nel 2024 boom di Mestre e degli airbnb, calano gli alberghi del centro

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Tempo di bilanci per il turismo veneziano, inteso in questo caso come comune di Venezia. L’anno non si è ancora concluso, ma i dati preliminari, riguardanti il periodo gennaio-ottobre 2024, diffusi dall’ufficio statistico del Veneto, insieme a quelli distribuiti dall’Associazione Veneziana Albergatori, fotografano dei trend chiari, che non sono destinati ad essere intaccati dalle feste natalizie. A livello dell’intero comune, i numeri sono destinati ad aumentare ancora rispetto al 2023 (12,6 milioni di presenze), in particolare per quanto riguarda le notti pernottate(“presenze”, appunto), anche se difficilmente saranno raggiunti i numeri del 2019 (12,9 milioni). Ma non tutte le aree della città e le tipologie di struttura crescono allo stesso modo: calano gli alberghi, soprattutto quelli del centro storico, cresce l’extralberghiero, soprattutto a Mestre e in terraferma. Tiene e cresce il lusso, calano e nettamente gli hotel a 1 o 2 stelle.

Per zone: chi sale e chi scende

Venezia nel suo complesso, come detto, quest’anno cresce. Crescono fino a ottobre gli arrivi (cioè le persone pernottanti, +2%) e le presenze (notti pernottare, +4,8%), segno che la durata del pernottamento si allunga. Ma ci sono profonde differenze tra le aree.

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Nel centro storico, la crescita totale è del 3,6%, tutta concentrata sull’extralberghiero (+9,9%), mentre negli alberghi i pernottamenti scendono del 2,5%. A Mestre la crescita è molto più netta, +8,2%, crescono gli alberghi (+3,8%) ma soprattutto l’extralberghiero, con un +16% delle presenze. Si tratta di numeri assoluti molto diversi tra loro (oltre 8 milioni i pernottamenti a Venezia, 3 milioni a Mestre) ma che fotografano un trend, confermato anche dalla costante apertura di nuove strutture ricettive (soprattutto affittacamere e simili) nella terraferma. Ancora nel 2017 a Mestre le presenze nell’extralberghiero erano meno di metà di quelle attuali.

Più sfaccettati i dati sul Lido, dove si registra una contrazione netta dell’extralberghiero (-13% arrivi, -2% presenze) mentre crescono di molto (+6,4%) gli alberghi, segno che la clientela si diversifica anche di netto in base alle diverse aree della città.

Per tipo di esercizio: male i b&b tradizionali, bene il lusso

Per l’alberghiero, l’andamento complessivo nell’intero comune, paragonato allo stesso periodo dell’anno precedente, vede un calo dell’1,5% di arrivi (2.985.272 persone) e un calo dello 0,3% delle presenze (6.145.034). Per l’extralberghiero, si registra invece un 7,3% in più per gli arrivi (2.121.790 persone) e un 11% di presenze (5.553.741).

Sono numeri che segnano un trend nettissimo, in cui l’extralberghiero prende fette di mercato fino a pochi anni fa appannaggio degli alberghi: solo nel 2019, l’anno in cui Venezia ha segnato il record storico di presente turistiche, gli alberghi contavano 7,8 milioni di pernottamenti, l’extralberghiero 5,1 milioni. La forbice si allarga andando indietro negli anni. 

Andando più nel dettaglio, la sola categoria degli hotel di lusso, i 5 stelle, cresce con lo 0,7% in più di arrivi e il 2,5% in più di presenze. Sono in calo invece tutte le altre categorie di hotel, alcune molto: gli alberghi a 1 o 2 stelle vedono un -6% degli arrivi (cioè dei clienti), un -1,8% delle presenze, cioè dei pernottamenti. «Il dato che sorprende emerge quando si va a osservare i dati relativi al centro storico: per quanto riguarda il comparto alberghiero, l’offerta di altissima qualità, ossia gli hotel a 4 e 5 stelle, vede un calo di arrivi (-0.7%) ma un aumento di presenze (+0.6%) – nota il presidente dell’Associazione Veneziana Albergatori Vittorio Bonacini – Tutte le altre categorie scendono, e in modo particolare gli 1 e 2 stelle, calano del -8.2% in centro storico per quanto riguarda gli arrivi e del -3.7% per presenze. Questo dato spiega che la domanda di un’offerta turistica di qualità giustifica gli investimenti degli albergatori veneziani che guardano sempre più alle categorie principali» è la considerazione di Bonacini. In effetti a guardare i dati gli hotel a 4-5 stelle crescono dappertutto, anche a Mestre e al Lido dove però, a differenza di Venezia, crescono anche i 2 stelle. 

I bed&breakfast invece calano ovunque: a Venezia centro (-1,7% per presenze), a Mestre (-12%), al Lido (-5,1%). Cali però ampiamente coperti dalla crescita degli “altri esercizi”, cioè gli alloggi privati, le case per ferie, gli ostelli, che hanno più che compensato il calo del pochi b&b ancora presenti. Solo al Lido tutto l’extralberghiero ha avuto un calo netto, come accennato, alloggi privati compresi. Un dato in netta controtendenza che meriterà l’attenzione degli uffici del Comune.

Una città spaccata, ma che cresce

Di fatto l’anno consegna due fotografie principali. Da una parte, una Venezia sempre più spaccata per tipologie di clienti, in cui gli affittacamere hanno conquistato stabilmente una fetta di mercato un tempo degli hotel meno “ricchi”, a scapito anche dei tradizionali bed&breakfast. Dall’altro, gli hotel con servizi e costi più alti per ora funzionano, ovunque in città, anche grazie a un turismo che sta cambiando abitudini: «I turisti che arrivano a Venezia si fermano più a lungo in città. E allungare gradualmente la permanenza è uno degli obiettivi della categoria, non solo per gli albergatori ma anche per la città» spiega Bonacini di Ava. Grazie anche ai nuovi investimenti per elevare il livello, negli alberghi sta calando il numero di posti letto medi per struttura. Se già alla fine dello scorso anno il dato era sceso da una media di 78 posti letto a struttura, consolidata da anni, a 72, a fine ottobre 2024 il numero di posti è sceso a 70.

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Non calano ma aumentano invece i posti letto per turisti in generale, anche grazie all’attivazione di nuove strutture ricettive extralberghiere in aree della città che fino a una decina d’anni fa erano poco interessate. Il mercato turistico di Venezia si trasforma, e la città con esso. Nell’anno che potrebbe segnare un nuovo record, come sempre, non tutti vinceranno allo stesso modo. 



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