

 

Domenico Maceri
PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications



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