Victor Ulinici, il giovane accusato di tentato omicidio aggravato da futili motivi, torna al centro delle cronache giudiziarie. La Corte di Cassazione, lo scorso ottobre, ha annullato la condanna a 10 anni e 8 mesi inflitta in primo grado con rito abbreviato, accogliendo il ricorso della Procura e ordinando un nuovo processo. La decisione, che ha destato grande interesse, è stata motivata dall’inadeguatezza delle attenuanti generiche concesse in precedenza, ritenute non giustificate data la gravità dei fatti e il ruolo di Ulinici come “leader del gruppo criminale”.
I fatti risalgono al 21 gennaio 2023. Lungo Po Cadorna, una serata di apparente spensieratezza tra giovani si trasformò in tragedia. Ulinici, allora diciannovenne, insieme a tre complici minorenni, lanciò una bicicletta dai Murazzi del Po, ferendo gravemente Mauro Glorioso, studente di medicina. La dinamica dell’episodio, definito dai giudici come un “gesto folle”, ha messo in luce un’agghiacciante assenza di consapevolezza delle conseguenze.
Durante il processo, l’imputato ha dichiarato: “Mi vergogno, non esistono parole per rimediare”. Tuttavia, le sue parole non hanno convinto i giudici, che le hanno giudicate formali e prive di un reale ravvedimento. Le indagini, inoltre, hanno delineato un quadro inquietante: Ulinici, già sotto messa alla prova per un precedente scippo, continuava a progettare reati, come rivelano alcune chat estrapolate dal suo cellulare. Un video, ripreso quella stessa sera, mostra il gruppo impegnato in atti vandalici e atteggiamenti spensierati, in netto contrasto con il pentimento dichiarato in aula.
La Procura Generale, contestando il bilanciamento tra attenuanti e aggravanti, ha sottolineato la propensione al criminedell’imputato e la sua totale mancanza di empatia verso la vittima. La Cassazione ha accolto tali rilievi, evidenziando come la concessione delle attenuanti debba essere giustificata da elementi concreti, e non da un generico beneficio del dubbio.
Il nuovo processo è fissato per il 31 gennaio 2025, e il verdetto della Corte d’Appello sarà cruciale. Al centro del dibattimento, non solo la valutazione della condotta di Ulinici, ma anche un messaggio più ampio sul rigore necessario nel bilanciare giustizia e sicurezza. La vicenda, già oggetto di grande attenzione mediatica, continuerà a far discutere, rappresentando un banco di prova per il sistema giudiziario.
Nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 2023, Torino è stata teatro di un grave episodio di violenza gratuita. Intorno all’una, lungo Po Cadorna, nei pressi dei Murazzi del Po, un gruppo di giovani ha lanciato una bicicletta elettrica a noleggio dalla balaustra sovrastante la passeggiata. Il pesante mezzo, di circa 15 chilogrammi, è precipitato sul tendone del locale “The Beach”, colpendo alla testa Mauro Glorioso, uno studente di medicina di 23 anni, che si trovava in coda per entrare nel locale insieme ad alcuni amici.
Il giovane è crollato al suolo privo di sensi, mentre gli amici, sconvolti, hanno immediatamente allertato i soccorsi. Trasportato d’urgenza all’ospedale CTO di Torino, Mauro è stato ricoverato in condizioni critiche e posto in coma farmacologico. Le prime ore successive all’incidente sono state caratterizzate da grande apprensione per le sue condizioni, con familiari e amici stretti attorno a lui in attesa di notizie.
Le forze dell’ordine hanno avviato immediatamente le indagini per identificare i responsabili di quello che appariva come un gesto sconsiderato e criminale. L’area dei Murazzi, frequentata da numerosi giovani durante i fine settimana, è dotata di diverse telecamere di sorveglianza. Gli investigatori hanno analizzato i filmati registrati nella notte dell’incidente, individuando un gruppo di ragazzi presenti sulla balconata al momento del lancio della bicicletta.
Le testimonianze raccolte sul posto hanno descritto una scena di ordinaria spensieratezza trasformata in tragedia. Alcuni presenti hanno riferito di aver notato movimenti sospetti sulla balaustra prima del lancio, ma nessuno avrebbe potuto immaginare le conseguenze di quel gesto. La bicicletta, lanciata con forza, ha dapprima colpito il tendone del dehors allestito all’ingresso del locale, per poi abbattersi su Mauro, che si trovava proprio sotto la struttura di protezione.
Il giorno successivo all’incidente, la città di Torino si è svegliata sotto shock. La notizia del grave ferimento di un giovane studente ha suscitato indignazione e sgomento nell’opinione pubblica. I media locali hanno dato ampio risalto alla vicenda, riportando aggiornamenti sulle condizioni di Mauro e sugli sviluppi delle indagini. Le autorità hanno condannato fermamente l’accaduto, definendolo un atto di violenza insensata e promettendo di assicurare i responsabili alla giustizia.
Nel frattempo, sui social network, amici e conoscenti di Mauro hanno espresso solidarietà e vicinanza alla famiglia, organizzando veglie di preghiera e raccolte fondi per sostenere le spese mediche. La comunità universitaria, in particolare, si è mobilitata per manifestare il proprio sostegno, sottolineando la necessità di maggiore sicurezza nelle zone della movida cittadina.
Le indagini hanno portato all’identificazione dei membri del gruppo responsabile del lancio della bicicletta. Tra loro, tre minorenni e due maggiorenni, tra cui Victor Ulinici, all’epoca diciannovenne, considerato il leader del gruppo. I giovani sono stati accusati di tentato omicidio, un’accusa grave che riflette la volontarietà e la pericolosità del gesto compiuto.
Nei giorni successivi, sono emersi dettagli inquietanti sul comportamento dei ragazzi dopo l’incidente. Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno mostrato il gruppo allontanarsi dal luogo ridendo e scherzando, senza mostrare alcun segno di pentimento o preoccupazione per le conseguenze del loro gesto. Questo atteggiamento ha ulteriormente alimentato l’indignazione pubblica, sollevando interrogativi sul degrado dei valori tra i giovani e sulla necessità di interventi educativi più efficaci.
Il caso ha aperto un dibattito sulla sicurezza nelle aree della movida torinese e sulla responsabilità dei gestori dei locali nel garantire ambienti sicuri per i frequentatori. Le autorità locali hanno promesso un incremento dei controlli e l’implementazione di misure preventive per evitare il ripetersi di simili tragedie.
Mauro Glorioso, nel frattempo, ha affrontato un lungo percorso di riabilitazione. Le lesioni riportate hanno avuto conseguenze devastanti sulla sua vita, costringendolo a confrontarsi con una nuova realtà fatta di limitazioni e sfide quotidiane. La sua storia è diventata simbolo delle vittime di violenza insensata, ricordando a tutti l’importanza del rispetto e della responsabilità nelle azioni quotidiane.
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