TOP
LUCA PERCASSI
L’anno d’oro dell’Atalanta equivale alla definitiva consacrazione di Luca Percassi. Figlio di… nessuno. La solita storia del figlio di papà che trova la tavola apparecchiata qui non vale. Trasforma una normale società di calcio in una miniera d’oro. Macchina perfetta di organizzazione e risultati. Gasperini sul campo è un mostro, fuori dal campo la gestione è complessa ma diventa positiva grazie al lavoro e alla pazienza di un dirigente che non fa mai valere la sua posizione o il suo cognome. Se l’Atalanta è diventata una big lo deve soprattutto a questo ragazzo che ha reso orgoglioso il padre di non essere il classico bamboccio cresciuto con i soldi e nella comodità del lusso. Stratega e grande esperto di calcio, sa come acquistare e sa quando vendere.
MARCO BARONI
Trasformarsi da allenatore vincente in B ad allenatore big in A non è cosa semplice. Anzi, forse, non è riuscito a nessuno. Si dice sempre “ci sono le categorie anche per gli allenatori”. Cosa verissima. Lui riesce a fare un upgrade clamoroso. Dalla B a Lecce alle salvezze tirate con Lecce e Verona. Sulla sua strada incontra un visionario come Fabiani che ha fatto la sua stessa gavetta. Gli offre la chance della vita e la sfrutta alla grande. Arrivato tra la contestazione dei tifosi ha fatto ricredere tutti. Me compreso. Lo merita per il suo percorso, complimenti allo staff che lo ha sempre supportato alla grande. A partire dal vice Del Rosso. Se finisce tra le prime 4 ha fatto il miracolo della vita.
SIMONE INZAGHI
Seconda stella a destra questo è il cammino… Allenatore sottovalutato, all’inizio, e contestato sempre. Il calcio è per tutti ma non lo capiscono tutti. Inzaghi è forte; dentro e fuori dal campo. Nella gestione e nella parte tattica. Un grande Mister che fa diventare semplici le cose complicate. Non si esalta davanti alla vittoria e non si deprime di fronte alla sconfitta. Allenatore perfetto per una big. Gli interisti all’inizio non lo hanno capito, durante il percorso lo hanno scaricato e ora in silenzio apprezzano il suo straordinario lavoro. Persona top, allenatore eccellente. A Juve e Milan manca proprio un Inzaghi. Altro che fratello di… Simone è diventato grande!
RAFFAELE PALLADINO
Se la squadra che alleni vola, poi te ne vai e crolla significa che il merito era soprattutto tuo. Se cambi squadra e vai in un team dove le cose andavano bene ma con te vanno ancora meglio significa che sei un grande. Palladino sta scrivendo la storia del calcio italiano. Dal nulla a grande allenatore di serie A. Uno dei pochi casi dove non è servita la gavetta. E forse “è nato imparato”. La Fiorentina gioca benissimo ed è concreta. Da Italiano a Palladino la viola è migliorata sotto tutti i punti di vista. Il Monza, purtroppo, con Nesta è crollato. Palladino è un predestinato. Ragazzo umile. Poche fantasie. Tanto lavoro. Chi lo avrebbe detto? Nessuno. Un regalo alla Mamma che ha avuto il tempo di vedere quel figlio diventare grande allenatore. Ora potrà goderselo solo da lassù.
GIOVANNI SARTORI
La sua esperienza e la sua bravura sembrano ormai assodate ma è sbagliato dare per scontato il valore del capitale umano. Lavora in silenzio, parla poco ed è l’anti calcio della comunicazione 2025. Poche sceneggiate ma soprattutto la dote innata di avere l’occhio sopraffino. Un suo “simile” poteva essere Walter Sabatini che però alla prova del 9 ha sempre fallito da Direttore. Grande intenditore ma pessimo gestore. Sartori è l’anti Sabatini. E i risultati si vedono. Sono rimasti in pochi: Sartori, Corvino e Sogliano (anche se di una generazione diversa).
FLOP
ZLATAN IBRAHIMOVIC
Se passi, in pochi mesi, da icona dei tuoi tifosi a barzelletta degli stessi un pò dispiace. Una sensazione confermata dalla gestione da dimenticare dell’esonero di Paulo Fonseca: mandato a parlare con la stampa nonostante una decisione già presa prima ancora che la partita contro la Roma prendesse il via. Ibra era un simbolo del calcio dei guerrieri, di quelli che non mollano mai e non hanno paura di nessuno. La verità è che si è assunto delle responsabilità che non fanno per lui. Fare il Direttore Sportivo del Milan, il boss del club, non sono cose che impari dalla sera alla mattina. O sei un genio (e non lo sei) o hai bisogno di fare gavetta ed esperienza e non parti certo dal Milan. Sta sbagliando tutto. Nella gestione, nella comunicazione e nelle scelte. La presunzione da calciatore era un valore ma da dirigente è un limite. Lui non è il problema di questo Milan ma è uno dei problemi del Milan.
DAN FRIEDKIN
Imprenditori forti e indiscutibili. Gente che nel proprio lavoro può solo insegnarci a fare meglio. Il calcio, però, rende tutti vulnerabili. I grandi imprenditori si trasformano in incompetenti in due mesi. A Roma hanno bruciato tutto. Soldi (propri) e passione (dei tifosi). Una miriade di scelte sbagliate. Dai calciatori agli allenatori passando dai direttori sportivi. Non hanno una visione e la gestione calcistica è pessima. Purtroppo l’Italia non è per tutti e gli stranieri, nel nostro calcio, non funzionano. Figuriamoci se poi la proprietà straniera si affida al management straniero. La frittata è fatta.
MARIO BALOTELLI
La colpa non è sua ma di chi ancora crede in lui. Il Genoa lo tessera e un minuto dopo si pente. Condizione fisica rivedibile, non fa più la differenza neanche nelle categorie inferiori e ormai sarebbe pronto per un altro tipo di calcio. Perfetto per la Kings League. Calciatore che ha bruciato tutte le occasioni che si erano presentate. Con il fallimento al Genoa possiamo dichiarare ufficialmente chiusa la sua carriera.
DANILO IERVOLINO
Si era presentato come il nuovo Re Mida. Sembrava il nuovo Berlusconi. Aveva inventato tutto lui, voleva portare la Salernitana in Champions League ma è stato asfaltato dal suo ego e dalla sua incapacità di fare calcio. E’ rimasto travolto da bugie e megalomania. Salerno, puoi amarla o odiarla, è comunque una grande piazza che riempie lo stadio di colore e di calore. Se la distruggi in pochi mesi significa che non hai capito nulla della città e di calcio. Il più grande bluff degli ultimi 10 anni. Miliardario, visionario, genio del quarto millennio… ma nessuna di queste ha trovato un reale riscontro. Ha ammazzato Salerno e ora rischia seriamente di finire in serie C. Follia Petrachi che pur di lavorare ha accettato una società ingestibile.
JOE TACOPINA
Sarà anche un grande avvocato americano e nessuno lo discute. In aula di tribunale a New York farà un figurone, senza dubbio, ma nei campi italiani di serie C rischia di diventare una barzelletta. Doveva riportare la Spal a grandi livelli. L’ha trascinata nell’anonimato della Lega Pro con gravi problemi economici. Uno come lui che vive di immagine e business si è ritrovato senza immagine e senza business. La Spal ha una grande tradizione ma il futuro sembra davvero nebuloso.
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