Jannik Sinner e i volti di Parigi, chi sono stati i 5 migliori sportivi italiani del 2024

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L’anno olimpico ci ha mostrato il talento della costanza e la costanza del talento, il duo migliore del nostro sport e un fenomeno capace di cambiare l’Italia.

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L’anno che include le Olimpiadi sfoca tutto quello che c’è intorno e attira l’attenzione verso il dorato. I migliori atleti italiani del 2024 sono da pescare in quello che abbiamo visto scintillare a Parigi, con una gigantesca parentesi che sta cambiando addirittura l’Italia, sempre più votata al culto del tennis grazie a Jannik Sinner.

Jannik Sinner

In questa piccola selezione di sportivi nel 2023 Sinner era già stato inserito. Nei 365 giorni scorsi infatti ha contribuito in maniera decisiva alla seconda Coppa Davis della nostra storia (dopo 47 anni di attesa), è stato il più giovane tennista a raggiungere la semifinale di Wimbledon, ha vinto il suo primo ATP 1000 a Toronto e ha perso in finale da Djokovic alle ATP Finals, chiudendo al quarto posto nel ranking ATP.

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Tutti risultati quasi impensabili per il tennis italiano, ma era solo l’antipasto. Se vogliamo sintetizzare al massimo il cammino di quest’anno bisogna elencare almeno: due Grand Slam, tre Master 1000, di nuovo la Coppa Davis e le finali ATP giocate a Torino. A questo bisogna aggiungere la posizione numero uno al mondo e togliere le partecipazioni mancate al Master di Roma e alle Olimpiadi. Se misceliamo tutto con piccoli problemi fisici e la notizia della positività al Clostebol, la grandezza dei risultati aumenta sotto il peso dei pensieri e dei dolori.

Sinner rischia di rendere più scialbo il calcio in Italia, non è un modo per dire qualcosa di forte, è una consapevolezza che corre di bocca in bocca e trova accoliti ormai votati a nuova fede. Molti dicono che il 2025 sarà l’anno su cui il caso Clostebol avrà gli effetti (uno stop, nello specifico), per cui Jannik non dovrebbe apparire in questa lista il prossimo dicembre. Ma noi continuiamo a essere fedeli.

Nadia Battocletti

Nadia Battocletti prima di questo 2024 era una mezzofondista di grandi qualità, il meglio che si poteva trovare in Italia e a buoni livelli in Europa. Stop, il resto e il resto nel mezzofondo vuol dire Africa, era troppo lontano.

Il 7 giugno 2024 la prima scossa. Vince i 5000 metri dei Campionati Europei di atletica leggera con il tempo di 14’35″29 e quattro giorni dopo i 10000 metri con il crono di 30’51″32, entrambi primati italiani. Un salto di qualità evidente ma spiegabile: gli Europei si svolgono a Roma e arrivano a un mese e mezzo dalle Olimpiadi. Per tanti atleti italiani era l’evento dell’anno perché i Giochi vogliono uno standard troppo alto. Brava comunque Nadia, ma a Parigi c’è da guardare le scapole delle altre. E invece no.

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5 agosto, finale 5000 metri. Tutti si aspettano che Nadia si stacchi da keniane, etiopi e l’olandese Sifan Hassan, ma Nadia non si stacca e tiene, quasi fino all’ultimo, arrivando quarta con un clamoroso 14’31″64. Ancora una volta però, non avevamo visto niente.

9 agosto, 10000 metri. Tutti adesso la guardano, anche se non l’aspettano. Nadia è più che sontuosa. Regge tutti i cambi di ritmo delle africane, questa volta è davanti anche ad Hassan e vince l’argento solo perché Beatrice Chebet è in una forma strepitosa e bissa la vittoria dei 5000. Una stella dalla luce fioca a Parigi ha iniziato a splendere come Alfa Camelopardalis, una delle stelle più brillanti del cielo. Ma Alfa è anche l’inizio di qualcosa, che non sappiamo dove potrà portare la nuova Nadia.

Thomas Ceccon

Se Nadia Battocletti è il talento della costanza, Ceccon è la costanza del talento, che non lo lascia mai ogni volta che indossa un costume per nuotare. La sua fluidità è un miracolo biomeccanico e la sua intelligenza natatoria è il modello per chi vuole vincere. Sulle spalle branchiali di Ceccon però a luglio pesava un masso. Il talento è fuori discussione, ma la grandezza della vittoria riuscirà a sostenerla? Lui sapeva, come tutti gli altri sapevano, che i 100 dorso dovevano essere la sua gara olimpica. Ma a volte è quel dovere che ti frega. Invece Thomas ha insistito con il suo talento e ha vinto la gara che lo attendeva da un paio d’anni, vincendo l’oro olimpico davanti al cinese Xu Jiayu e allo statunitense Ryan Murphy.

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Giocando e scherzando siamo già a 4 medaglie olimpiche, 6 mondiali e 10 europee. Siamo già tanto in alto ma il talento è un aquilone, se prende il vento giusto continuerà a veleggiare.

Alessia Orro

Vincere l’oro nella pallavolo è un miraggio che tanti sportomani italiani citavano nei loro desideri più veri. Abbiamo avuto la squadra che sogna (cit. Pastore) e il destino ci ha dato tutto tranne quell’oro. Abbiamo avuto la squadra delle ragazze sfrontate e nemmeno in quel caso abbiamo raggiunto il traguardo. Questa volta a Parigi arrivavamo con l’Italia di De Giorgi seconda al mondo dietro la Polonia (ma alla fine hanno vinto di nuovo i francesi dopo la vittoria di Tokyo) e le ragazze che hanno sempre voluto e quasi mai potuto per una serie di problemi soprattutto caratteriali e relazionali. Sarebbe riuscito Julio Velasco a far diventare perfetta un’orchestra fatta di soliste troppo soliste?

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Lui ci è riuscito ma doveva avere una mente. L’idea era che nel caso fosse andata bene bisognava ringraziare i tanti bracci a disposizione (Egonu, Sylla e le centrali), mentre pochissimi davano credito alla nostra palleggiatrice, Alessia Orro. Orro non solo è stata mente razionale, precisa e creativa, ma ha anche mantenuto sempre a fuoco le nostre attaccanti, distribuendo con saggezza e genio, smarcandosi da chi la additava l’anello debole. Per vincere l’oro olimpico avevamo bisogno di una nuova stella. Eccola servita.

Caterina Banti e Ruggero Tita

La/il nostra/o ultima/o atleta dell’anno è un duo, il duo per eccellenza dello sport italiano. La vela è uno sport molto italico anche se poco seguito e pensare a Tita-Banti come sportivi dell’anno è un azzardo. Ma allo stesso tempo guardare il palmarès ti cambia la prospettiva. Dal 2018 in poi hanno semplicemente vinto tutto più volte, con il doppio oro olimpico a fare da corona nella classe NACRA.

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Come solo i grandissimi fanno poi, Caterina, dopo il secondo oro, ha deciso di abbandonare l’attività agonistica. Abbiamo quindi perso il nostro “miglior” sportivo e questo è un grosso guaio.





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