Approvata la legge di bilancio 2025

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La manovra di bilancio 2025, approvata dal Parlamento, include una serie di misure economiche volte a sostenere la crescita, ridurre la pressione fiscale e supportare i redditi medio-bassi, le famiglie e le imprese

ITALIA. La manovra di bilancio 2025 ha ricevuto dal Parlamento l’approvazione definitiva.

Oltre la metà delle risorse della manovra, ben 18 miliardi su 28, sono destinati a incrementare gli stipendi di chi guadagna fino a 40 mila euro l’anno. È dunque la misura principale di tutto il disegno di legge di bilancio, ha sottolineato oggi il ministro Giancarlo Giorgetti in audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Qualcuno può discutere se sia giusto o sbagliato ma sorprende che venga contestata proprio dai sindacati. Abbiamo messo le risorse sui lavoratori dipendenti – ha sottolineato – con lo scopo di rilanciare la crescita e i consumi”. Il ministro ha anche ricordato che, sulla base dei dati Istat, è cresciuto il reddito disponibile di queste categorie: “Il problema – ha aggiunto – è che persistendo un quadro di incertezza complessiva, non solo in Italia ma anche in Europa, è aumentata la propensione al risparmio e non quella al consumo”. “Noi abbiamo dato stabilità alle misure e ora ci auguriamo che situazioni che affliggono le famiglie tutti i giorni vadano verso soluzioni”.

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Sugli investimenti Giorgetti ha sottolineato la necessità che tutte le amministrazioni siano costrette a spendere prioritariamente le risorse del Pnrr fino al 2026 “che altrimenti andrebbero perdute”. Sulla politica industriale ha ricordato che “la fanno gli imprenditori, lo Stato può aiutare quando serve e appoggiare i momenti di transizione”. In particolare, nel settore automotive servono imprenditori che accettino la riconversione: “Non tagliamo risorse a chi fa riconversione”. Il ministro ha chiarito che i tagli sono stati fatti ad alcuni fondi per la rottamazione e per l’acquisto di auto elettriche made in Cina. “Inoltre – ha aggiunto – ci sono 700 milioni di residui che possono essere utilizzati”.

Sulle pensioni ha ricordato che non solo “non abbiamo tagliato nulla” ma c’è stata la rivalutazione piena di quelle di importo pari fino a 4 volte il minimo e il potenziamento del bonus Maroni. “Il problema – ha spiegato – è che per certe qualifiche sul mercato non si trova assolutamente più nulla, nel pubblico e nel privato, e l’unico modo è cercare di convincere chi arriva all’età del pensionamento di valutare volontariamente di rimanere sul posto di lavoro a dare il proprio servizio. Mi sembra una gestione del personale quantomeno intelligente”.

Infine sul debito, Giorgetti ha detto di “sognare di avere il 60% del debito come Lindner (ex ministro delle finanze in Germania) perché così avrei 45 miliardi in più da spendere per il sociale. Impegnarci a non aumentare il debito e sperare che la Bce abbassi i tassi e scenda lo spread è la via per liberare spazi importanti in favore del ceto medio”. Sulla web tax, sull’ingresso di revisori Mef negli enti privati che prendono elevati contributi pubblici e sull’aumento della tassazione per le criptovalute (temi che animano il dibattito politico di questi giorni) Giorgetti ha detto che “il Parlamento ovviamente è sovrano”, ma ha invitato a riflettere sulla modifica di queste norme delle quali ha difeso la ratio e lo spirito.

PRINCIPALI MISURE DELLA MANOVRA 2025

SOSTEGNO AI REDDITI MEDIO-BASSI

Taglio del cuneo fiscale Confermato e reso strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, esteso anche a quelli fino a 40.000 euro, beneficiando ulteriormente 3 milioni di contribuenti. Per i redditi fino a 20.000 euro, il taglio rimane contributivo, mentre per i redditi tra 20.000 e 40.000 euro, il taglio diventa fiscale, con una detrazione fissa di 1.000 euro che diminuisce progressivamente tra i 32.000 e i 40.000 euro.

Revisione delle aliquote IRPEF Confermato anche il cambiamento delle aliquote IRPEF a tre scaglioni, già introdotto nel 2024, che accorpa i primi due scaglioni, applicando un’aliquota del 23% fino a 28.000 euro lordi (anziché 15.000 euro). Queste due misure comportano un effetto complessivo di circa 18 miliardi di euro all’anno.

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Bonus bebè Incentivare la natalità è un obiettivo centrale con l’introduzione di un bonus di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato da gennaio 2025, destinato alle famiglie con ISEE non superiore a 40.000 euro.

Congedi parentali e bonus asilo nido Per la prima volta, il congedo parentale viene esteso a tre mesi con una retribuzione dell’80% fino al sesto anno di vita del bambino. Il bonus asilo nido è altresì aumentato, arrivando a 3.600 euro per i bambini nati dal 2024 in famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro, senza limite di altri figli.

Esonero contributivo mamme lavoratrici Confermato ed esteso il bonus alle lavoratrici a tempo determinato e autonome, inclusi coloro che non adottano il regime forfettario.

Fondo dote famiglia Creato un fondo da 30 milioni di euro destinato a giovani tra i 6 e i 14 anni, residenti in nuclei con un ISEE fino a 15.000 euro.

Sostegno all’acquisto di beni alimentari Rifinanziata la carta “Dedicata a te” per l’acquisto di beni alimentari per famiglie con ISEE non superiore a 15.000 euro.

PREVIDENZA

Detassazione e estensione dell’incentivo contributivo per chi sceglie di rimanere al lavoro dopo aver raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (Bonus Maroni). Confermati anche per il 2025 i canali di uscita anticipata, come Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.

Microcredito

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SANITÀ

Fondi aggiuntivi per il Servizio Sanitario Nazionale, che passeranno da 136,5 miliardi di euro nel 2025 a 141,3 miliardi di euro nel 2027.

MISURE PER IL LAVORO

Più assumi, meno paghi Prorogata la maggiorazione del 20% sulla deduzione del costo del lavoro derivante da nuove assunzioni a tempo indeterminato.

Fringe benefit Confermata la soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit (1.000 euro per lavoratori senza figli, fino a 2.000 euro per quelli con figli) per il triennio 2025-2027.

INVESTIMENTI

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Riduzione dell’aliquota Ires dal 24% al 20% per le imprese che reinvestono l’80% degli utili in investimenti qualificati e assunzioni.

BANCHE E ASSICURAZIONI

Previste modifiche alla deduzione delle svalutazioni e perdite dei crediti per le DTA, con maggiori entrate per 3,4 miliardi di euro nel biennio 2025-2026.



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